Corriere della Sera, 7 agosto 2022
Rachele Mori, braccio d’oro ai mondiali Under 20
Un martello d’oro, fino a ieri, ce l’aveva solo Thor. Ci ha pensato Rachele Mori, 19enne toscana di Cecina, stellina del reparto atletica delle Fiamme Gialle, a colmare la lacuna: con un quinto lancio a 67,21 m, in cima a una finale rocambolesca allungata a dismisura dal maltempo, Rachele ha conquistato l’oro nel martello al Mondiale Under 20 di Cali, in Colombia, la vetrina dei talenti del futuro. E se il cognome d’arte rimanda a zio Fabrizio, l’ostacolista che l’oro iridato (dei grandi) lo vinse a Siviglia ‘99 nei 400 hs, e al fratello Federico, azzurro del rugby che gioca a Bordeaux (c’è anche un cugino, Gabriele figlio di Fabrizio, terzo nei 100 ai campionati allievi di Rieti due anni fa, quando Rachele fece il record – 70,41 m – con l’attrezzo da tre chili), il talento nel braccio prosegue la tradizione di famiglia, consegnando la signorina Mori alla gloria eterna del medagliere (venerdì Marta Amani aveva conquistato il bronzo nel lungo). È il sesto trionfo azzurro in 19 edizioni della rassegna (il primo nei lanci), dopo Ashraf Saber nei 400 hs (Seul ‘92), la doppietta di Andrew Howe a Grosseto 2004 (lungo e 200), il titolo nell’alto di Alessia Trost a Barcellona 2012 e la vittoria della 4x400 maschile a Tampere nel 2018.
«Non so come ho fatto, ero a pezzi, sembrava di stare in un incubo» racconta braccio d’oro dalla notte sudamericana, una gara interrotta quattro ore per la pioggia ha reso ancora più epica la sua impresa: «Dopo l’interruzione siamo tornate per tre ore in call room, è stato tutto infinito. Ma rientrata in pedana mi sono sentita bene, ho avvertito i crampi ai polpacci al quarto lancio però ho tenuto duro». Rachele, leader mondiale stagionale, è la donna da battere: la pressione è tutta su di lei. In testa dopo i primi due turni, il temporalone che si abbatte sullo stadio Pascual Guerrero inondando la pedana e rendendo impossibile proseguire la sfida le spezza l’inerzia, riaprendo i giochi. Ma a quel punto l’azzurra allenata da Massimo Terreni e cresciuta con Riccardo Ceccarini ha già messo un’ipoteca sul titolo con il 62,97 del secondo lancio. Al rientro, Rachele è tutt’altro che provata mentalmente dall’attesa: allunga a 63,82 in piena serenità, poi sfonda la linea immaginaria dei sessantacinque metri con 65,84 e allarga le braccia in segno di festeggiamento, infine fa esplodere la curva del tifo azzurro con il 67,21 del quinto lancio, la pietra miliare che prosegue il buon momento dei lanci delle nostre ragazze dopo l’ottimo quarto posto di Sara Fantini al Mondiale di Eugene (73,18), chiamata all’arrembaggio del podio tra una settimana all’Europeo di Monaco.
Esulta in tribuna Nicola Vizzoni, totem italiano della specialità (argento olimpico a Sydney 2000), si commuove zio Fabrizio di fronte a questa cavalcata trionfale verso il successo: Rachele chiuderà con oltre quattro metri di vantaggio su tutte le rivali, mentre l’argento finisce al collo della messicana Paola Bueno Calvillo (62,74) e il bronzo va alla giapponese Raika Murakami (61,45). Dopo il sesto posto ai Mondiali U20 di Nairobi 2021 e agli Europei U20 di Tallinn, stavolta la primatista italiana (68,04) è sul trono: «Pian piano metterò a fuoco tutto. Intanto dico grazie a Sara: il suo quarto posto mi ha dato una carica in più e la sua telefonata mi ha motivata». Piccole donne crescono, con il martello di Thor in borsetta.