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 2022  agosto 09 Martedì calendario

Biografia di Olivia Newton-John

Corriere della Sera, Chiara Maffioletti
Quando – per la terza volta nel corso della sua esistenza— Olivia Newton-John si era sentita dire da un medico di avere un aggressivo tumore al seno, l’attrice aveva scelto di non chiedere quale fosse la sua prospettiva di vita: «Non so quanto vivrò ancora, non ho nemmeno voluto saperlo dai dottori. Sono grata per ogni giorno che ho», aveva detto, svelando con quel suo garbo che l’aveva resa presto un’icona, che avrebbe inteso ogni giorno che le restava da lì in avanti come un regalo. Era il 2019.
Ieri è stato il suo ultimo giorno. Aveva 73 anni. «La signora Olivia Newton-John è morta pacificamente nel suo ranch nel sud della California questa mattina, circondata da familiari e amici», ha fatto sapere suo marito John Easterling, pubblicando l’annuncio sulla sua pagina Facebook. Aggiungendo: «Olivia è stata un simbolo di trionfi e speranza per oltre 30 anni, condividendo il suo percorso con il cancro al seno. La sua ispirazione nella guarigione e l’esperienza pionieristica con la medicina delle piante continuano con il Fondo della Fondazione Olivia Newton-John, dedicato alla ricerca sulla medicina delle piante e sul cancro. Al posto dei fiori, la famiglia chiede che ogni donazione sia fatta in sua memoria al Fondo Olivia Newton-John Foundation». Poche parole, quindi, prima di invocare il diritto a un po’ di silenzio: «Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della famiglia in questo momento molto difficile».
Poche parole però, che lasciano anche intendere quanto il messaggio che ha lasciato l’attrice dal sorriso gentile e dal forte temperamento non si esaurisca con ieri. Se il grande pubblico aveva imparato ad amarla per il suo indimenticato ruolo di Sandy Olsson in Grease (1978), col tempo tutti avevano capito quante cose questa attrice avesse in comune con quel personaggio: gentile e dolce, è stata capace di affrontare la sfida enorme della malattia con grande coraggio.
In televisione, in una delle sue ultime apparizioni, qualche anno fa, aveva parlato anche della morte: «In quanto essere umano, ciascuno ha una prospettiva di vita. La nostra condizione è quella di morire, prima o poi. Il cancro ti fa ragionare su questo ma in fondo nessuno può sapere quando accadrà». E così, dopo aver già avuto altre due volte il cancro al seno, nel 1992 e nel 2013, dopo aver affrontato una mastectomia e pesanti chemioterapie, aveva deciso di attraversare ancora una volta la malattia senza farsi schiacciare dal suo peso, ma anzi decidendo di prendersi una pausa dal lavoro per dedicarsi agli altri, proprio attraverso la sua associazione. Anche allora, si era definita fortunata. «Fortunata per aver attraversato tutto questo tre volte e essere ancora qui».
La battaglia
L’attrice è morta all’età di 73 anni dopo
una lunga battaglia contro il cancro
La sua voce, per lei che era nata come cantante, in Australia (la musica è sempre rimasta la sua grande passione e nella sua carriera ha venduto oltre cento milioni di dischi), è stata dunque più importante che mai, veicolo di potenti messaggi capaci di fare la differenza per tante persone. Compreso il suo caro amico e grande amore sullo schermo John Travolta, legato a lei da quel musical che per entrambi aveva cambiato tutto. Nel ricordarla, Travolta è tornato ad essere quel Danny Zuko che stravedeva per lei, nonostante le arie da duro.
«Mia cara Olivia – ha scritto l’attore poco dopo l’annuncio della morte della sua collega —, hai fatto così tanto per rendere le nostre vite migliori. Il tuo impatto è stato incredibile... Ti ho amato tanto. Ci rivedremo ancora lungo il cammino e saremo di nuovo uniti, di nuovo insieme. Sono sempre stato tuo dal primo momento che ti ho vista e lo sarò sempre. Il tuo Danny, il tuo John».

