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 2022  agosto 11 Giovedì calendario

Storie d’amore e ombra fra gli scrittori e i loro gatti

Vedere un gatto muoversi con eleganza sulla tastiera del computer è una scena sempre divertente, a cui ormai molti si sono abituati. Specie dall’inizio della pandemia, quando le videochiamate sono diventate prassi comune e i mici di ogni genere ne hanno approfittato per mettersi in mostra, comparendo all’improvviso nell’inquadratura della webcam.
Quella tra i felini e gli scrittori è però una storia molto più lunga e prestigiosa, di coccole, fusa e ispirazione, come racconta ora Patrizia Tagliamonte nel saggio I gatti di Hemingway e altri mici importanti. Il saggio dell’autrice, a sua volta scrittrice e critica letteraria, torna in libreria con Iacobelli editore in una versione rivista e ampliata. Vengono raccontate qui storie d’amore che non conoscono delusione, fra piccoli pelosi e grandi intellettuali, scattate in quel locus amoenus delle biblioteche personali: librerie e studi ombrosi in cui farsi ispirare dalla propria musa che fa le fusa.
Elsa Morante, ad esempio, pur non comparendo nella raccolta, dedicò ai suoi due gatti – i siamesi Alvaro e Minna – una poesia ciascuno: “Sulle ginocchia mi viene, mi guarda, e poi dorme”. Il gattaro più noto resta però Ernest Hemingway: i primi a leggere la stesura iniziale di Addio alle armi furono infatti una trentina di felini che zompettavano indisturbati nello scrittorio di casa sua. Ai suoi gatti “Papa” aveva addirittura riservato un intero piano della sua grande villa in Florida, con tanto di lettini e giochi; il suo pet preferito è sempre stato Snowball, incallito amatore e cacciatore, proprio come il padrone.
Scrittrice, giornalista, attrice e seduttrice, Colette ha vissuto sette vite proprio come i gatti che amava, a cui diceva di dovere alcune sue caratteristiche, dalla consapevolezza di sé all’avversione per i suoni violenti: “Nella mia vita ci sono stati molti cani, ma un solo gatto”, appuntava ironica, lei che a questa specie aveva dedicato anche un romanzo breve, La gatta.
Oltre a essere ricco di citazioni e aneddoti felini, il saggio di Tagliamonte raccoglie moltissime foto e immagini d’archivio di gatti coi loro prestigiosi padroni. In una si vede Junkie, il micio “lisergico” di William Burroughs, bellamente in posa sotto a un tavolo: così, allo scrittore non resta che adattarsi, sdraiandosi pure lui con la pancia a terra.