Corriere della Sera, 9 agosto 2022
Alessia Marcuzzi stava per soffocare
i sono momenti capaci di cambiare prepotentemente la prospettiva sulle cose. Basta un attimo. A volte un boccone. L’altra sera Alessia Marcuzzi era a cena a Londra: una serata tra amici, ma con l’ingrediente speciale che la conduttrice ha reso noto da tempo, quello cioè che prevede che tra i suoi amici più cari ci siano anche il suo ex compagno e papà di sua figlia Mia, Francesco Facchinetti, e sua moglie Wilma Faissol.
Le due erano sedute vicine – e per fortuna – quando Marcuzzi ha vissuto alcuni tra gli istanti più terrificanti della sua vita, come ha raccontato sui social. «Mentre stavo mangiando, un pezzo di polipo mi si è bloccato nella trachea. Non riuscivo più a respirare, mi sono alzata e ho cominciato a strabuzzare gli occhi e a chiedere aiuto. Paolo e Tommy (suo marito e il suo primo figlio, ndr.) hanno provato a liberarmi dandomi dei colpi sulla schiena, ma nulla. Panico».
Istanti terribili e lunghissimi in cui riesci a chiederti se davvero tutto finirà per il peggio. «Ho pensato di morire – ha infatti confessato —, non riuscivo più a capire nulla, quando Wilma mi ha preso da dietro e mi ha stretto, dandomi un colpo forte sullo sterno verso l’alto. All’improvviso ho sputato quel grosso pezzo che mi bloccava la respirazione e che era rimasto completamente intatto, e ho ripreso a deglutire. Tutto questo nel giro di due minuti davanti a tutte le persone del ristorante».
Alessia
Ho pensato
di morire
Sono
grata
a questa donna
Derubricare l’episodio alla voce «grosso spavento» è riduttivo, anche perché quei due minuti dicono molte cose. La prima – e la più evidente – è l’importanza di conoscere la manovra di Heimlich, ossia quella di disostruzione di cui spesso di parla quando si hanno dei neonati, ma che salva anche le vite degli adulti.
Come è stato nel caso di Marcuzzi. Che sa di dovere tutto a Faissol, ossia alla moglie del suo ex compagno. «Non lo dimenticherò mai Wilma – prosegue il suo racconto —. In pochi minuti, o secondi, sono passata da uno stato di sofferenza estrema a una liberazione totale e ho realizzato che poteva finire davvero molto male... purtroppo a volte succede il peggio. Wilma ha fatto il corso di pronto intervento quando studiava in America e ha avuto la prontezza di fare la manovra di Heimlich in pochi secondi. E mi sono ripromessa di impararla, perché si può salvare la vita di una persona. Questo è un grande giorno per me e sono davvero grata a questa donna», conclude Marcuzzi, pubblicando una foto delle due che si abbracciano per le vie di South Kensington.
Facchinetti
Credo
al fato,
dopo questa esperienza
ancora
di più
E se Faissol ha scritto sui social solo: «Alessia mi ha fatto perdere dieci anni di vita», più nel dettaglio è andato Facchinetti. «Grazie a Wilma si è risolta una situazione che poteva finire in tragedia. Io credo al fato e ora ci credo ancora di più perché proprio Wilma, che sa fare la manovra, era seduta vicino ad Ale».
Ma qui arriva un’altra riflessione che regala questa vicenda, in cui non c’entra tanto il fato, ma l’intelligenza di tutte le persone che erano sedute a quel tavolo l’altra sera, nel saper costruire una famiglia che non soffoca dentro le inevitabili diversità (capita, quando ci si lascia), ma che riesce a essere davvero tale. Poco importa se e quanto allargata. L’unione fa la forza scriveva il giorno prima Facchinetti a corredo di una foto del gruppo riunito. La fa, eccome.