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 2022  luglio 25 Lunedì calendario

Biografia di Helen Mirren (Elena Vasil’evna Mironova)

Helen Mirren (Elena Vasil’evna Mironova), nata a Londra (Gran Bretagna) il 26 luglio 1945 (77 anni). Attrice. Raffinata interprete della Royal Shakespeare Company, nota al cinema e in tv per i ruoli da regina: è stata Elisabetta I, Elisabetta II, la regina Charlotte e la regina di Danimarca ma, «in barba alle mie Regine, devo le pagine più fertili della mia carriera e vita ai personaggi più trasgressivi». Nel suo palmerès: un Oscar, tre Golden Globe, quattro Bafta, cinque Screen Actors Guild Awards, un Critics’ Choice Awards, quattro Emmy Awards e un Tony Award.
Titoli di testa «Chi mai ha sancito che recitare Cechov è più dignitoso che interpretare la tenutaria di una casa di appuntamenti? Ci vuole talento anche per essere una bad girl capace di elevare la cultura pop a una forma di arte capace di smascherare ipocrite pruderie».
Vita «Mio nonno era un diplomatico e un ex colonnello dell’esercito zarista che si trasferì in Inghilterra all’avvento del comunismo. Mio padre anglicizzò il cognome di famiglia in Mirren» • Suo padre, Vasilij Petrovič Mironov, violinista nell’Orchestra Filarmonica di Londra fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, si fece poi tassista, istruttore di scuola guida, per poi diventare funzionario al Ministero dei trasporti britannico. Sua madre, Kathleen Roger, penultima dei 14 figli di un macellaio, a sua volta figlio del fornitore di carni della corte della regina Vittoria • «I miei genitori appartenevano a una generazione che ha attraversato la depressione tra due guerre, una seconda guerra mondiale, poi ha creato politiche sociali che hanno permesso a persone come me di ricevere un’istruzione. O di usufruire del servizio sanitario nazionale. Mia madre lasciò la scuola a 14 anni, non aveva possibilità di ottenere un’istruzione secondaria. Quella generazione, cresciuta nel dolore e nelle difficoltà, ha creato un mondo di sicurezza e prospettive. A quella generazione dobbiamo molto, aveva un senso dell’onestà e uno spirito di sacrificio che oggi è difficile incontrare. A testa bassa hanno affrontato tutto» [ad Arianna Finos, Rep] • Frequenta la scuola cattolica, più tardi entrerà alla scuola di recitazione della Middlesex University a Londra • «Ricordo che avevo 16 o 17 anni quando ho visto L’Avventura di Antonioni. Quel film mi ha cambiato la vita. All’epoca non pensavo ancora al cinema, ma solo al teatro, il resto non mi interessava. A casa non avevamo la tv e non andavamo mai al cinema perché non ce lo potevamo permettere. Lavoravo come cameriera in un alberghetto di mia zia a Brighton; in un pomeriggio di pioggia del mio giorno libero, entrai in una piccola sala d’essai – più che altro per ripararmi dall’acqua – dove programmavano o film pornografici o film d’autore. Quella volta proiettavano L’Avventura, di Michelangelo Antonioni, con Monica Vitti. Quel film mi lasciò senza fiato e in preda a un’eccitazione incredibile: non potevo credere di provare tutte quelle sensazioni. Proprio in quel momento è nato il mio amore per il cinema e le attrici italiane, ho smesso di ispirarmi alle star americane di quei tempi e mi sono concentrata sulle vostre dive, sulla vostra lingua, i vostri paesaggi» [a Silvia, Bizio, Rep] • «La Magnani era (ed è) la mia dea. In un certo senso è diventata la mia grande insegnante, mi bastava guardarla. Sophia Loren sullo schermo aveva davvero una forza incredibile. Per non parlare di Gina Lollobrigida e Monica Vitti» [ibid.] • Da ragazza lavora anche come