5 luglio 2022
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Biografia di George Walker Bush
George Walker Bush, nato a New Haven (Connecticut) il 6 luglio 1946. Politico statunitense. 43esimo presidente Usa (2001-2009). Repubblicano. Già imprenditore nel settore petrolifero e governatore del Texas.
Titoli di testa «È impaziente e facilmente preda della collera; talora poco scrupoloso, addirittura dogmatico; spesso privo di curiosità e pertanto male informato; più convenzionale nel ragionare di quello che si ritiene debba essere un leader. Ma a fare da contraltare ai difetti, vi sono le sue virtù: il decoro, l’onestà, la rettitudine, il coraggio e la tenacia» [il suo ex speechwriter David Frum]
Vita È figlio di Barbara Pierce e George Bush, primo di sei fratelli e sorelle: Jeb, Neil, Marvin, Dorothy e Robin, morta di leucemia nel 1953, all’età di tre anni. Come il padre studia alla Phillips Academy di Andover, Massachusetts (settembre 1961–giugno 1964), e poi a Yale (settembre 1964–maggio 1968), dove si iscrive alla confraternita Delta Kappa Epsilon di cui diventa anche presidente • «Fin da bambino è stato, e rimane, uno scavezzacollo. La leggenda di “Boy George” secondo lo storico della Casa Bianca Stephen Hess, è che appartiene alla specie – mai in via d’estinzione – dell’eterno ragazzo. E vi appartiene per reazione: il suo vero male non sarebbero i calzoni corti ma il senso d’inferiorità verso un padre da lui considerato un mito. Non un padre padrone: George Sr., l’ex presidente, è un politico non di potere ma di consenso, tutto famiglia. Ma ha alle spalle un carnet impressionante: eroe di guerra, deputato, ambasciatore all’Onu, direttore della Cia e petroliere. Dentro George jr., si nasconde un bambino segreto, ossessionato dal timore di deludere il padre. E il suo soprannome, “Il corridore”, alluderebbe al fatto che dalla nascita corre al suo inseguimento, ma senza raggiungerlo mai. L’aneddotica di famiglia più riservata conferma la tesi di Hess. Da bambino vede nel padre soprattutto un uomo d’azione: un ex campione di baseball – giocava per la squadra dell’università di Yale – e uno spericolato paracadutista (l’ultimo lancio a 77 anni). Per questo, invece di studiare e leggere, “Boy George” fa sport e, come confida la moglie Laura, quando gli chiedono che cosa sia una bibliografia risponde: “Un testo della Bibbia”. Il suo sogno è di diventare un campione di baseball […] Le sue imprese? Mettere i compagni ko nelle gare a chi resiste di più al bere e a chi ruba più mutandine alle ragazze. Quando si stabilisce a Midland, nel Texas, la sua passione cambia: pilotare i caccia nella riserva nazionale. Sono “anni selvaggi da top gun” come ammetterà egli stesso: non cessa di bere, qualcuno dice che “sniffa” anche coca, il suo soprannome si trasforma in “Playboy George”. Solo nell’86. quasi dieci anni dopo le nozze con Laura, scoprirà la religione e abbandonerà la bottiglia. […] Hess sostiene che il bambino esplode in George jr. nel 1992, quando il padre viene cacciato dalla Casa Bianca da Clinton. È il suo mito che crolla e in quel momento giura di ricostruirlo. Due anni dopo si candida governatore del Texas contro quello in carica, la formidabile Ann Edwards, uno dei leader democratici che hanno deriso suo padre – è nato “con la gaffe d’argento in bocca” ha dichiarato – e lui vuole regolare i conti. Il Texas ride, pensa che il bambino verrà fatto a pezzi. Tra la sorpresa generale vince, e vincerà di nuovo nel 1998» [Caretto, Sette] • Nel 2000 diventa il 43esimo presidente Usa: «Viene riconosciuto vincitore dal suo rivale democratico Al Gore 36 giorni