la Repubblica, 17 agosto 2022
In Cina i giovani non trovano lavoro
Un luglio da dimenticare per l’economia cinese. Che continua a rallentare. Tra lockdown per provare a contenere i nuovi focolai di Covid che scoppiano in tutto il Paese e la crisi del settore immobiliare, che fatica a riprendersi, Pechino manca l’appuntamento con tutte le previsioni fatte dal governo e dagli analisti: vendite al dettaglio, investimenti, produzione industriale e, soprattutto, disoccupazione giovanile.«Lo slancio della ripresa economica è rallentato», ammette un portavoce del governo. «Sono necessari ulteriori sforzi per consolidare le basi della ripresa». Per questo lunedì la Banca centrale, in una mossa inaspettata, ha tagliato di 10 punti base due tassi d’interesse chiave (a un anno e a sette giorni) e iniettato nuova liquidità per provare a rilanciare l’economia fiaccata. Funzionerà?A guardare i dati appena pubblicati sarà una battaglia in salita. Vendite al dettaglio aumentate soltanto del 2,7% su base annua, sotto le previsioni del 5%; produzione industriale su del 3,8%, contro attese al 4,3%; investimenti a +5,7% ma obiettivo del 6,2 mancato. Nonostante l’aumento della spesa pubblica, «il sostegno politico di Pechino potrebbe essere troppo poco e arrivare troppo tardi», scrive l’agenzia Nomura.Così quest’anno sarà particolarmente dura trovare lavoro per i 10,76 milioni di neo-laureati. A pagare il prezzo della strategia zero-Covid e delle strette sulle aziende tech, l’immobiliare e l’educazione saranno proprio le ragazze e i ragazzi usciti dalle università. Un giovane cinese su cinque oggi non lavora. Per il quarto mese consecutivo la disoccupazione giovanile (nella fascia 16-24 anni) ha continuato a galoppare, arrivando a toccare ora il 19,9%: record. È il dato che preoccupa di più il governo: un mal di testa non da poco per il Partito a pochi mesi dal Congresso d’autunno.Tornato da Beidaihe, il buen retiro estivo della nomenklatura comunista, il premier Li Keqiang si è rivisto in visita a Shenzhen per ispezionare le aziende e, soprattutto, incoraggiare i giovani imprenditori. Sono mesi che il premier Li, che il prossimo anno sarà pensionato per limiti di età, lancia i suoi allarmi sull’economia. In netto contrasto con le parole del suo capo, il presidente Xi Jinping, che invece continua a ripetere che la strategia Zero-Covid è la migliore medicina possibile per il Paese. Dopo le stime al ribasso degli analisti, il governo ha riconosciuto che la Cina non raggiungerà l’obiettivo ufficiale di crescita del 5,5% per l’anno. Per gli esperti ci si dovrebbe fermare al 3,3%.Il rallentamento cinese ha già unimpatto sulle altre economie che col Dragone fanno ottimi affari. Specialmente Corea del Sud e Germania e, in parte, pure l’Italia a causa del crollo della domanda di importazioni. Berlino e Seul, che storicamente hanno registrato un surplus commerciale con la Cina, il mese scorso hanno registrato, invece, un insolito deficit. La bilancia commerciale con la Cina, al 30 giugno, segnava per entrambi i Paesi un -1,2 miliardi di dollari. Secondo i dati dell’Observatory of Economic Complexity, a giugno la Cina ha importato beni dall’Italia per 2,54 miliardi di dollari (-10,8% anno su anno).