Il Messaggero, 8 agosto 2022
Scacchi, Mosca batte Kiev
Francamente, non c’è stata partita: l’ex vice premier russo Arkady Dvorkovich è stato rieletto presidente della Federazione internazionale degli Scacchi (Fide), sbaragliando il rivale ucraino, il gran maestro Andrii Baryshpolets, per ben 157 voti a 16. E il Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov non ha perso tempo a definirla una «significativa vittoria». Di certo, la soddisfazione di Peskov non è dovuta solo al fatto che in Russia la passione per gli scacchi ha radici profonde che precedono l’epoca sovietica. Prima della votazione, che si è svolta all’assemblea generale della Fide a Chennai, in India, Baryshpolets aveva puntato il dito contro Dvorkovich: «Tu, Arkady – aveva detto – sei responsabile di quello che è successo in Ucraina ora. Sei responsabile della costruzione del governo russo e della macchina da guerra russa. E noi, come mondo degli scacchi, come possiamo permettercelo?».
Dvorkovich, che è stato vice premier dal 2012 al 2018, quando è stato eletto presidente della Fide, ha replicato affermando di aver preso «una posizione forte (sui) tragici eventi in Ucraina». In una intervista aveva in effetti sostenuto che «le guerre non uccidono solo vite inestimabili. Le guerre uccidono speranze e aspirazioni, bloccano o distruggono relazioni e connessioni». Salvo poi aver fatto quella che è sembrata come una marcia indietro, quando ha detto che «non c’era posto per il nazismo o il dominio di alcuni paesi su altri» e si è anche detto «sinceramente orgoglioso del coraggio dei nostri soldati (russi)» e che la Russia è stata presa di mira da «sanzioni aspre e insensate». In ogni caso, anche per la sue gestione degli ultimi quattro anni, Dvorkovich è riuscito a convincere la stragrande maggioranza delle 179 associazioni nazionali di scacchi membri della Fide. Nello spoglio infatti sono risultati solo cinque gli astenuti, oltre ad un singolo voto non valido, come ha precisato il capo della commissione elettorale della Federazione, l’italiano Roberto Rivello. Il team della campagna Twitter di Baryshpolets «Fight for Chess» ha invece scritto: «Non giudicheremo i complici del voto di oggi, lo farà la storia».