dopo le controverse elezioni del 7 novembre, conclusesi con un testa a testa in Florida seguito da un contenzioso giudiziario. Propugnatore di un «conservatorismo compassionevole», ha basato il suo programma elettorale su alcuni obiettivi fra cui riduzione delle tasse, piano di difesa spaziale, aumento dei fondi per le forze armate, uso limitato dei militari all’estero [Garzantina] • Su 16 membri del suo gabinetto, 13 hanno un patrimonio miliardario. Il governo con il maggior numero di paperoni della storia d’America lo fa entrare nel Guinness dei primati • È il terzo presidente della sua famiglia: oltre al suo omonimo padre (eletto nel 1988), infatti, anche l’avo materno Franklin Pierce ricoprì questa carica • «Da due settimane, sei giorni a settimana, George W. Bush studia politica estera. Gli esperti dei servizi segreti americani gli consegnano ogni giorno dieci cartelle dal titolo Aggiornamento per il signor presidente. Contengono nomi, date di nascita, abitudini di tutti i leader del Pianeta [Buccini, CdS] • Quando il regime di Milosevic è caduto, il neopresidente ha commentato: “Un nome straniero in meno da imparare” [ibid] • Parsimonioso. Uno dei primi provvedimenti presi una volta entrato alla Casa Bianca è consistito nel ridurre gli stipendi dei dipendenti: l’assistente del presidente con Clinton guadagnava 115mila dollari, con Bush la cifra è scesa a 85mila; un vice assistente guadagna ora 50mila dollari invece dei 75mila [Caretto, CdS] • Per 30 dollari, si fa tagliare i capelli dalla parrucchiera afghana Zahira Zahir [Foglio] • «Ama assegnare soprannomi apparentemente casuali a chi gli sta vicino. Il vicepresidente Dick Cheney è “Hopalong” (Zoppicone). Il ministro della Giustizia John Ashcroft: “Snake Hips” (Fianchi di serpente). Condoleeza Rice, consigliere per la sicurezza nazionale: “Guru”. Il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld: “Pistol Pete” (nomignolo di Pete Sampras). Vladimir Putin: “Ostrich Legs” (Zampe di struzzo)» [Molinari, Sta] • Metodo di lavoro di George W. Bush: delegare compiti di routine a ministri e assistenti (ha dato poteri straordinari al vice Dick Cheney, operato quattro volte negli ultimi sei mesi per ostruzione alle coronarie) [Foglio]. Ha imposto: giacca e cravatta per gli uomini e tailleur per le donne, risposte a tutte le telefonate, brevità nei messaggi scritti, vietato l’uso dei cellulari in sua presenza. Arriva in ufficio alle sette in punto, alle 7.58 termina la riunione con i suoi collaboratori, alle otto è al briefing con la CIA, alle 18.30 smette di lavorare e si ritira negli appartamenti per cenare. Il presidente non lavora durante il fine settimana [Parrino, D] • Manda soldi in Africa per combattere l’Hiv • È il primo Presidente Usa ad aver parlato in spagnolo nelle “fireside chats” del sabato mattina: è accaduto per la festa del Cinco de Mayo. Bush, che ha cognata e nipoti di sangue latino, ha detto: «Mi Casa Blanca es su Casa Blanca» [Zucconi, Rep] • Da governatore del Texas amava farsi chiamare «El Arbusto», traduzione di «bush» («cespuglio») [ibid] • Polemiche quando rifiuta di sottoscrivere il protocollo di Kyoto perché non include la Cina • Il suo scherzo preferito? Infilarsi nel naso le bacchette del ristorante cinese [Venerdì] • L’11 settembre 2001 è in una scuola di Sarasota per un incontro con i bambini quando gli dicono che un aereo si è schiantato contro una delle Torri gemelle. Pensa a un incidente • Alle 9.06 il responsabile dello staff presidenziale Andrew Card gli sussurra all’orecchio che un secondo aereo ha colpito il Wtc: «L’America è sotto attacco» • È sull’Air Force