il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2022
Se Mosca ha i mercenari Wagner, Kiev ha i Mozart
Se Mosca ha i Wagner, Kiev adesso ha i Mozart. La formazione di militari veterani americani che sta addestrando i soldati ucraini in Donbass ha deciso di chiamarsi come il compositore austriaco in contrapposizione ai paramilitari russi che si sono battezzati in onore di quello tedesco. Contro i mercenari dello “chef di Putin”, Evgeny Prigozin, che vengono inviati dal Mali all’Ucraina per vincere le guerre fantasma del Cremlino, si sono radunati i Mozart. È un nome che sta tra la sfida e la beffa, un invito a duello e uno sfregio burlesco ai russi. All’inizio ne dubitava perfino Andy Milburn, veterano delle guerre a stelle e strisce e fondatore del gruppo, ma poi si è ricreduto, quando è diventato virale “come un marchio”. Dopo 31 anni in servizio nel corpo dei Marines, l’ex vicecomandante delle operazioni speciali Usa in Medio Oriente contro l’Isis, ha scritto un libro di memorie: Quando si raduna la tempesta. Poi ha tenuto lezioni nelle università militari americane e al Modern War Institute. Infine ha deciso di tornare sul campo di battaglia.
Orchestre armate. Senza sinfonie, solo granate stordenti. Non note, ma esplosioni e brillare di ordigni letali. I Mozart non sono combattenti, ma “moltiplicatori di combattenti”: la linea è stata tracciata molto chiaramente dagli organizzatori per chi vuole unirsi al gruppo di istruttori internazionali. A oggi, il numero oscillerebbe tra i 20 e i 30 addestratori, che possono aiutare gli altri a imbracciare il fucile, ma non premere il grilletto in combattimento contro le truppe di Mosca. I Mozart in nessun modo possono diventare “parte attiva” del conflitto, ma solo gestire le retrovie, istruire nei campi di formazione come si pilotano i droni, ma pure come si piantano i bisturi, fornire aiuti umanitari ai civili o aiutare le truppe gialloblu nelle evacuazioni. “Chi vuole combattere non può fare parte del gruppo” ha più volte spiegato Milburn ai suoi commilitoni in arrivo non solo dagli Stati Uniti, ma anche da Gran Bretagna, Irlanda e altre nazioni. Sul campo si è a corto di scorte, ma soprattutto di traduttori. Ufficialmente, i Mozart costituiscono una compagnia di sicurezza privata: la formazione è nata quando i blindati russi avevano raggiunto le periferie della Capitale. Gli americani raggruppavano i volontari della difesa di Kiev, ma poi si sono spostati verso est. Oggi, al giorno 166 della guerra, gli ucraini – forse come i russi dall’altro lato della barricata poco raccontata – trasudano dubbi, affanno e paura dell’oblio. Più il conflitto va avanti, più diventano profonde le trincee e nette le differenze col nemico che avanza verso est e verso sud.
Nello specchio rotto dell’informazione non occupano più le prime pagine dei giornali nell’emisfero occidentale, ma per nessun motivo si possono lasciare scoperte le postazioni dove sono necessari ricambi e turnazioni di uomini. Al fronte spesso soldati iper-specializzati, addestrati all’estero all’uso dei sistemi d’arma moderni, vengono sostituiti da neofiti letteralmente alle prime armi per difendere la patria. In questo conflitto difforme dove si scontrano forze impari, sono differenti e varie non solo regole d’ingaggio dei corpi dell’esercito ucraino, ma pure i corpi stessi degli uomini che combattono. Dai Mozart arrivano i giovanissimi, ma anche gli anziani. Fino a poco tempo fa molti facevano conti in ufficio, guidavano taxi, allevavano animali in fattoria: a loro i marines suggeriscono come si posiziona una mina, come si prende la mira correttamente, come vanno usati i complicati sistemi anti-carro Javelins. La problematica degli armamenti del valore di miliardi di dollari in arrivo dagli Usa è sempre la stessa: il loro utilizzo. Spesso i sistemi spediti a pioggia da oltreoceano, non vengono distribuiti con un’adeguata formazione delle divise. I Mozart spiegano che provano in settimane a istruire su istruzioni, tattiche e strategie che richiederebbero mesi, se non anni, di studio ed addestramento. Nell’esercito, prima della guerra, c’era passato solo uno ogni dieci soldati che ora rimangono al fronte, calcola il Guardian che ha scovato i Mozart per primo. Per Milburn, che ha guidato i corpi speciali Usa in Siria contro l’Isis, le autorità di Kiev “non vogliono ammettere che la maggior parte dei loro militari non è realmente addestrata. Ma stanno combattendo i russi che, al pari, non sono addestrati”.