la Repubblica, Silvia Fumarola

Per tutto il mondo resterà Sandy, la ragazza bionda che faceva innamorare Daniel “Danny” Zuko inGrease.Il musical, nel 1978, trasformò in una star l’attrice cresciuta in Australia. Olivia Newton-John, morta a 73 anni dopo un lunga battaglia contro il cancro, era una donna positiva, forte, che parlava della malattia incoraggiando sé stessa e gli altri.
«La signora Olivia Newton-John è morta pacificamente questa mattina nel suo ranch nel sud della California, circondata da familiari e amici. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della famiglia in questo momento molto difficile», ha scritto il marito John Easterling. «Olivia è stata un simbolo di trionfi e speranza per oltre trent’anni, condividendo il suo viaggio con il cancro al seno. La sua ispirazione nella guarigione e l’esperienza pionieristica con la medicina delle piante continuano con il Fondo della Fondazione Olivia Newton-John». L’anno scorso i costumi, gli oggetti personali, tutti gli accessori della Sandy di Grease erano andati all’asta per beneficenza. Parlava a tutti della malattia e aveva potuto contare sugli amici di una vita, primo fra tutti Travolta. «Ci rivedremo ancora lungo il cammino e saremo di nuovo uniti, di nuovo insieme. Sono sempre stato tuo dal primo momento in cui ti ho vista e lo sarò sempre. Il tuo Danny, il tuo John». Si chiude con queste parole il ricordo, commovente, che Travolta ha affidato ai suoi profili social. «Mia cara Olivia — hai fatto così tanto per rendere le nostre vite migliori. Il tuo impatto è stato incredibile. Ti amo tanto».
Bionda, il sorriso luminoso, grandi occhi azzurri, era nata a Cambridge, in Inghilterra, e si era trasferita in Australia da bambina con la famiglia. Aveva fondato una band chiamata Soul Four. Come solista, vince un concorso per nuovi talenti: il premio è un viaggio in Inghilterra. Durante la sua permanenza, nel 1966, incide il primo singolo Till you say you’ll be mine. Nel 1970 canta col gruppo Tomorrow che presto si scioglie e Newton-John inizia la sua collaborazione con Bruce Welch, ma è John Farrar l’autore e produttoredei suoi maggiori successi. Nel 1974 si aggiudica il quarto posto all’Eurovision Song Contest con Long live love.
Nello stesso anno escono i singoli If you love me (Let me know) eI honestly love you, col quale vince il Grammy per la migliore interpretazione vocale femminile pop e il miglior album. Nel 1978 la svolta: le viene assegnata la parte di Sandy nel filmGrease. La brava ragazza dellaporta accanto che si trasformava in pin up, con i capelli cotonati e i pantaloni neri elasticizzati, diventa un simbolo per milioni di ragazze. In una video intervista con Us Weekly — al suo fianco la figlia Chloe Lattanzi, 35 anni, avuta dal primo marito — l’attrice aveva parlato del primo bacio sul set con Travolta: «Ero nervosa, ma è stato molto speciale», aveva spiegato, «eravamo in spiaggia durante la scena di apertura del film. È stato davvero un bel modo per conoscere John, non avevamo passato così tanto tempo insieme». Con Travolta un’amicizia durata una vita.
L’anno scorso l’attrice aveva parlato della malattia: «Ho vissuto più a lungo di quante molte persone si aspettassero e voglio mostrare al mondo che il cancro non è una condanna a morte. Sto bene, sono forte. Penso che sia molto importante mantenere un messaggio positivo». Nel 2017 la ricaduta. «Ho sentito subito che qualcosa non andava. Quando torna è preoccupante, anche se poi ho pensato che lo avrei superato di nuovo. Ogni giorno è una benedizione, non sai mai quando il tuo tempo finirà. Abbiamo tutti un tempo limitato su questo pianeta e dobbiamo solo essere grati. Non so cosa sarei adesso senza. Lo vedo come un viaggio della mia vita. Mi ha dato scopo e intenzione, mi ha insegnato molto sulla compassione. Un dono. Ovviamente non lo auguro a nessuno ma per me è stato un percorso importante ». Oltre alle cure tradizionali aveva raccontato di usare la cannabis terapeutica: «All’inizio ero nervosa, ma poi ho potuto vedere i vantaggi. Aiuta con l’ansia, il sonno e con il dolore. Non dico di non fare le terapie, ma voglio solo aiutare la ricerca e scoprire cosa funziona».
