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 2022  agosto 09 Martedì calendario

Intervista a Benedetta Pilato

La freccetta del sud. Piccola solo d’età: 17 anni. Per il resto, è una rana Benedetta (Pilato). Da Taranto con furore e leggerezza. Non ha perso l’innocenza, Benny, nonostante l’ascesa rapida da sorpresa (argento nei 50 ai Mondiali di Gwangju 2019) a certezza (oro e record del mondo nei 50 l’anno scorso agli Europei di Budapest, oro nei 100 e argento nei 50 agli ultimi Mondiali). Agli Europei di Roma è una delle protagoniste. È allenata da quando ha 4 anni da Vito D’Onghia, che lavora all’Asl di Taranto. Neopoliziotta, è tesserata con l’Aniene. Unghie colorate, collanina con ciondolo di nuotatrice. «Cosa mi piace del nuoto? Risponderei niente.
Neanche lo conosco granché».
Prego?
«Scherzo, mi piace, anche se è faticosissimo. In realtà io mi sono sempre divertita in acqua e questo è sempre stato il mio punto di forza. Se non proverò più piacere, vedrò cosa fare. Comunque andrò all’Università».
Italia o estero?
«Ancora non ho deciso, e neanche l’indirizzo, forse provo il test di medicina».
E se va via da Taranto, il suo allenatore la seguirà?
«Non penso che sarà possibile che Vito mi segua a distanza se io sceglierò di andare fuori. Una separazione tecnica? Non lo so ancora».
Riassunto dei Mondiali a Budapest?
«Molto contenta, anche se c’è un po’ di rammarico per i 50, non tanto per l’argento, quanto per il tempo, so di valerne uno più basso e l’ho dimostrato l’anno scorso col record del mondo. Il 100 è stato completamente inaspettato».
Siete una generazione diversa da quella di Federica Pellegrini.
«Fede è unica. Ma sono cambiati i tempi. La mia generazione è molto aperta rispetto alla sua, siamo piccoli ma forti, il nostro entusiasmo compensa l’inesperienza. Abbiamo più leggerezza. Penso a Thomas Ceccon ma anche a Niccolò Martinenghi. Tra gli stranieri, al francese Léon Marchand e al romeno David Popovici. I ragazzi dell’Est hanno fame? Ce l’abbiamo anche noi, spacchiamo. In Nazionale c’è un clima diverso, il gruppo è più unito, io a Budapest mi sono divertita tantissimo».
Anche Gregorio Paltrinieri, 27 anni, è rimasto stupito dalla vostra energia.
«Greg è d’ispirazione. Ai Mondiali si è ripreso subito dalla delusione negli 800, devi avere qualcosa in più per farlo. È di carattere, è determinato. Un vero capitano, un esempio strepitoso. Non è neanche dei più grandi, ma ha vissuto entrambe le generazioni e percepisce meglio la differenza con noi più giovani, più di me.
Sicuramente noi siamo quelli che parlano di tutto senza problemi».
Come del ciclo mestruale, lei lo ha fatto a Budapest provocando molto clamore.
«Mi ha sorpreso che parlare delle mestruazioni suscitasse così tante reazioni, pensavo che nel 2022 fosse un argomento sdoganato e superato visto che è un tema con il quale le sportive si confrontano sempre e che influisce a volte sulle prestazioni».
Ha influito sui suoi Mondiali?
«In parte. Ma credo che ognuno attraversi stati di forma diversi nella propria vita. In più, io stocambiando la mia nuotata in frequenza di bracciate da quando ho cominciato a fare i 100 oltre che i 50».
Dipende da questo la squalifica nelle batterie a Tokyo?
«Non penso, la squalifica può capitare sempre, io l’ho voluto fare alle Olimpiadi. Ha toccato più i media che me, ce ne saranno altre di finali. Non sono una che riguarda le gare, né mie né degli altri, è una mia mancanza perché servirebbe.
Lo fa Vito per me. Comunque sì, è stata una delusione. Miravo alla finale, era alla mia portata. Ma evidentemente non era quello il mio momento. Ci ho messo un paio di giorni a capire cosa fosse successo, e poi non ci ho rimuginato».
Che obiettivi ha a Roma?
«Spero che siano Europei divertenti, siamo tanti e in casa. Io punto a fare il mio meglio ma non si mai cosa può succedere. Le mie avversarie? Ci sono tutte».
Ha imparato a conoscerle?
«Un po’ di più, fino a due anni fa il nuoto non lo seguivo neanche in tv, non mi ha mai interessato. Con la lituana R?ta Meilutyt? (oro nei 50 rana ai Mondiali) non avevo mai gareggiato prima, il mio allenatore è un suo fan, mi fa piacere che sia tornata dopo tanti anni fuori, certo fa impressione. Io purtroppo non conosco lo sport in generale, ho iniziato ad informarmi quest’anno, ho visto dal vivo il tennis alla finale degli Internazionali di Roma e guardo la F1, anche se non ci capisco niente».
La Fina preme per una categoria di soli atleti transgender, che ne pensa?
«Sono molto aperta a questi discorsi nella vita in generale, ognuno può fare quello che vuole.
Però nello sport la fisicità incide, tra uomo e donna le caratteristiche sono diverse a prescindere dal genere in cui ci si identifichi. È un tema complesso e anche se sembra un po’ discriminatorio, potrebbe avere un senso una categoria a parte per poter gareggiare».
La tennista Barty ritirata giovanissima, la ginnasta Biles quasi. Lo sport consuma?
«Momenti di sconforto capitano, specie se si inizia presto.
L’importante è saperli affrontare con le persone giuste e con pazienza. Io sono una ragazza felice e solare, ho una vita sociale allegra, ho amici fuori dal nuoto, molti non ci riescono».
Pensa che il suo exploit abbia cambiato il nuoto italiano?
«I progressi generali della rana sono anche un po’ merito mio, sono stata uno stimolo per farci migliorare tutte. La competizione fa sempre molto bene. Gelosie? Io vado d’accordo con tutte, con Martina Carraro che è più grande abbiamo legato un po’ di più rispetto ad Arianna Castiglioni».
Si candida a protagonista ai Giochi di Parigi 2024?
«Sono lontani, la concorrenza è alta in Italia e un posto va conquistato».
Chi è Benny in breve?
«Mi impegno tanto nello studio. Mi alleno un po’ meno dei miei colleghi avendo la scuola, ma alla fine lavoro il doppio degli altri. Due volte a settimana vado a Bari per nuotare in una vasca da 50.
Mamma Antonella e papà Salvatore molto tranquilli. Mio fratello Alessandro, 15 anni, gioca a calcio. Il pappagallo Paco?
Regalato a un amico, non riuscivo più a seguirlo. Ho un barboncino, Gilda. L’amore? Non c’è. Non leggo, ci ho provato, ma la sera crollo dal sonno».