La Stampa, 8 agosto 2022
Intervista a Thomas Ceccon
Ora che l’Europeo in casa è arrivato Thomas Ceccon si sente responsabile. Pure troppo. Un tempo gli davano del ribelle, del lunatico, ma il talento più evidente del nuoto azzurro, il ventenne che ha firmato il record del mondo dei 100 dorso agli ultimi Mondiali di nuoto (51"60) ha solo un passo tutto suo, non sintonizzato. Una caratteristica che spesso l’ha spinto a stare per i fatti propri e che ora si è trasformata semplicemente in una differenza. In un valore. Ha un suo ritmo e non segue i riti collettivi della tribù della vasca, anche se ora si diverte in mezzo il gruppo, si autocensura per i follower e sente l’obbligo di essere brillante a Roma: «Ci arrivo con un primato, devo essere all’altezza».
Che effetto fa avere un record del mondo in tasca?
«Sto pensando solo a sopravvivere alla stagione eterna. Appena dopo averlo fatto avevo in testa solo quello, ora l’ho archiviato».
Eppure, quando lo ha visto sul tabellone ha messo su una faccia da sbruffone, divertente, ma non stupita.
«I miei amici se l’aspettavano e non potevo tradirli, poi qualcuno ci ha voluto mettere una supponenza che non esisteva. Non davo per scontato il tempo, sarei stato stupido, anzi ero sorpreso».
Non sapeva di valere quel cronometro?
«Non sapevo di riuscire a nuotarlo in un Mondiale, di solito anticipo il risultato, lì mettevo insieme delle certezze con i giorni e poi pensavo ad altro, al fatto che nei 100 dorso dei pezzi forti mancavano».
Il primato non supera le assenze?
«No, voglio sempre vincere una volta con le corsie piene, contro i migliori».
Dicono di lei che è un perfezionista.
«Sono appassionato di nuoto, guardo le gare degli altri, i miei video. .. Come Popovici, campione del mondo di 100 e 200 stile libero, passo ore davanti ai video».
La gara che ha rivisto più volte.
«La 4x100 stile di Pechino 2008, con la rimonta Usa. Da pelle d’oca».
Anche per i 1500 metri di Paltrinieri a Budapest l’abbiamo vista emozionato.
«Il giorno prima era quotato a 26. A casa mi chiedono "Greg come sta stavolta?". Io non ci avrei scommesso un euro, poi lo chiedo a lui e mi risponde calmo "potrei vincere". Me lo sono ricordato quando in vasca ha tirato fuori pure quello che non aveva. Io ero alle lacrime. Ci ha gasati, mi porto dietro l’energia agli Europei».
Ha vinto due ori ai Mondiali. Potesse scegliere un solo bis olimpico quale sarebbe?
«L’oro di gruppo, sempre. La staffetta mista in cui siamo riuscito a battere gli Stati Uniti: abbiamo messo lì una gara pazzesca. Se a Parigi arriviamo tutti abbastanza in forma ci si diverte davvero».
Ha tagliato i baffi, marchio dei suoi ultimi successi.
«Sì, appena rientrato. Volevo prendere il sole. E poi ho uno strano rapporto con le rasature che di solito nel nuoto sono un rito. Io non lo rispetto».
In che senso?
«I nuotatori si rasano ovunque per ridurre l’attrito il più possibile io non lo faccio quasi mai, non integralmente. A Budapest, un inedito, mi sono depilato le braccia, in acqua hai una sensazione molto bella ma per certe cose devo sapere di andare davvero forte. Altrimenti non lo faccio».
Si tiene un margine?
«Ma sì, è un palco che mi sono costruito e fino a che funziona lo tengo. È come se sapessi che la volta dopo posso andare più forte perché ho un altro pezzo da rasare, ma non è un’aspettativa concreta, non c’è un legame reale, mi motiva e basta. Poi, magari, alla gara della vita ci arrivo glabro sul serio».
Altro palco costruito a Budapest. Disegnare per concentrarsi su altro nelle ore prima della gara.
«Sì, lo devo a Zazzeri, Zazzart, velocista-artista solo che per ora riesco solo se supervisionato. Disegnare ti libera la testa».
Per il record dei 100 dorso ha vinto un Nft, un’immagine digitale.
«È un mondo che sta venendo fuori e mi intriga, in quella che mi hanno dato ci sono io con il dito alzato, dopo il record»..
Che cosa ne farà?
«Potrei metterla all’asta, devo trovare il momento giusto e non dare l’impressione sbagliata. Mi piace comprare e investire in Nft, è un interesse non un modo di fare soldi. Non sono un fissato. Per esempio, sto con uno smartphone che è caduto in acqua ed è mezzo tocco. Dopo gli Europei lo compro nuovo, ma li lascio sempre esaurire prima di cambiarli, non corro a comprare l’ultimo modello».
Da quando si preoccupa dell’opinione altrui?
«Beh, mi sono responsabilizzato, da quando ci sono migliaia di persone che mi seguono, per esempio, mi autocensuro sui social. Lì ho smesso di dire parolacce».
Alle Olimpiadi di Tokyo, il nuoto ha fatto l’ennesimo cambio generazionale.
«Sì, ora domina la fascia di età 21-23, noi, ma i nuotatori sono giovani relativi: sappiamo che in ogni gara può uscire un minorenne con le potenzialità per batterti. A sentirti vecchio ci vuole un attimo».
Europei in casa. Punta a ritoccare il record nella piscina che ha visto 43 primati?
«Punto a onorare il primato che porto e già valuto il futuro. Sono attratto dai 200 stile libero, i 200 di Phelps ai Giochi 2008 sono uno spettacolo, una tentazione».
Phelps, il nome che ritorna per la sua poliedricità e per certe caratteristiche fisiche.
«Sì, ma il paragone non mi piace, non gli vado neanche minimamente vicino»
Eppure, tutti dicono che esiste una somiglianza.
«Io non la vedo».
Da sempre si allena con lo stesso tecnico, Alberto Burlina, però se deve parlare con qualcuno va dalla sua compagna, che la seguiva da bambino, Anna Vallarsa.
«Con Anna, non so perché, mi sento più libero: mi conosce da sempre, riempie da sola i vuoti, ma con lei sviluppo il ragionamento. Quando ce l’ho chiaro, qualsiasi cosa sia, parlo con Alberto e cerco di dare la mia visione».