quando Condoleeza Rice lo informa che un terzo aereo ha colpito il Pentagono: «Non sapevamo se c’erano altri aerei dirottati. Così la prima decisione che ho preso è stata quella di dare disposizioni di abbattere qualsiasi velivolo commerciale che non rispondesse all’ordine di atterraggio […]. Quando sono stato informato che un quarto aereo, il Volo 93, era caduto in un campo in Pennsylvania. Per un momento ho pensato che l’aereo potesse essere caduto a causa dell’ordine che avevo dato. Ci è voluto un po’ per avere informazioni sul Volo 93 e alla fine siamo venuti a conoscenza delle gesta eroiche dei passeggeri di quell’aereo. Era diventato evidente che stavamo affrontando un nuovo nemico. Questa era… questa era la guerra nel ventunesimo secolo […] L’11 settembre ho capito di essere un Presidente in guerra e il giorno seguente mi sono comportato come tale» [a Peter Schnall, NatGeo] • Dice che l’11 settembre il suo amico Berlusconi lo ha chiamato sconvolto: «Mi ha detto che ha pianto tutto il giorno» • Il 7 ottobre gli afghani dell’Alleanza del Nord invadono il territorio controllato dai talebani. Dopo la conquista di Kabul, le truppe occidentali, quella statunitensi di Busk e quelle britanniche del suo amico Tony Blair, in testa, hanno incrementato la loro presenza anche a livello territoriale per l’Operazione Enduring Freedom che ha lo scopo di distruggere al-Qaida e di catturare Osama bin Laden • «Io sono un presidente di guerra. Io qui, in questo Studio Ovale, prendo decisioni di politica estera con la guerra in testa. Vorrei che non fosse così, ma è proprio così. E gli americani devono sapere che hanno un presidente che vede il mondo così com’è. Io vedo i pericoli ed è importante che noi li affrontiamo» [a Tim Russert, Nbc] • Nell’ottobre del 2001 ha promesso una ricompensa di 1 milione di dollari a chi darà informazioni sui terroristi colpevoli del dilagarsi delle infezioni di carbonchio [Trincia, Mess] • Sempre nel 2001, in onore di Vladimir Putin, ospite per una sera nel suo ranch a Crawford, cena sotto le stelle preparata da cuochi-cowboys sui “carri cucina” che seguivano le mandrie. Nel menù, bisteccone, fagioli e la classica “pecan pie”, il tutto accompagnato da un quintetto di suonatori di banjio e fisarmoniche [Sta] • Nel marzo 2003 il disastroso intervento militare in Iraq ritenuto, a torto, in possesso di armi di distruzione di massa [Garzantina, cit.] • Eminem, secondo George W. Bush «la peggior minaccia ai bambini americani dai tempi della poliomelite» [Romana, il Giornale] • Brodo, merluzzo arrosto, petti di pollo, praline alla vaniglia e gelato al caffè. Il menù del banchetto offerto da Elisabetta a Buckingham Palace in suo onore nel novembre del 2003 [Mattino] • Con tre riforme fiscali riduce il livello generale di tassazione aumentato in modo notevole il debito pubblico. «Il mio piano riduce il debito nazionale così rapidamente che gli economisti temono che resteremo senza debito per le pensioni» [da un discorso in radio del febbraio del 2001] • Durante le presidenziali del 2004 uno scandalo: il giornalista della Cbs, Dan Rather rivela che Bush si era imboscato durante la guerra del Vietnam, aveva usato le amicizie del padre per farsi arruolare nella Guardia nazionale del Texas, poi non si fece vedere neppure lì. “Missing in action”, proprio il presidente che ha trascinato l’America in due guerre. La sostanza dello scoop è vera al 100%. Ma il clan Bush riesce a incastrare Rather sull’origine incerta di alcuni documenti esibiti nel reportage» [Rampini, Rep] • Nel novembre 2004 è rieletto presidente dopo la vittoria sul senatore dem John