la Repubblica, 9 agosto 2022
Marlene Engelhorn rinuncia all’eredità da 4 miliardi
Non è nuova alle cronache, Marlene Engelhorn. La ventinovenne ereditiera dell’impero della chimica Basf si batte tenacemente da anni perché i ricchi vengano tassati. Al recente Forum di Davos, davanti al gotha dei potenti che tramano indefessi per salvaguardare i loro paradisi fiscali, Engelhorn si era palesata a una manifestazione dei “Patrioti milionari” sventolando un cartello esplicito: “Tassateci subito”. La protesta aveva suscitato qualche sorrisino ironico e commenti sarcastici sui giornali. Ma già in precedenza, Marlene, col suo taglio di capelli sbarazzino e con lo sguardo severo, aveva co-fondato l’iniziativa “#tassatemiora”.
L’impegno della ricchissima erede della dinastia Basf poteva sembrare l’espressione migliore dell’eterno adagio di Gotthold Ephraim Lessing inculcato ai tedeschi sin dai banchi discuola, un riflesso insomma dell’invito alla modestia, «massima virtù dell’uomo», che induce molti miliardari a vergognarsi ancora oggi delle loro ricchezze (un fenomeno cui l’ Economist, anni fa, dedicò un’inchiesta, raccontando l’ostentata frugalità dei super ricchi in Germania). Ma l’annuncio più recente dell’erede dei boss della chimica avrebbe fatto cascare dalla sedia persino il buon vecchio Lessing.
Marlene Engelhorn rinuncerà al 90% della sua eredità, quando la nonna Traudl novantaquattrenne non ci sarà più. E la sua fetta milionaria di quel patrimonio da capogiro – secondo Forbes supera i 4,2 miliardi di euro – sarà dedicato a iniziative sociali. Basf è considerato il più grande gruppo chimico al mondo, un colosso da 60 miliardi di euro di fatturato all’anno fondato nel 1883 da Friedrich Engelhorn. Un orafo che temeva di fallire che creò a 27 anni la prima delle fortunate imprese che si trasformarono in pochi anni in un incrollabile impero.
Nella vita, la nipote della seicentoottantaseiesima donna più ricca del mondo non vuole fare insomma l’ereditiera. «Nonho fatto nulla per ricevere questa eredità», ha spiegato. Anzi, Marlene sarebbe rimasta «scioccata» della quota che era destinata a ricevere. «Una pura fortuna, dovuta alla casualità della nascita». Il fatto è che Engelhorn si è convinta che il denaro «di per sè, faccia felice, probabilmente, poca gente».
Quanto alla sua iniziativa per far tassare i ricchi, Engelhorn ne ha spiegato le ragioni l’inverno scorso in un’intervista allaSueddeutsche Zeitung. «Da decenni gli esseri umani si battono per la giustizia fiscale e per la redistribuzione delle ricchezze, e contemporaneamente la lobby dei soldi vi si oppone». Il fatto di essere troppo facoltosi, aveva aggiunto «dovrebbe essere impedito, esattamente come vogliamo impedire la povertà». Da bambina – asilo e scuola privata a Vienna, dov’è cresciuta – si sarebbe sempre sentita, ha rivelato in un’altra intervista, «una bimba ricca e privilegiata. È stata questa la mia infanzia».