imbonitrice in un parco di divertimenti nell’Essex (Inghilterra): doveva convincere le persone a fare un giro sulle montagne russe [Imdb] • «Erano i tempi in cui Brigitte Bardot andava fortissimo, e io volevo essere disperatamente come lei. Ma ero una ragazza cicciottella e lentigginosa che viveva a Southend-on-Sea, quindi non avevo molte chance da quel punto di vista. Ricordo però che mi sedevo davanti al mare ad immaginare, sperare, sognare, desiderare che un grosso produttore con il sigaro passasse lì e uscendo dalla macchina mi chiedesse “Hey, come ti chiami? Sei quella che sto cercando”» • «I miei erano contrari, per tre anni ho seguito un corso per insegnante. Ero negata» [Newsweek] • A 18 anni viene ammessa al National Youth Theatre, a 20 il debutto all’Old Vic in Antonio e Cleopatra: «Sin da quando interpretai giovanissima Cleopatra, facendo scandalo per i vestiti scollatissimi che avevo scelto, mi sono sempre sentita più una calendar girl che una good girl» [Grassi, cit.] • Quel ruolo le fa ottenere un contratto con la Royal Shakespeare Company e diventa Castizia in The Revenger’s Tragedy. Il Times di Londra la definisce «la regina più sexy della Royal Shakespeare Company» • Decide poi di affidare il suo futuro a un cartomante che le dice: «Avrai successo, ma non sarà prima dei 40» • Perché scelse di diventare un’attrice? «Per amore di Shakespeare e per il sogno di Hollywood» [Grassi,cit.] • «Una sensazione gratificante l’ho provata alla consegna dell’assegno per il primo lavoro a teatro, due settimane di recite. È bastato a malapena a pagare l’affitto! Dopo tanti anni, però, sono sempre emozionata di essere pagata per questa professione. Una delle cose più importanti che i miei genitori volevano trasmettermi era l’indipendenza economica. Ancora oggi sono fiera di guadagnarmi da vivere. Mia madre pensava che la recitazione fosse uno spreco della mia educazione, solo una volta entrata nella Royal Shakespeare Company le era parso uno stipendio regolare» [a marie claire] • Tanto teatro – è Cressida in Troilo e Cressida di Shakespeare (1968), Lady Macbeth in Macbeth, recita anche nell’Amleto, nell’Enrivo IV, in Molto rumore per nulla, ma anche in Madame Bovary, in La signorina Julie e ne Il gabbiano – ma anche cinema Press for Time di Robert Asher (1966), Herostratus di Don Levy (1967), A Midsummer Night’s Dream di Peter Hall: «Sono diventata attrice soltanto intorno ai 22 anni. Per anni sul set mi sono sentita come un coniglio sotto i riflettori. Non capivo che cosa stesse accadendo e come dovessi comportarmi. Il set mette paura» [Newsweek] • Nel 1969 si tuffa in acqua con maschera e boccaglio, ma senza costume, nel film Le età del consenso [Menzani, cit.] • L’anno dopo recita con Carmelo Bene in Colpo rovente di Pietro Zuffi • Di nuovo nuda nel Messia Selvaggio (1972) mentre è impegnata in mosse di karate sexy [Menzani, cit.]. E ancora nel 1979 in Io, Caligola di Tinto Brass: «Eravamo tutti nudi, il set sembrava un campo di nudisti e sarei stata a disagio se fossi stata vestita» [a Valerio Cappelli, CdS]. «Feci inferocire coloro che volevano continuare a vedermi diretta da Peter Brook oppure recitare all’Old Vic Lady Macbeth e testi classici nella Royal Shakespeare Company […]. Mi sbarazzai con Caligola di tanti fardelli di una rigida educazione impartitami dagli insegnanti del liceo cattolico. Tra le due parole “establishment” e “bohème”, ho sempre scelto, e ancora scelgo, la seconda» [a Giovanna Grassi, CdS] • Nel 1980 è nell’ultimo film di Peter Sellers Il diabolico complotto del dottor Fu Manchum, poi Morgana in Excalibur, e una vedova irlandese