Kerry: «Nelle analisi di tutti, la vittoria di Bush viene attribuita all’appoggio della comunità finanziaria (la Florida, dove stanno i pensionanti ricchi, è stata vinta grazie al medicare, un costoso piano di sanità pubblica) e alla questione morale, cioè alla forte resistenza opposta dall’attuale Amministrazione a matrimoni gay, aborto, ricerche sulle staminali. I fondamentalisti cristiani, ovvero l’insieme delle cosiddette chiese evangeliche (80 milioni di adepti), hanno mobilitato, per far passare questi valori, tutto il loro formidabile apparato mediatico, fatto di tv, giornali, radio, parrocchie eccetera. Un’interpretazione più radicale (di sinistra) sostiene che Bush ha vinto a causa della paura americana di guerra e terrorismo. A costoro, con un’interpretazione altrettanto radicale, Giuliano Ferrara risponde che, invece, gli americani hanno votato Bush per coraggio (“L’Islam è un nemico, continuiamo a combatterlo”). Ferrara era così convinto della vittoria del suo candidato da aver aperto Il Foglio, col titolo “Perché ha vinto Bush”. Scelta spavalda, presa alle otto di sera, anticipata in tv e non suffragata da alcun exit-poll. “Il manifesto” ha fatto lo stesso, ma a mezzanotte e ragionando su un exit poll molto parziale. Suo titolo: “Good morning, America: con una valanga di voti gli americani cacciano Bush dalla Casa Bianca”. Si segnalano forti tensioni all’interno della direzione» [Dell’Arti, Vanity] • Polemiche nell’agosto del 2005 per la pessima gestione dei soccorsi dopo il passaggio dell’uragano Katrina con quella foto del Bush celestiale che scruta la tragedia degli uomini dall’oblò dell’Air Force One: “Un errore enorme”, ha detto [a Matt Lauer, Nbc] • Nel suo secondo mandato Bush invia truppe a Haiti e in Liberia, due paesi in piena guerra civile, partecipa ai funerali di Giovanni Paolo II e finanzia i movimenti che hanno portato alla democratizzazione della Georgia e alla Rivoluzione arancione in Ucraina. Una mossa che non piace a Putin • Nel 2007 invia nuove truppe in Iraq: «Eliminare Saddam è stata la cosa giusta da fare, l’errore è stato voler trasformare l’Iraq in un Paese occidentale libero e florido. Il grande sbaglio in particolare è stato lo “Status of force agreement” firmato da Bush nel 2008, o l’atto col quale si è deciso che le forze combattenti Usa sarebbero state ritirate dalle città nel 2009, e avrebbero lasciato il Paese nel 2011» [Daniel Pipes, direttore del Middle East Forum, a Gaggi, CdS] • La Camera dei rappresentanti approva un piano da 700 milioni di dollari per evitare la catastrofe dovuta alla bolla dei mutui subprime chiesto da George W. Bush. Non basteranno • Da ex presidente, in un negozio di Dallas, in Texas, è entrato dicendo: «Cerco lavoro». Il responsabile della catena Elliott’s Hardware, Andrea Bond, lo ha messo ad accogliere i clienti per qualche ora [Rep] • Nel 2010 pubblica la sua autobiografia Decision Points. Nel libro parla della sua famiglia, della fede, dell’alcol, ma soprattutto giustifica le sue decisioni sulle guerre in Afghanistan e in Iraq. Sostiene che con le torture hanno salvato milioni di vite («Gli interrogatori ci hanno aiutato a sventare attentati a militari e diplomatici americani all’estero. Gli uomini dell’intelligence mi hanno confermato che senza il programma di interrogatori della Cia ci sarebbe stato un altro attacco agli Stati Uniti») • In poco più di un mese Decision Points, ha venduto oltre due milioni di copie. Per raggiungere lo stesso traguardo Bill Clinton ci ha messo sei anni • Filantropo nel 2012 va nello Zambia per salvare le donne dal cancro alla cervice. «Ma come, il