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 2022  agosto 10 Mercoledì calendario

Risolto il giallo di Liliana Resinovich: si è suicidata

Era nell’aria. Dopo una serie di analisi cliniche sempre più approfondite che rafforzavano di volta in volta la convinzione di inquirenti e investigatori, ieri la perizia della Procura sulle cause della morte di Liliana Resinovich, dà la conferma finale alla vicenda: si è suicidata. E la morte risale a due o al massimo a tre giorni prima del suo ritrovamento. 
Liliana, 63 anni, è scomparsa dalla sua abitazione di Trieste, dove viveva con il marito Sebastiano Visintin, il 14 dicembre scorso e, dopo ricerche partite in ritardo, è stata ritrovata il 5 gennaio successivo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Praticamente, a meno di un chilometro da casa. Il ritrovamento del corpo non ha chiarito le cause della morte, anche perché è stata ritrovata in una insolita situazione, con due sacchetti uno dentro l’altro del tipo trasparente per alimenti intorno alla testa e stretti (non troppo) alla gola. Tutto il corpo invece era chiuso in due grandi sacchi di quelli utilizzati per i rifiuti, uno infilato dall’alto, uno dal basso. Era in posizione fetale, rannicchiata, con le mani incrociate sulla felpa.
Secondo i periti l’asfissia causata dai sacchetti sarebbe compatibile con un suicidio. D’altronde, nell’organismo non sono state trovate tracce di droghe o sonniferi e sul corpo nessun segno di violenza o di costrizione. Nelle 50 pagine della perizia, i due esperti incaricati dal pm Maddalena Chergia, ritengono che Liliana abbia fatto tutto da sola. Non è chiaro, invece, dove sia stata dal 14 dicembre al 2-3 gennaio, dopo essere uscita di casa senza i due telefoni cellulari e senza la fede nuziale.