innamorata di un membro dell’Ira in Cal • L’anno dopo sul set de Il sole a mezzanotte conosce il regista Taylor Hackford e se ne innamora • Non ha letto un giornale prima dei 40 anni: «Prima ero impegnata a costruire la mia vita» [ad Arianna Finos, Rep] • Nel 1986 recita con Harrison Ford in Mosquito Coast. Di quel film ricorda che Ford era un mediocre baciatore • Nella pellicola Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante di Peter Greenaway (1989), si impegna in una fellatio e poi in un amplesso tra pentole e scatolini [Menzani, cit.] • L’erotismo è sempre protagonista in Cortesie per gli ospiti (1990) con Christopher Walken, Rupert Everett e Natasha Richardson • Nel 1994 prima nomination agli Oscar, e miglior interpretazione femminile al festival di Cannes con La pazzia di Re Giorgio di Nicholas Hytner, nei panni della regina Carlotta. Nel 1999 il British Film Institute l’ha inserito al 42º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo • In Se m’amate (1997) di Sydney Lumet affronta il tema dell’eutanasia • Nel 2001 è diretta da Sean Penn in La promessa, ma è il ruolo di Mrs. Wilson
in Gosford Park di Robert Altman a farle ottenere la seconda nomination agli Oscar • Nel 2003, ormai matura, è di nuovo nuda in The roman spring of Mrs Stone [Menzani, cit.] e in Calendar girls dove si sveste per beneficenza • Nel 2005, subito dopo le riprese di The Queen, in cui veste i panni di Elisabetta II, si cala nei panni di Elisabetta I nella mini serie tv di Tom Hopper • Nel 2007 ottiene l’Oscar per The Queen di Stephen Frears: «La statuetta è il premio supremo ma dura solo una notte, poi ti svegli e devi trovare un nuovo lavoro» [Tamburrino, cit.] • Durante la cerimonia degli Oscar, invece di parlare della sua carriera, ha reso omaggio a Elisabetta per aver mantenuto intatti «per più di 50 anni la sua dignità, il suo senso del dovere e la sua acconciatura»: «Ha i piedi per terra, il cappello in testa, la borsa al braccio ed ha attraversato molte tempeste. Se non fosse per lei io sicuramente non sarei qui» [Rep] • La sera in cui ha vinto l’Oscar per The Queen non indossava né mutande né reggiseno: «L’abito di Christian Lacroix era stato fatto per me quindi non avevo bisogno della biancheria» [tgcom] • «Amo l’adrenalina che si scatena sul red carpet, i bellissimi vestiti e i diamanti da favola che ti prestano per l’occasione. Come il diamante rosa da due milioni di dollari che mi diedero all’Oscar: io lo appoggiai sul fondoschiena e dopo la cerimonia gli uomini della sicurezza faticarono non poco per recuperarlo. Cose che succedono solo a Hollywood» [a Gloria Satta, Mess] • Nei giorni seguenti Elisabetta II la invita per una cena privata ma lei rifiuta perché è in Sud Dakota per girare un film. Un “no” che ha fatto scandalo: «Quando c’è in ballo una cena con la regina i comuni mortali disdicono ogni sorta di impegni e anche la Mirren, sia pure con un faticoso avanti e indietro in aereo attraverso l’Atlantico. Se non l’ha fatto, sospettano i tabloid di Londra, è perché la prospettiva di una cena con Sua Maestà non la entusiasmava affatto. Qualcuno interpreta quel no addirittura come una piccola rivincita sulla regina la quale, quando il film uscì a Londra, fece dire da un suo subalterno: “Sua maestà non lo vedrà. Non è mai stata appassionata di cinema. Figuriamoci vedersi interpretata da un’altra persona”» [Rep e CdS] • Successo in tv nella serie Prime suspect • Sempre nel 2007 viene premiata come la donna anziana più sexy del mondo e dà alle stampe la sua autobiografia In the Frame • Per promuovere la sua nuova pellicola Love Ranch (2009) s’è fatta fotografare tutta nuda – e inevitabilmente raggrinzita – in vasca da bagno [Menzani, cit.]