beone guerrafondaio e bigotto e marionetta delle multinazionali e inquinatore del pianeta prende e va a tirare su ospedali in Zambia?» [Gorra, Libero] • Nel 2013: «E siccome il 43esimo presidente americano è riuscito a raccogliere ben mezzo miliardo di dollari per le sue iniziative filantropiche (soprattutto quelle per l’Africa) tra i ricchi donatori repubblicani, ecco che il “museo Bush” ha potuto essere costruito a tempo di record. Un edifico minimalista con sobri aree espositive interne» [Gaggi, CdS] • Sempre nel 2013 un sondaggio Gallup dice che gli americani che lo ammirano sono il 49%. Non male per un presidente che nell’ultimo anno alla Casa Bianca era meno gradito di Nixon nel 1974, sempre secondo l’istituto Gallup [Foglio] • «Lasciata la Casa Bianca, si è messo a dipingere: prima un imbarazzante autoritratto nella doccia. Poi qualche gatto e una serie infinita di ritratti di cani, a partire da quello di Barney, il suo terrier scozzese, morto qualche mese fa. Fa una vita ritirata: poche apparizioni pubbliche e niente sortite politiche. Poi la presenza fissa alle partite di baseball dei Texas Rangers e puntate frequenti al Country Club, dove gioca a golf con chi capita. Nel molto tempo che gli rimane libero, si dedica allo sviluppo della sua biblioteca. E dipinge. Adesso ha anche deciso di cambiare soggetto: dai cani passa all’uomo: intende fare il ritratto dei 19 leader che ha conosciuto meglio. Tra questi: Tony Blair, il suo principale alleato nell’invasione dell’Iraq, Putin, Chirac, Merkel e, naturalmente, il suo carissimo amico Berlusconi» [Gaggi, CdS] • Nel 2014 pubblica 41. Portrait of my father [Semprini, Rep] • Nel 2016, durante una cena con gli speaker per l’evento di una banca a New York, ha detto che Putin è una minaccia. Maugeri sull’Espresso: «Ha menzionato anche un supposto complesso di inferiorità, tratteggiandolo con un episodio. “Volevo instaurare un rapporto umano con lui e l’ho invitato a trascorrere un weekend a Camp David. Una mattina mi vede con il mio piccolo cane Barney e dice: ‘e quello sarebbe un cane?’ Quando ricambiò l’invito ospitandomi nella sua dacia, arrivò con il suo cane, un Labrador molto più grande di Barney, mentre altri cani lupo giravano per la proprietà, e mi disse: ‘vedi, questi sono cani, non il tuo Barney’” […] Infine, ha aggiunto rivolto a me: “E sta cercando di strangolare l’Europa con il gas, dopo aver usato petrolio e gas per riaffermare il dominio russo sui Paesi dell’ex-Unione Sovietica. Se glielo permettiamo, il suo ego non avrà più limiti”» • Sempre nel 2016 partecipa alla campagna di suo fratello Jeb • Nel 2017 riceve nel suo ranch Bono Vox • Del 2021 Out of Many, One, una raccolta di dipinti di immigrati americani: «Una nazione che ha la forza di accogliere rifugiati e persone ferite o spaventate per me è una grande nazione. E noi siamo una grande nazione», spiega dicendosi disposto a sostenere l’Amministrazione Biden in ogni modo [Peduzzi, Foglio]. Alla faccia dei muri di Trump.
Religione Nacque episcopale, divenne presbiteriano, ora si confessa metodista [Zucconi, Rep] • «C’è un’unica ragione per la quale mi trovo nello Studio Ovale: ho trovato la fede. Ho trovato Dio. Sono qui grazie al potere della preghiera» • «Il mio filosofo preferito è Gesù».
Amori Quando George W. Bush presentò la futura moglie Laura alla famiglia, la nonna Dorothy Bush le chiese che cosa facesse nella vita. «Leggo e fumo» fu la risposta [Reed, Vanity] • Nozze nel 1977. Quattro anni dopo arrivano due figlie gemelle: Barbara e Jenna.
Titoli di coda «Secondo me la guerra è un posto pericoloso» (Washington, 7 maggio 2003).