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 2022  agosto 07 Domenica calendario

Dal Reno al Tamigi, la siccità asciuga i fiumi d’Europa

In questo 2022 già candidato ad essere tra gli anni più bollenti della storia, la siccità sta asciugando i grandi fiumi d’Europa: l’assenza di pioggia e neve anche superiore al 70% rispetto alle medie ha ridotto i principali corsi d’acqua europei, protagonisti silenti della vita di campagne e città, in rivoli di morte e tristezza.
Il nostro Grande Fiume, il Po, non viveva una crisi idrica del genere da almeno 70 anni. Da qualunque luogo lo si guardi è in un declino spaventoso: ai Murazzi di Torino sfiora lo zero, pochi centimetri d’acqua scorrono al centro del letto. Nel ferrarese, a Pontelagoscuro, la portata è arrivata intorno ai 100 metri cubi al secondo: nel 2006, quando fu registrato il record di portata minima mensile a luglio, era di 237 metri cubi al secondo.
Se ci si sposta più in là, verso l’Adriatico, la risalita del cuneo salino sfiora i 40 chilometri alla foce: significa zero acqua per l’agricoltura ed ecosistemi completamente distrutti. La buona notizia, dice l’Autorità distrettuale del Po, è che nonostante lo stato di malattia c’è ancora speranza: ad inizio agosto le portate stanno tornando in linea coi minimi mensili storici del periodo e il cuneo salino comincia adarretrare.Più a sud è invece il Tevere a preoccupare: il simbolo della Capitale in una settimana è sceso di un altro mezzo metro, nella zona umbra la situazione è ormai “drammatica” dice Legambiente. Eppure, i nostri non sono nemmeno gli unici moribondi d’Europa. Sul Reno, principe della Germania e bacino chiave anche per l’economia, si è arrivati alla chiusura commerciale del traffico dei natanti a causa dei livelli bassissimi. Una decisione, quella di fermare le chiatte, ormai improrogabile e che porterà a pesanti ripercussionieconomiche sia per le aziende tedesche sia per le compagnie energetiche con possibili impatti su tutto il continente. Solo sul Reno, tra i bacini più importanti d’Europa, si spostano la maggior parte delle quasi 200 milioni di tonnellate di merci in viaggio su tutti i fiumi tedeschi.
Poco distante, in condizioni simili, versano anche i grandi fiumi francesi. Arrancano per portata Rodano e Garonna: di recente la Francia, che deve larga parte della sua energia elettrica alle centrali nucleari,ha annunciato una riduzione della produzione degli impianti atomici proprio a causa dell’impossibilità di usare l’acqua dei fiumi per raffreddare i sistemi. Sempre in Francia dove le precipitazioni di luglio hanno garantito solo il 12% dell’acqua necessaria e dove in 100 comuni non arriva più l’acqua potabile, anche il simbolo di Parigi, la Senna, continua a calare per portata. Il fiume della capitale in questi giorni è osservato speciale sia per la crisi idrica «tra le peggiori di sempre», dicono i francesi, sia per altri effetti dell’emergenza climatica, come quelli che spingono nei fiumi i grandi cetacei: nei tg si parla di un beluga bianco, stremato, che sta risalendo il corso, mesi fa era toccato a un’orca. Protagonista un tempo di grandi romanzi e oggi al centro di una storia triste, quella della crisi del clima che con tinua ad essere lontana dal primo posto nell’agenda politica, c’è anche il Tamigi di Londra.
La sorgente del fiume britannico, complice la siccità e le ondate di calore, si è infatti prosciugata per la prima volta e si è spostata otto chilometri a valle. Uno scenario preoccupante che potrebbe peggiorare: dopo che il Regno Unito ha superato il record dei 40 gradi, nuove temperature elevate rischiano di colpire duro nei prossimi giorni, avvertono dal Met Office inglese. Non va meglio in Spagna dove nella regione di Castilla y León le scene in certi punti del fiume Duero sono tragiche: decine di volontari che provano a salvare migliaia di pesci sopravvissuti a stento in due dita d’acqua. Scene identiche anche in Portogallo, oppure in Olanda dove gli abitanti delle note case galleggianti parlano di «scenari irriconoscibili» per quanto siano bassi i fiumi. Lontani anche i tempi del bel Danubio “blu”: il grande fiume d’Europa si prosciuga, cambia colore e forma e in Romania è sceso così tanto da far emergere isole di sabbia. mentre nella zona del delta è ormai calato di oltre un metro. In attesa delle piogge autunnali, senza piani concreti di adattamento e mitigazione alla crisi del clima, poco serviranno le lacrime per i grandi fiumi morenti: l’agricoltura in molte aree è già dimezzata, la produzione di energia idroelettrica cala ogni giorno e gli altri abitanti dimenticati della Terra, piante e animali degli ecosistemi,sono ormai al collasso.