. Per prepararsi a questo film, che parla della prima casa chiusa legalizzata del Nevada, ha passato una notte in un bordello • «La carne vende. La gente non vuole vedere film sulle chiese, vuole vedere corpi nudi» • Nel 2010 è ne Il debito di John Madden e anche la moglie di Tolstoj in The last station di Michael Hoffman • L’anno dopo si fa allenare dal pugile Evander Holyfield per girare Arturo di Jason Winer • Nel 2012 compra un’antica masseria a Tigiano, nel Salento, e la riadatta secondo criteri ecosostenibili [SetteGreen]: «In Salento vado alle feste di paese, al supermercato, mi dedico al giardinaggio. Abbiamo 400 melograni, e vogliamo commercializzare il loro succo, che è favoloso, pieno di proprietà nutritive. Non mi sento una diva, ma una contadina salentina (lo dice in italiano, ndr)» [Dea Verna, Oggi] • Nello stesso anno veste i panni della signora Hitchcock: «Alma è stata la grande passione di Hitchcock e poco importa che, nell’immaginazione, il regista amasse le bionde glamour. La sua realtà quotidiana era la moglie. Per me è stato fantastico impersonare questa storia d’amore. Una delle scene più spiritose ed eloquenti è quella della coppia, che dorme nella stessa stanza, ma in letti gemelli e separati, scambiandosi continue confidenze sui copioni da leggere» [Grassi, cit.] • In Phil Spector recita con Al Pacino, attore che ha sempre ammirato e che qualche anno prima la fece cacciare dal set de L’avvocato del diavolo diretto dal marito Taylor Hackford: «Al mi notò dietro centinaia di persone e lo vidi parlare con Taylor, che poi mi si avvicinò e disse “Mi dispiace Helen, ma temo che tu debba andartene”. Non voleva essere visto da un collega, mentre lavorava» • Recita per Simon Curtis in Woman in Gold, per Jay Roach in L’ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo nei panni della giornalista Hedda Hopper, negli ultimi tre Fast & Furious • Nel 2017 è nel roadmovie di Paolo Virzì Elle & John: «Lo stile italiano è molto più libero, mi sono sentita perfettamente a mio agio in quella modalità, per quanto rumorosa! Gli americani sono così organizzati e corretti e ti dicono sempre quello che puoi e non puoi fare» [a Silvia Bizio, Rep] • Nel 2014 è testimonial della linea anti invecchiamento di L’Oréal. Ritanna Armeni: «Una soddisfazione, per noi signore agées, apprendere che l’Oréal ha scelto l’attrice britannica Helen Mirren. Una quasi settantenne che, per di più, ha dichiarato di non aver mai fatto ricorso a chirurgia estetica e botox, e di andare dal parrucchiere solo una volta all’anno» • «Non ci sono alternative: o si muore giovani o si invecchia. E io non volevo morire giovane, perché sono troppo curiosa. Mi spiace tanto per Kurt Cobain (morto suicida a 27 anni nel 1994, ndr), perché non ha potuto vedere Internet. Sono felice di essere arrivata a questa età perché ho potuto conoscere il Gps. Per me, che amo le mappe, è l’invenzione più geniale del mondo» [Verna, cit.]. È anche su Instagram e sostiene che se fosse più giovane non si farebbe problemi a usare Tinder • Appare anche in un video per sostenere la candidatura di Dario Stefàno alle primarie di centrosinistra in Puglia: «Credo che abbia fatto un lavoro straordinario per l’agricoltura e la promozione dei prodotti locali» [CdS] • Sempre nel 2015 vince un Tony Award e un Laurence Olivier Award per la commedia The Audience di Peter Morgan. Per Luc Besson in Anna interpreta «una spia russa zoppa che parla in modo sguaiato e volgare per poi sorprendere tutti citando Dostoevskij: “Non basta l’intelligenza