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 2022  agosto 08 Lunedì calendario

Come si rubano gli orologi

ROMA – Se vai in giro con un’auto da 50.000 euro in su e scendi con bagagli firmati in un hotel a 5 stelle stai sicuro che il tuo polso non passerà inosservato agli specialisti del furto con strappo di orologi di lusso. Se poi porti un Rolex, un Patek Philippe, un Hublot o un Richard Mille, le possibilità di sfuggire alle nuove bande che, da Milano a Firenze, da Venezia a Roma, stanno provando a rubare la scena alla vecchia e imbattibile scuola napoletana sono davvero poche. Ti accerchiano alle spalle in tre e ti abbracciano da dietro se passeggi a piedi, ti affiancano in scooter e mettono in campo le collaudate tecniche dello specchietto o della ruota bucata se sei in macchina.Li chiamano gli «strappatori». In campo, o meglio nelle strade delle città italiane, ce ne sono a centinaia, divisi in batterie. «Questione di un attimo, fanno pressione sui gancetti e con la tecnica dello strappo portano via orologi da decine ma anche centinaia di migliaia di euro che hanno già adocchiato e verificato siano nella lista di quelli che si piazzano facilmente sul mercato nero», spiega un investigatore che se ne intende assai come Marco Calì, napoletano ma oggi dirigentedella squadra mobile di Milano che, negli ultimi mesi, ha guadagnato la testa della classifica dei furti di orologi preziosi anche oltre la norma come il Richard Mille da 700.000 euro rubato ad un facoltoso uomo d’affari kazako che passeggiava in corso Venezia. «Ecco, quello lì certamente è un oggetto che sul mercato nero non lo piazzi facilmente – osserva Calì – ma magari finisce all’estero in una delle piazze dove c’è l’offerta più ricca, dai Paesi arabi al Sudamerica».Del Patek Philippe da 40.000 euro scippato a giugno a Napoli all’attore francese Daniel Auteuil derubato da due ragazzi in scooter che hanno affiancato il suo taxi con il finestrino aperto non si stupisce nessuno: la scuola delle batterie napoletane è insuperabile, quelle sì che tante volte agiscono anche al momento, individuando anche all’istante, per caso, il braccio “buono”. Ma in piazze come Milano, dove il quadrilatero della moda e non solo è diventato da mesi terra di conquista delle nuove bande criminali, i franco-algerini operano con una strategia più studiata a tavolino. «Hanno dei target di riferimento ben precisi – spiega il dirigente della mobile che in diverse operazioni ha arrestato i componenti di alcune bande trovando nei loro telefonini le foto dei modelli scippati e più richiesti sul mercato —. L’orologio di lusso fa ormai parte di uno status symbol come la macchina importante, gli abiti o le valigie e le borse firmate. Girano con gli scooter e adocchiano le potenziali vittime mentre entrano o escono da hotel a cinque stelle o da maison d’alta moda, basta un’occhiata sul polso al tavolinodi un bar o appoggiato al finestrino dell’auto e in mezzora si entra nel mirino della banda: un piccolo pedinamento e il gioco è fatto. Lavorano quasi sempre in batteria: in due o tre ti stringono da dietro e con una piccola pressione sul polso l’orologio cede sui gancetti e scatta lo strappo, la vittima non ha neanche il tempo di accorgersene».Ma neanche se sei in macchina o in taxi puoi sentirti al sicuro: come immortalato dai video della polizia in alcune indagini, i franco-algerini prediligono la tecnica della ruota bucata. Ti affiancano con uno scooter, segnalano al guidatore uno pneumatico bucato e quando la macchina si ferma entrano in azione. Da qualche tempo anche i centroafricani si sono dati ai furti di orologi preziosi nelle grandi città: gambiani, senegalesi, maghrebiniprediligono le zone della movida in orari notturni, approfittano del calo di attenzione delle vittime che hanno adocchiato dentro i locali e che magari hanno bevuto e portano via gli orologi.I Rolex sono i più richiesti dal mercato e dunque i più facili da piazzare. «C’è una grandissima domanda – spiega ancora Calì – e anche se nel passaggio dal ricettatore perdono fino al 70-80% del loro valore per chi li ruba è un ottimo guadagno. Se porti via un orologio da 10.000 euro, il ladro ne incassa 7-800 e il ricettatore lo rivende a 3-4.000 euro. Chiaramente se becchi un Daytona o un Submariner tiri su di più, ma anche i Patek Philippe Aquanut e i Richard Mille hanno un ottimo piazzamento».Certo, non il Richard Mille 67-02 soffiato ad aprile a Viareggio al campione di Formula uno Charles Leclerc: un pezzo da collezione il suo, valore due milioni di euro. Che pare sia finito nella cassaforte di un ricco imprenditore spagnolo, tifoso del campione, che lo avrebbe comprato per soli 200.000 euro dal ricettatore a cui lo avevano portato i tre strappatori napoletani in trasferta in Toscana. Una caduta verticale di valore per un pezzo da 2 milioni di euro, impossibile d’altra parte con l’autografo serigrafato di Leclerc sulla cassa piazzarlo sul mercato.Certo pezzi così pregiati e riconoscibili non si trovano in vetrina sui siti web camuffati da vendita dell’usato sicuro e neanche nei negozi di comprooro che tirano fuori dai cassetti orologi di dubbia provenienza. «Chiaramente – osserva il dirigente della mobile di Milano – chi compra un orologio rubato sa che la provenienza non è quella ufficiale, si accontenta di una garanzia falsa o nulla che non gli permetterà mai di poter usufruire dell’assistenza della casa». Quei pezzi lì finiscono alla Fiera di Monaco, in Brasile, a Dubai dove i compratori arabi e sudamericani sono disposti a fare follie.