Il Messaggero, 11 agosto 2022
La svolta dell’algoritmo per prevedere il cancro
Cellule apparentemente sane potrebbero celare nel loro Dna segni di una futura «degenerazione» in cancro. A riuscire a individuarle, molto prima che avvenga (eventualmente) il processo di trasformazione in tumore, è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford e dell’Istituto Tecnologico Reale (Kth) di Stoccolma. Ci sono riusciti grazie a un innovativo algoritmo, descritto sulla prestigiosa rivista Nature. L’algoritmo consente di rilevare le diverse mutazioni genetiche tipiche del cancro, che sono già presenti in molte cellule sane che si trovano nelle vicinanze di un tumore. In questo modo sarebbe possibile individuare quelle che probabilmente si ammaleranno, portando così allo sviluppo di un tumore. Le implicazioni potrebbero essere straordinarie. In primis, per effettuare diagnosi precoci e poi per scegliere verso quale regione del tumore indirizzare i trattamenti, aumentandone l’efficacia.
LA DIMENSIONE
Questa mappa genetica, quindi, getta nuova luce su come nascono, crescono e cambiano nel tempo le cellule malate. Per i ricercatori è come avere una nuova dimensione da poter utilizzare per rivelare, non solo quali cellule sono mutate, ma anche precisamente dove all’interno dell’ecosistema di un organo. Attualmente, le tecniche per studiare la genetica delle cellule all’interno dei tumori implicano il prelievo di un campione, sul quale poi viene effettuata una dettagliata analisi del DNA. Il punto debole di questo metodo è che fornisce solo un’istantanea parziale del tumore in esame. Per superare il problema i ricercatori, guidati da Andrew Erickson dell’Università di Oxford e da Mengxiao He ed Emelie Berglund dell’Istituto Tecnologico Reale di Stoccolma, hanno utilizzato una nuova tecnica che permette di vedere quali cambiamenti genetici avvengono all’interno delle cellule senza rompere il tessuto che si vuole esaminare. In pratica, hanno utilizzato la cosiddetta «trascrittomica spaziale» che ha permesso di creare una mappa trasversale di un’intera prostata. In questa mappa sono state incluse sia le sia le aree con cellule sane che le aree con le cellule cancerose. Successivamente, raggruppando le cellule in base a un’identità genetica simile, gli studiosi sono stati sorpresi di vedere aree di tessuto presumibilmente sano che avevano già molte delle caratteristiche genetiche del cancro. Questa scoperta è stata sorprendente sia per la variabilità genetica all’interno del tessuto sia per il gran numero di cellule che sarebbero considerate sane, ma che contenevano mutazioni che solitamente associamo alle cellule cancerose. «Abbiamo ancora molto da imparare su quali cambiamenti cellulari causano il cancro e come ha inizio», dice Alastair Lamb di Oxford, co-autore dello studio, che ha ricevuto il sostegno della Cancer Research UK. «Una cosa di cui siamo abbastanza sicuri è che tutto inizia con le mutazioni genetiche», sottolinea lo scienziato.
LO ZOOM
Analizzando oltre 150mila regioni provenienti da tumori della prostata, della mammella, della pelle e anche di linfonodi e cervello, gli autori dello studio hanno sviluppato l’algoritmo che è in grado di tracciare gruppi di cellule con cambiamenti genetici simili e anche di localizzare la loro esatta posizione, ottenendo una vera e propria mappa genetica dei tumori. Questo metodo ha quindi permesso di effettuare una sorta di «zoom» del tessuto visibile attraverso strutture multicellulari microscopiche e fino ad arrivare ai geni stessi, senza perdere di vista il paesaggio più ampio del tessuto. «La mappatura di migliaia di regioni di tessuto in un singolo esperimento è un approccio senza precedenti, il cui obiettivo è cercare di sbrogliare la complessità dei tumori», afferma Joakim Lundeberg del Kth, uno degli autori dello studio. «Non abbiamo mai avuto a disposizione, prima d’ora, questo livello di risoluzione e questo nuovo approccio ha rivelato alcuni risultati sorprendenti. La possibilità di identificare gli eventi precoci è particolarmente eccitante per il futuro», commenta ancora Lamb.
I PROGRESSI
«Ad esempio, abbiamo scoperto che molte mutazioni che pensavamo fossero collegate specificamente al cancro sono in realtà già presenti nel tessuto benigno. Questo ha grandi implicazioni per la diagnosi - aggiunge Lamb - e anche potenzialmente per decidere quali parti del cancro devono essere trattate». Ogni progresso nel settore oncologico viene accolto con grande entusiasmo e prudenza dalla comunità scientifica. In effetti, il cancro continua a rappresentare una delle più importanti emergenze sanitarie nel mondo, compreso il nostro paese. L’ultimo report I numeri del cancro in Italia 2021 indica che in Italia, ogni giorno, circa mille persone ricevono una diagnosi di tumore. Dagli ultimi dati disponibili, che si riferiscono al 2020, è emerso che 3,6 milioni di cittadini sono vivi dopo una diagnosi di tumore: si tratta del 6% della popolazione, con un aumento del 36% rispetto al 2010.