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 2022  luglio 07 Giovedì calendario

Biografia di Donatella Rettore

Donatella Rettore, nata a Castelfranco Veneto (Treviso) l’8 luglio 1955 (67 anni). Cantante. Autrice. Suoi maggiori successi: Splendido splendente (1979), Kobra (1980), Donatella (1981, vincitrice del Festivalbar), Lamette (1982). Nel 2022 ha partecipato al Festival di Sanremo in coppia con Ditonellapiaga con il brano Chimica (arrivate sedicesime). Ultimo album: Insistentemente Rettore! (2022). «Le icone? Stanno sul computer. Piuttosto, chiamatemi leggenda».
Vita La madre, una Pisani (discendente da una nobile famiglia veneta), fu attrice goldoniana • «“La mia mamma Teresita faceva parte della compagnia dialettale di Cesco Baseggio specializzata nelle commedie di Carlo Goldoni. Io fui costretta a imparare la parte di Mirandolina nella Locandiera. Per mia madre l’arte era Molière, mentre io amavo la musica moderna, quella impropriamente definita leggera. Di che pasta ero fatta fu chiaro presto. Per festeggiare i miei tre anni andammo a Venezia con tutta la compagnia della mamma. Io avrei preferito la spiaggia, un bagno al Lido. Invece andammo a Piazza San Marco. Al caffè Florian c’era un’orchestra che suonava Vivaldi. Io rimasi affascinata per la musica dal vivo. Mollai la mano di mia madre e scappai verso l’orchestra dando vita a un piccolo show favorito dall’abito da festa di tulle bianco che indossavo. La mamma mi raggiunse chiedendo scusa ai musici. Ma intanto i turisti si fermavano e scattavano foto. Mamma cercava di portarmi via, ma Cesco Baseggio che era anche regista, sceneggiatore e talent scout, la fermò: ‘Lassa star la putea. La xe bravissima. Guarda come che la tien la scena’. Intanto i musicisti cercavano di seguirmi, pronti ad assecondare questa impertinente bimba prodigio”. Infanzia felice? “Sì, un po’ meno per mia madre perché ero ipercinetica. Ballavo, cantavo, suonavo. Tutto tranne che obbedire e studiare. Iperattiva, facevo basket, pattinaggio e solfeggio al pianoforte. Vivevo nel mito di Mike Bongiorno e Topo Gigio che tempestavo di lettere”. Crescendo si sarà calmata... “Macché. Alla tv seguivo i programmi pomeridiani per ragazzi. In particolare Chissà chi lo sa condotto da Febo Conti. Era una sfida a quiz fra scolaresche. Avevo 11 anni e scrissi a nome della mia classe (prima media) per partecipare. E ci chiamarono. La sfida era fra Sciacca e Castelfranco Veneto. Perdemmo. Ma io fui notata da Cino Tortorella che era il regista. Ero una bella ragazzina biondo naturale che non passava inosservata. Ricordo che nel programma c’era Fausto Leali con la sua band, i Novelty, che cantava A chi”. La giovane Donatella manda in giro provini. Carlo Croccolo la appoggia. “Così mi chiamano alla Emi per un provino con Corrado Bacchelli, produttore di Alan Sorrenti. Tutti mi dicono che sono brava ma troppo giovane. Mi devo accontentare di una scrittura estiva con la Nuova Compagnia di Canto Popolare con Trampetti e Eugenio Bennato. Pretendono di farmi cantare in napoletano fra chitarre e mandolini, ma non sono credibile. Così mi assegnano un canto del 600, ma in italiano. Intanto avevo messo assieme il mio complessino chiamato I kobra. Quello del cantautorato era un mondo maschile. Negli anni ’70 mi toccava sentire cose tipo i ‘maschi sono più bravi’, ‘devi aspettare il momento giusto’. C’era una misoginia diffusa e frustrante”. Il brano che la fa conoscere? “A livello internazionale Lailolà, canzone femminista sulla rivoluzione sessuale tradotta in italiano da me e Roberto Dané. È conosciuta all’estero ma in Italia no”. Lei è entrata in conflitto con molte colleghe, fra cui Loredana Bertè... “Loredana mi querelò per alcune critiche. Ma non arrivammo mai davanti al giudice. Però ho sbagliato in passato a giudicare le colleghe. Non è il mio ruolo. Io devo fare i fatti miei e semmai fare autocritica”» (a Mario Luzzato Fegiz) • «In Chimica canta “non mi importa del pudore, delle suore me ne sbatto totalmente”. “Sono cresciuta dalle suore e con questa frase mi sono vendicata di tutto quello che ho subito. Ricordo i ceffoni, i calci nel sedere anche se c’era una suorina minuta, l’unica davvero gentile, Suor Esterina; lei mi è rimasta nel cuore. Purtroppo, la curia non mi ha mai permesso di rincontrarla”» (a Luca Dondoni) • «Non voleva farsi chiamare per nome, ma solo per cognome, “miss Rettore”, e lo