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 2022  agosto 10 Mercoledì calendario

Serena Williams si ritira

Save the last dance, New York. Tieniti libera per l’ultimo ballo di Serena Williams, l’ultimo ruggito della Pantera, l’ultimo sogno della tennista più forte della storia e della mamma atleta più famosa del mondo, dell’attivista e della regina dei social, della businesswoman e della celebrity da red carpet che dopo mesi di speranze e delusioni, di uscite e rientri nel tennis ha finalmente deciso: gli Us Open, che inizieranno a fine agosto, a tre settimane dal suo 41esimo compleanno, saranno il suo ultimo torneo. Dove nel 1999 era iniziata la sua leggenda, finirà anche la sua storia di tennista.
«Non mi è mai piaciuta la parola ritiro», ha scritto lei stessa su Vogue, sotto l’immagine, molto glamour, della figlia Alexis Olympia che le regge sulla spiaggia lo strascico di un vestito da autentica diva. «Forse la parola migliore per descrivere ciò che sto facendo è evoluzione. Sono qui per dirvi che mi sto evolvendo lontano dal tennis, verso altre cose che sono importanti per me. Qualche anno fa ho avviato Serena Ventures, una società di venture capital. Subito dopo ho messo su famiglia. Voglio far crescere quella famiglia». Il cuore di mamma che batte l’istinto da guerriera dei court - «principessa Wakanda», come le piaceva farsi chiamare quando scendeva in campo alternando vezzosi tulle a «scandalose» tutine in latex da catwoman. L’ultimo dei suoi 23 tornei dello Slam Serena l’ha vinto nel 2016 in Australia, quando già sapeva di essere incinta. Dopo un anno sabbatico era rientrata sperando di aggiungere l’ultima perla alla sua collezione infinita di trionfi e traguardi - 73 tornei vinti, sette centri a Wimbledon, 94 milioni di dollari in montepremi e 250 di patrimonio stimato, per anni la donna atleta più pagata del pianeta - e pareggiare il benedetto (e un po’ farlocco) record di 24 Slam che appartiene a Margaret Court: grande fuoriclasse ma donna piccola piccola, bigotta ed omofoba, l’esatto contrario di Serena.
Finora l’è sempre andata storta, quattro finali e zero tituli; la prima a dirle no in maniera clamorosa, proprio agli Us Open era stata anche Roberta Vinci nella semifinale del 2015, la più imprevedibile delle sconfitte, una delle più dolorose, perché arrivata in casa e perché spezzò a due passi dal filo di lana il sogno del Grande Slam, il santo Graal del tennis. Sette anni fa, un’altra epoca. Nel frattempo è cresciuta a dismisura l’«altra Serena». L’ex ragazza del ghetto di Compton, Los Angeles, che con la sorella Venus, stracampionessa anche lei, prima di lei, si allenava sui campi pubblici schivando le pallottole delle gang, e che nel 2004 fece epoca firmando un contratto record con la Nike (40 milioni per cinque anni), trasformatasi negli anni in paladina dei diritti civili, schierata a favore del movimento Black Lives Matter. Ma anche imprenditrice di grande fiuto, invitata alle riunioni di Goldman & Sachs, Chief Sporting Officer della Aston Martin, co-proprietaria dei Miami Dolphins disegnatrice di moda, fondatrice di aziende che investono nel lavoro femminile e che oggi valgono 1 miliardo di dollari. La storia della sua famiglia «programmata» per il tennis dal padre padrone Richard l’ha raccontata Hollywood («King Richard»), lei da quando aveva 3 anni e per la prima volta toccò una pallina di vite ne ha vissute mille, rischiandone anche un paio per una embolia e nel travaglio del parto, tentare di ricordarle tutte è come condannare Gargantua ad un consommé. «Mi piace pensare che grazie a me le atlete oggi possono essere se stesse. Giocare con aggressività e battere i pugni, indossare ciò che vogliono, dire ciò che vogliono, ed essere orgogliose di tutto ciò». A Vogue ha raccontato che giorni fa stava ascoltando sua figlia - 5 anni e già un profilo social e un conto in banca da influencer planetaria - rispondere alle domande di una app educativa. «Che cosa vorresti essere da grande?». Risposta: «Una sorella maggiore». E lì, se volete credere a chi alle favole non solo ha sempre creduto, ma ha anche contribuito a scriverle, è scattata la decisione. Da mesi con il marito, il milionario del web Alexis Ohanian, creatore di Reddit, stava pensando a regalare una sorellina a «AO». Più che gli infortuni, i ripetuti stop, le sconfitte poco in tono con il suo passato come quella contro la modesta francese Tan all’ultimo Wimbledon, insomma ha potuto il richiamo del sangue. «Non avrei mai voluto dover scegliere fra la famiglia e il tennis», ha spiegato, non perdendo l’occasione di sfoderare anche il suo coté di paladina delle working mom, delle mamme lavoratrici: «Se fossi stato un uomo il problema non si sarebbe posto, perché a casa ci sarebbe stata una moglie ad occuparsi della casa e della famiglia. Forse sarei stata una alla Tom Brady. Ho sempre fatto fatica ad affrontare l’idea di lasciare il tennis, quando è successo mi sono messa a piangere. Mi mancherà, quella ragazzina che giocava solo a tennis. Non so se sarò pronta per vincere a New York, quest’anno. Ma ci proverò». Il mondo farebbe bene a prepararsi. Anche a quello che Serena sarà capace di diventare nella prossima vita.