La Stampa
Simona Siri
Olivia Newton-John è morta lunedì a 73 anni. A dare l’annuncio su Facebook è stato il marito, John Easterling. «Rendendo pubblico il suo percorso con il cancro al seno, Olivia è stata un simbolo di speranza per oltre 30 anni», ha scritto. Nata in Inghilterra - il nonno materno Nobel per la Fisica fuggito dalla Germania nazista, il padre professore, nei servizi segreti durante la II Guerra Mondiale - e cresciuta a Melbourne, in Australia, è stata definita «una sensazione country-pop», folk-pop e ancora rock-pop e disco-pop, soprattutto negli Anni ’70. Il comune denominatore sta nell’aggettivo «pop», vocazione popolare che si è portata dietro tutta la vita e le ha permesso di vendere più di 100 milioni di album e di avere quasi 40 voci nella Billboard Hot 100 durante cinque decenni di carriera. Detto altrimenti: Olivia Newton-John aveva qualcosa che piaceva a tutti. Fascino della ragazza della porta accanto, seducente ma non pericolosa, goffa il giusto da piacere agli uomini ma anche, soprattutto alle donne.
Il ruolo della vita fu sicuramente quello di Sandy Olsson, l’ingenua che arriva in una scuola nuova – la Rydell High - dopo aver trascorso l’estate a pomiciare con uno studente della stessa, e quando se lo ritrova davanti lui non è il romanticone che le aveva fatto credere, ma uno sciupafemmine a capo di una banda di maschi ben poco raffinati. Grease - uscito nel 1978 come adattamento cinematografico del musical che aveva dominato a Broadway nel 1972 e sarebbe andato in scena per più di 3000 sere durante la stagione originaria - fu un successo planetario, anche grazie all’alchimia con John Travolta, coprotagonista nei panni di Danny Zuko. All’epoca lui aveva 23 anni, lei 29, era già un’affermata cantante reduce da un fallimento, il film di fantascienza inglese Toomorrow. Racconta la leggenda che per il ruolo di Sandy il produttore Allan Carr aveva preso in considerazione Carrie Fisher (Guerre Stellari doveva ancora uscire), prima di imbattersi in Newton-John a una festa . Venendo da un insuccesso, l’attrice si dovette far convincere ad accettare il ruolo. «Ero molto ansiosa perché la mia carriera musicale stava andando bene e non volevo rovinare tutto facendo un altro film che non fosse buono», ha detto nel 2016 a Vanity Fair. Come andata lo sappiamo tanto che oggi che non c’è più siamo qui a ricordare il duetto di Summer Nights e quello di You’re the One That I Want, con lui vestito da scolaretto e lei trasformata in pantera sexy tutta di pelle nera. «Quei pantaloni hanno cambiato la mia vita», amava scherzare nelle interviste. Il fatto è che l’hanno cambiata anche a più di una generazione di ragazze, dal momento che Grease è ormai un classico a pieno titolo. Oggi John Travolta la ricorda con affetto: «Ci rivedremo lungo la strada. Tuo dal primo momento che ti ho visto e per sempre! Il tuo Danny».
Xanadu, musical fantasy da discoteca girato nel 1980 sulle ali della fama e del successo, fu un mezzo disastro ma riuscì comunque a portare la canzone Magic in cima alle classifiche. Altri suoi successi musicali da citare: Clearly Love e Physical, una canzone e un video che da soli rappresentano gli Anni 80. Diagnosticata con un cancro al seno per la prima volta nel 1992 e poi di nuovo nel ’17 quando, dopo 25 anni di remissione, si era diffuso alla schiena, di recente aveva cancellato un tour appena annunciato. Dalla diagnosi iniziale, a 44 anni, era una sostenitrice della ricerca e si è sempre battuta per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione. Pur avendo cantato davanti a papi e presidenti, ripeteva: «sono solo un’artista che il pubblico trova piacevole». Per poi aggiungere, a ragione, che l’opinione del pubblico è l’unica che conta.