diceva pure in una canzone. Strano personaggio, icona gay» (Antonella Leoncini) • «Nel 1977 a Sanremo tirò le caramelle sulla testa delle persone sedute nelle prime file dell’Ariston. “Quella volta ero arrabbiata con il pubblico vip che mi guardava con sufficienza. Era pieno di parrucconi e signore in lungo e io ero solo una ragazza di belle speranze. La voglia di rivoluzione era nell’aria e le respiravo a pieni polmoni”» (a Luca Dondoni) • «Certe sue sfuriate sono memorabili. “Quasi sempre legate a ’sto cavolo di Sanremo. Una volta mi scontrai in diretta con Marcella Bella e Vincenzo Mollica disse quello che non doveva dire, cioè che eravamo due primedonne. Io risposi che lì di primadonna ce n’era una sola. Oggi con Marcella siamo amiche e cantare con lei è una goduria”. Un altro che ce l’aveva sempre con lei era Bevilacqua. “Scriveva che avevo istinti pruriginosi. Ma si può? Detto da uno di Parma, poi”. Be’, lei cantava versi come “Il kobra non è un serpente/ ma un pensiero frequente/ che diventa indecente”. “Guardi che l’altra canzone contenuta nel disco, Delirio, era ancora più conturbante”. Quella che faceva così: “torbidamente guidata/ dalla mia vita dannata”? “Raccontavo il sesso dalla parte delle donne, ma capitemi: sono nata e cresciuta in un Veneto che non è solo bianco, ma secondo me all’epoca era oscurantista. Mia madre avrebbe voluto studiare ma siccome era donna e la famiglia aveva deciso diversamente ha dovuto mettersi a lavorare. Io volevo diventare la voce libera delle donne che si prendono la bellezza e la libertà a cui hanno diritto”. Di notte specialmente, per citare un altro successo? “Ah, quella canzone appartiene a tempi più maturi. Eravamo a metà degli anni Novanta e io vedevo che le battaglie femministe non avevano portato a niente. Era un invito a vivere la notte e i piaceri senza pensare all’indomani, ‘giocando solamente’”. Il testo di Kobra però fece arrabbiare più di uno. “Una professoressa di Palermo presentò una specie di esposto dicendo che io traviavo i giovani. Mi arrabbiai, perché mi sentivo pura come una cascata d’acqua di roccia”. Il brano, uscito nel 1980, arrivò in vetta alle classifiche della Germania. “Guardi che alla fine degli anni Settanta io ero in testa alle classifiche di mezza Europa tranne che in Italia. L’incontro con Elton John avvenne proprio ad Amburgo. Io ero cotta persa di lui, che suonava il pianoforte con Kiki Dee. Avevo una borsa piena di suoi vinili, mi avvicinai e gli mormorai un complimento. Lui mi gelò con lo sguardo, ma Kiki mi volle parlare. Qualche tempo dopo, lui musicò per me canzoni come Remember”. Ancora oggi ragazzi e ragazze intonano Splendido splendente, canzone che ha 42 anni. Come mai secondo lei? “Perché per me i testi dei brani sono sempre stati molto importanti. Hanno una profondità e una struttura linguistica che curo fin nei dettagli. Non tutti sanno che io leggo Shakespeare e Platone, anzi, Platone è la vera strada che ho sempre seguito. Per esempio, mi ha insegnato a prendermi le responsabilità delle mie azioni. Se io faccio un post su Facebook o Instagram me ne assumo la responsabilità e agisco di conseguenza”» (a Roberta Scorranese) • «Ho avuto successo all’estero perché in Italia mi emarginavano, mi consideravano la ragazzotta di campagna, belloccia ma non bella. Ero troppo avanti per l’Italia, ma io sognavo di tornarvi. Non ho fatto carriera allargando le gambe ma tirando su le maniche» (a Igor Righetti) • Nel 1982 protagonista nel film di Umberto Lenzi Cicciabomba nella parte di Miris Bigolin, una ragazza simpatica ma bruttina e sovrappeso (originariamente la pellicola avrebbe dovuto intitolarsi Grassezza fa bellezza) «Cicciabomba é un mio orgoglio. Di recente un signore chiamato Quentin Tarantino l’ha distribuito in America con il titolo Fatty girl goes to New York. E poi come potrei rinnegare un film dove recita Paola Borboni, grande attrice di prosa, e un mito come Anita Ekberg?» (a Laura Eduati) • Nel 2004 partecipò al reality La fattoria (Italia 1). Nel 2017 è stata concorrente a Tale e quale show (Raiuno) e nel 2019 giudice a Ora o mai più (Raiuno) • «Dopo essersi ripresa dal tumore che nel 2020 la spinse a sottoporsi a un doppio intervento chirurgico (“Oggi ne parlo al passato”, dice lei, fiera), la cantautrice veneta si gode la nuova popolarità anche tra i giovanissimi arrivata con la partecipazione in duetto con la romana Ditonellapiaga al Festival di Sanremo 2022. Con Chimica ha vinto un Disco d’oro. Non accadeva dal ’94. “Ma per il valore che hanno oggi io preferisco tenermi stretta quelli che ho vinto quando album e singoli si vendevano sul serio. Tra gli Anni ’70 e ’80 ho venduto più 45 giri di Mina, lo sa?”