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 2022  agosto 10 Mercoledì calendario

In morte di Issey Miyake

Il corpo come fonte d’ispirazione e di eccitazione, il minimalismo nipponico che ha conquistato Steve Jobs con il suo maglione a collo alto dalle forme asciutte, il plissè e la borsa Bao Bao. Tutto questo è Issey Miyake, il designer anticonformista della moda giapponese, morto il 5 agosto in un ospedale di Tokyo. Aveva 84 anni. La notizia è arrivata alla stampa tramite un comunicato scritto a più mani dalla famiglia, dall’Issey Miyake Group e dal Miyake Design Studio. Lo stilista era malato da tempo di una grave di forma tumorale e secondo i voleri del couturier non ci saranno funerali e commemorazioni.
LO STUDIO
Miyake ha fondato il suo studio di design nel 1970 e lo ha reso sinonimo di un design colorato, pratico e innovativo. Così lo ricorda la maison: «Lo spirito dinamico di Miyake era guidato da una curiosità incessante e dal desiderio di incanalare gioia attraverso il design. Da sempre pioniere, abbracciava sia l’artigianato tradizionale che le soluzioni avanguardistiche e la tecnologia più innovativa». È stato uno dei primi designer giapponesi a sfilare a Parigi e ha portato il minimalismo dello stilismo nipponico sulla mappa della moda internazionale negli anni 70 di cui professeranno il credo qualche anno dopo anche Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo. Nato a Hiroshima nel 1938, Miyake aveva sette anni il 6 agosto 1945 quando gli Stati Uniti sganciarono la prima bomba atomica della storia sulla sua città natale, uccidendo 140.000 persone e traumatizzando a vita i sopravvissuti. Sopravvisse, ma sua madre morì tre anni dopo a causa delle radiazioni. Lo stilista va avanti, si forma come grafico a Tokyo e si trasferisce a Parigi nel 1965, iscrivendosi alla scuola Chambre Syndicale de la Couture Parisienne e lavorando per due case di moda, Givenchy e Guy Laroche. Dopo un breve periodo a New York City, dove ha collaborato con Geoffrey Beene, torna in Giappone nel 1970 e fa subito colpo con il suo Tattoo Dress, un omaggio a Jimi Hendrix e Janis Joplin i cui volti apparivano ritratti sul dorso del capo. Il body da uomo fu indossato dallo stesso stilista per uno scatto di Kishin Shinoyama fatto a Rio de Janeiro. Bloomingdale’s se ne innamora e inizia ad acquistare i pezzi della collezione. Inizia così la carriera di Miyake. La sua fama però crebbe con la creazione del franchise Pleats Pleats, linea caratterizzata da una particolare pieghettatura ottenuta grazie ad uno speciale trattamento a caldo delle stoffe che dava un effetto di movimento, di energia e vitalità agli abiti. Tecnica che gli valse il soprannome di Sarto del Vento.
LA SUA FILOSOFIA
«Tutto parte dall’osservazione del corpo, perché è questa la cosa essenziale», raccontava lo stilista a proposito della sua creatività. «Il corpo è eccitante. Il mio più grande desiderio è fare degli abiti che creino la stessa eccitazione del corpo. Se guardiamo indietro, nella storia, notiamo che molte culture hanno iniziato a creare indumenti partendo da un solo pezzo di tessuto. Io volevo partire da un elemento altrettanto semplice ed esplorare le diverse possibilità, unendo artigianato, tecnologia e tessuti sempre nuovi». Nel 1992 lancia la sua prima fragranza, L’Eau D’Issey, lasciando una grande influenza sul mondo del profumo. Nel 1998 insieme a Dai Fujiware presenta A-POC, acronimo di a piece of cloth i cui capi sono ottenuti da un unico pezzo di tessuto arrotolato che viene lavorato da uno speciale macchinario in grado di eseguire le istruzioni dei designer. Un marchio unico, che ha rivoluzionato il processo di creazione degli abiti, introducendo una nuova forma di design a cui partecipa chi li indossa. Presentato con uno show a Parigi nell’estate del 1999 lasciò tutti a bocca aperta facendo sfilare venti modelle con un unico vestito. 
LE ICONE
Oggetto del desiderio anche l’iconica borsa Bao Bao, lanciata nel 2010 e i suoi colli alti asciutti da uomo tanto amati da Steve Jobs. È anche considerato il precursore della moda genderless. Tra i vari premi ricevuti c’è il prestigioso premio Compasso d’oro nel 2014, per creazione delle lampade IN-EI Issey Miyake, realizzate per l’azienda italiana Artemide, tecnologicamente avanzate e con consumi ridotti. Famosa anche la collaborazione con il fotografo Irving Penn. Le fotografie dei suoi capi hanno girato il mondo, mettendo in mostra il talento innato di due grandi del settore. Nonostante il suo enorme successo, nel 1998 Issey Miyake si ritirò come direttore creativo per concentrarsi su progetti di ricerca e sperimentazione sui materiali perché come diceva sempre «La mia aspirazione è quella di andare avanti e di rompere gli schemi».