Anteprima, 4 luglio 2022
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Biografia di Peter Brook
Peter Brook (1925-2022). Registra teatrale e cinematografico. All’anagrafe Peter Stephen Paul Brook. Nato a Londra da genitori d’origine russa, dopo la laurea a Oxford inizia a occuparsi di teatro, anche se la sua passione dichiarata è il cinema. A 25 anni è direttore artistico al Covent Garden di Londra, ma torna presto alla prosa e lo spettacolo che lo rivela è il Tito Andronico del 1955, con Laurence Oliver e Vivien Leigh. «Nel teatro del Novecento, così ricco di “Maestri”, è stato uno dei più grandi, ai vertici del teatro di prosa, ma insieme segnato da una vena di profondo sperimentalismo, l’inventore degli spazi disadorni e di un teatro di parola dove non senti che gli attori recitano anche se sono mattatori del calibro di John Gielgud, Lawrence Olivier, Paul Scofield per citare alcuni di quelli che ha diretto nella sua lunga carriera di regista. E quante emozioni si sono compiute con la sua arte, dal Doctor Faust di Marlowe del ’42, passando per i tanti Shakespeare, il prediletto, una costante del suo lavoro con cui ha realizzato autentiche pietre miliari, dal primo Amleto del 1955 a La tempesta del 1957 e Re Lear del 1962, passando per altri capolavori, Marat/Sade di Peter Weiss nel 1964, Les Paravents di Genet nel ‘66, fino al Mahabharata dell’85, l’opera più imponente, un cult planetario summa della poetica teatrale brookiana: nove ore di spettacolo e la vorticosa storia epica indiana rappresentata con una “naturalità” che attinge alle radici più antiche del teatro, all’arte dell’attore, al canto e alla ricerca della semplicità. Tutti elementi che caratterizzeranno la sua carriera di regista, oltre 50 spettacoli, 8 film, regie di opere liriche, 6 libri - tra cui la “bibbia” The Empty Space (Il teatro e il suo spazio) del ’68, mentre del ’98 è l’autobiografia Threads of Time: Recollections, edita in italiano nel 2001 con il titolo I fili del tempo» [Bandettini, Rep]