. Non esageriamo. “Sono seria. A livello di singoli sono un’artista da record. Con Carmela, che nel ’77 conquistò mezza Europa, Splendido splendente, Kobra, Donatella, Lamette ho vinto sei Dischi di platino e ventisette Dischi d’oro, che all’epoca premiavano i 45 giri che avessero venduto almeno 500 mila copie”. Le tue labbra sulle mie labbra: il testo allude a un rapporto saffico? “No, macché: parla di un rapporto etero”. Non ci sarebbe niente di male. “Lo dice a me, che nell’80 scrissi un pezzo intitolato Gaio? Ho sempre incarnato la libertà”. È per questo che per il mondo Lgbt è una paladina? “Sì. E il politicamente corretto, mi permetta di dirlo, mi sta stretto”. A cosa si riferisce? “C’è una limitazione della libertà eccessiva. Si mettono dei filtri a cose che sono state ampiamente superate”. Ad esempio? “Il fatto che non si possa dire fr. o tr.”. Così rischia di essere fraintesa: il terreno è scivoloso. “Quello che voglio dire è che dal politicamente corretto al bigottismo il passo è breve. Se la pensiamo così, oggi Vasco non potrebbe cantare è andata a casa con il negro la troia”» (a Matteo Marzi) • «Che ne pensa delle recenti dichiarazioni di Donatella Rettore, che rivendica il diritto di usare parole come “frocio” e “negro”? “La Rettore è una delle persone più stupide che abbia mai conosciuto”» (il visagista delle dive Diego Della Palma a Maria Francesca Troisi).
Amori Una storia con Umberto Marzotto, quando lui aveva 21 anni e lei 27 • Dal 2005 sposata (in chiesa) con Claudio Rego, il primo uomo con cui fece l’amore («un male da morire, una bella fatica. Ma si doveva fare, lui sarebbe poi partito e rimasto via a lungo»), autore di tutte le musiche delle sue canzoni • «E questa la chiama trasgressione? “E che ci posso fare se siamo ancora innamorati? Certo, non siamo riusciti ad avere un figlio, cosa che abbiamo desiderato tantissimo. Però io ci ho provato: mi sono presa dei lunghi periodi di riposo, ho cercato di allontanare lo stress per favorire la fecondazione, ma niente, il figlio non è arrivato e pazienza”. Su, racconti una trasgressione vera. “Guardi, tanto per farle capire: nel periodo in cui Biscardi mi invitava al Processo del lunedì perché sono una tifosa della Hellas di Verona, un giorno incontrai Corrado Pani. Mi fece una corte discreta, poi mi invitò a cena ma io gli risposi che Claudio mi aspettava fuori, come sempre”. Abbiamo capito, “di notte specialmente” non succede niente. “In verità ho avuto un corteggiatore particolare e molto famoso, ma non posso rivelare il nome. E se è per questo anche una spasimante donna. Ma non dirò mai chi sono. Ah, per chi lo stesse pensando, no, non è Berlusconi: l’ho conosciuto bene, ma non mi ha mai filato. Chissà perché”» (a Roberta Scorranese).
Malattie «Vaccinata? “Certo, tre dosi, ma io sono sopravvissuta anche alla Sars, se la ricorda?”. Si ammalò all’epoca? “Può dirlo forte, oggi l’abbiamo dimenticata perché si parla solo del Covid, ma io stetti male per un mese. E sono pure talassemica, pensi”» (a Roberta Scorranese) • Nel 2020 è stata operata per un tumore al seno.
Cibo Vegetariana. «Mi piace mangiare i cibi come li offre la natura. Cucino al massimo verdure al vapore. Amo le carote fresche e gli asparagi».
Politica Vota radicale • «Le piacerebbe una donna Presidente della Repubblica? “Non solo mi piacerebbe ma lo dico chiaro: voglio una donna presidente della Repubblica, così come vorrei che la nostra si trasformasse in una Repubblica presidenziale. Tifo per Emma Bonino che vedo autorevole, una politica capace, così come potrebbe esserlo la Cirinnà o Dacia Maraini”» (a Luca Dondoni).
Religione «Se trovo il prete giusto che mi sa ascoltare mi confesso volentieri. Ogni volta è una liberazione. Ma cerco consigli, e non penitenze» (a Mario Luzzatto Fegiz).
Vizi «Negli anni Ottanta, prima di uno spettacolo televisivo, mi offrirono della cocaina. Ho risposto: non posso, ho la sinusite» (a Paolo Giordano).
Calcio Grande tifosa dell’Hellas Verona. «Quando Mandorlini ci riportò in Serie A stavo per cadere dalla tribuna per l’esultanza: mi hanno tirata su per i jeans» (alla GdS).