la Repubblica, 9 agosto 2022
Le carte di Trump buttate nel wc della Casa Bianca
Fawn Hall, affascinante segretaria del tenente colonnello Oliver North, trafugava alla Casa Bianca del presidente Reagan, nel 1986, i documenti segreti dello scandalo Iran-Contras, nascondendoli nella biancheria e negli stivali di moda. L’ex presidente Donald Trump sembra aver privilegiato un sistema più da innamorato sorpreso durante una scenata di gelosia, mandar le pagine a rischio giù per lo sciacquone del bagno. Metodo notoriamente fallace e ora salterebbero fuori foto del tentativo di cancellare la storia, nuovo possibile reato per Trump. Le rivelazioni arrivano dal libro, in uscita in ottobre, della formidabile reporter Maggie Haberman, The New York Times,
che Trump liquida stizzito come “un verme” (“Maggot” in inglese) pur avendole concesso lunghicolloqui personali.
Confidence Man, il titolo del saggio, è in realtà un ritratto a sorpresa del leader repubblicano, dipinto come più intelligente ed informato della vulgata social media e, al tempo stesso, più astuto e strategico di quanto avversari e alleati ipotizzino. Uomo complesso, capace di cortesie verso lo staff fedele, odioso con gli altri.
Da palazzinaro, a Manhattan, Trump era noto per il disprezzo con cui trattava le norme di archivio e contabilità, e già il suo avvocato Michael Cohen, poi condannato per falsa testimonianza, lo accusava di aver distrutto documenti ufficiali, ma che un presidente accartocci nel WC reperti storici è metafora irresistibile del nostro tempo. Richard Nixon fece cancellare dai nastri registrati, nel 1972, 18 minuti e mezzo di una conversazione con il capo di gabinetto Haldeman, che lo incriminava sui primi giorni dello scandalo Watergate. Il cantante folk Arlo Guthrie calcolò che era giusto la durata della ballata composta contro la guerra in Vietnam, Alice’s Restaurant,e per anni scherzò sulla coincidenza.
Ora Trump rischia, gli Archivi Nazionali rivendicano gli originali, quindici casse di documenti son state sequestrate a Mar a Lago, la sua residenza estiva in Florida, e pare ci siano pagine classified, sottoposte a segreto di Stato. Le immagini del bagno intasato, come la lingerie di Fawn Hall, colpiscono la fantasia popolare d’agosto e rimandano alla storia di due secoli, tra sfarzo di Washington e sordide trame. La moglie delpresidente Warren Harding, leader repubblicano 1921-1923, si vantava di averne bruciato l’archivio, ma nel 1963 lo storico Francis Russell scoprì lettere d’amore a molte amanti, fra cui Carrie Fulton Phillips, considerata la più bella delle “Gibson Girls”, lo stile in voga. Gelosia dunque, non politica, e anche Robert Todd Lincoln, figlio del presidente Abraham, poi ministro e ambasciatore, avrebbe incenerito storiche carte paterne, forse per celare i dossier di Allan Pinkerton, detective fondatore della celebre agenzia di investigazioni, che gli salvò la vita da un primo attentato e, durante la Guerra Civile, gli girò veline su amici e nemici, come ricorda il film politico di Spielberg Lincoln, tratto dalla biografia Team of rivals della premio Pulitzer Doris Kearns Goodwin.
Lo storico Thomas Reeves, in un saggio del 1972, racconta delle carte perdute di Chester Arthur, vicepresidente repubblicano arrivato alla Casa Bianca il 19 settembre del 1881, dopo l’assassinio del presidente Garfield.
Per anni boss locale a New York, Arthur evitava la pubblicità al punto da far scrivere al periodico The Inquirer, 22 novembre 1883, «Ha paura mentale dei giornalisti!». Martin van Buren, democratico alla Casa Bianca nel 1837, conservò con cura la corrispondenza con il predecessore Andrew Jackson (amato da Trump), ma affidò alle fiamme del caminetto le carte private. E poco sappiamo del vero rapporto tra il presidente F.D. Roosevelt e la segretaria Marguerite LeHand, detta con affetto “Missy”, che gli preparava il cocktail Old Fashioned, sempre con bourbon mai con scotch, a cui lasciò una cospicua eredità, o del futuro presidente Eisenhower con l’inseparabile collaboratrice e chauffeur in uniforme, durante la Seconda guerra mondiale in Europa, la capitano britannica Kay Summersby.
Le inchieste su Donald Trump occuperanno gli anni da qui al voto presidenziale 2024, ma le foto del bagno occluso da documenti ufficiali entrano con prepotenza nella memoria. Il poeta Petrarca parlò nostalgico di Roma come “spazzatura della storia”, il rivoluzionario russo Trotskij condannava “alla spazzatura della storia” i rivali menscevichi, Ronald Reagan usò la metafora per il comunismo. Vedremo ora chi, per primo, ci parlerà severo di “Condanna al WC della storia!”.