per agire in modo intelligente”» [welovecinema.it] • Nel 2019 è Caterina II nella serie tv Caterina la Grande • Nel 2021 legge i diari di Anna Frank ed è con Checco Zalone ne La vacinada: «Mi sono divertita. Ora però vorrei girare con lui un film. C’è un problema, però: è più bravo di me» [ad Arianna Finos, Rep e Gloria Satta, Mess] • Da ultimo è stata Miss Bunton ne Il ritratto del duca di Roger Mitchell e presto sarà Golda Meir nel film biografico Golda di Guy Nattiv: «Il suo legame con Israele risale addirittura al 1967, quando partì volontaria per lavorare in un kibbutz. “La grande cosa che Israele ha sono gli israeliani”, ha detto Mirren raccontando della sua vita nel kibbutz Ha Gaon. “Penso a tutte le sofferenze patite dalla popolazione in passato e alle difficoltà presenti e future. Un paese bellissimo, pieno di immaginazione, creatività e di coraggio con gente molto profonda e incredibilmente determinata. Amo Israele da molti punti di vista, è un posto importante nel mio cuore, lo sosterrò sempre e lotterò contro il boicottaggio”» [Giulio Meotti, Foglio] • Ama l’arte ma non è una collezionista, «sono troppo tirchia per esserlo» • A maggio People l’ha voluta in copertina del numero speciale sulla bellezza: «Ci sono persone incredibilmente belle nel mondo, ed è un vero piacere guardarle, maschi o femmine. Le persone belle sono una meraviglia da vedere. Ma la maggior parte di noi non lo è. Abbiamo altre cose, che sono potenti quanto la bellezza. La fiducia in noi stessi» [Vanity] • Lontana dai riflettori si sente una regina? «Macché, quando non lavoro metto abiti comodi, magari con qualche buco. Mi sento una regina solo dopo un bicchiere di vodka» [a Gloria Satta, cit.].
Attivista Sempre in prima linea per i diritti delle donne. «Erano gli Anni 70, all’epoca recitavo Shakespeare a teatro. Un intervistatore disse che con i miei attributi fisici era difficile considerarmi un’attrice seria. Io risposi con una domanda: vuole dire che una brava attrice non può avere un bel seno? Ecco, una scena così ora non sarebbe possibile» [Cappelli, cit.] • «Ho vissuto la storia del sessismo, e ho cercato di far valere il mio punto di vista anche a Hollywood, da ribelle quale sono. E ho assistito a cambiamenti straordinari, ora anche noi entriamo nel mondo del lavoro in maniera più appropriata. Io ho sempre detto alle donne, non vi preoccupate dei ruoli nel cinema ma nella vita, quando cambierà nella quotidianità di tutte, cambierà anche sul set» [Tamburrino, cit.] • «Tanta gente mi ha chiesto “cosa diresti a te stessa giovane, o a tua figlia?”. E io ho risposto che se avessi una figlia le insegnerei a dire “vaffanculo”, e la spingerei a dirlo con forza. Le donne dovrebbero imparare quelle parole. Questo è il mio momento del vaffanculo» • Non crede nella sessualità binaria • «Avrò pure pretese di femminista e missionaria del mondo-donna: ma, alla fine, è sempre mio marito che comanda».
Amori S’è sposata per la prima volta a 53 anni e si considera da sempre «uno spirito libero, che crede alla sensualità e non alla volgarità» [Grassi, cit.]. Nozze in un castello scozzese con l’americanissimo Taylor Hackford –il regista di Ufficiale e Gentiluomo – che indossava il kilt • «Taylor e io ci diamo supporto e consigli ma abbiamo le nostre carriere separate. E come ogni regista, ha le sue ossessioni con le quali lo lascio convivere» [L. S., l’Espresso] • «Abbiamo trascorso il lockdown nella nostra casa nel Nevada prendendo lezioni d’italiano online e guardando i film di Fellini, immersi nella natura» [a Gloria Satta, cit.]».
Titoli di coda «L’unica cosa che detesto è alzarmi presto».