26 luglio 2022
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Biografia di Maria Grazia Cucinotta
Maria Grazia Cucinotta, nata a Messina il 27 luglio 1968 (54 anni). Attrice. Produttrice. «Cenerentola è il film che continua a emozionarmi, perché è un po’ la storia della mia vita. […] Se non avessi avuto la possibilità di fare Indietro tutta! o Il postino non avrei mai dimostrato quanto valevo e sarei rimasta nell’ombra» (ad Alessandra Paudice) • Terza dei quattro figli di un postino e una casalinga. «Mia mamma prima di me aveva avuto due aborti spontanei. Io sono nata podalica a otto mesi e con enormi difficoltà: i medici mi davano per spacciata. Mia madre chiese la grazia a sant’Antonio di Padova, al quale era molto devota. Credo che siano state le sue preghiere a permettermi di nascere e rimanere in vita» (a Giulia Cerqueti). «Ai miei tempi a scuola i dislessici come me venivano semplicemente valutati come pigri e svogliati. Per tutti gli anni trascorsi sui banchi mi sono dovuta scontrare contro il pregiudizio degli insegnanti, che, ignorando cosa fosse questo disturbo dell’apprendimento, nei colloqui con mia madre ripetevano sempre lo stesso ritornello: “Sua figlia è intelligente ma non si applica, si distrae spesso e quindi rende poco”. Timida ed emotiva, ero perennemente vittima di scherzi e vessazioni da parte dei compagni di classe perché leggevo aiutandomi con il dito e spesso invertivo o saltavo le parole». «Come è stata la sua adolescenza? “A Messina ero felice, anche se non avevamo niente. Mamma ci portava a fare il bagno sulla spiaggia pubblica: un asciugamano e via. La semplicità più assoluta, la felicità più immediata”» (Giovanni Bogani). «Maria Grazia, da ragazzina sentiva di possedere i “superpoteri” della bellezza? “Ma al contrario! Io ero il brutto anatroccolo! A tredici anni ero magra, alta, con gli occhiali e con un seno imponente: avevo tre milioni di complessi, ero timidissima, tutte le mie compagne erano più sicure di sé. Mi sentivo inadeguata, fragile. Ero solo una ragazzina con tanti sogni in un piccolo centro come Messina, negli anni ’80”. […] Poi la bellezza è apparsa, però. Che cosa ha rappresentato per lei? “Non lo nego: è stata una chiave di ingresso nel mondo di cui volevo far parte. Ho iniziato con i concorsi di bellezza, con in testa ben chiaro che volevo fare l’attrice”» (Bogani). «Manco tirando a indovinare si direbbe che ha studiato analisi contabile. “Eh, lo so. Alla fine mi è tornato utile: i primi tempi ho risparmiato sul commercialista”. Tre mesi dopo il diploma era già a Salsomaggiore per Miss Italia, edizione 1987. “Mi ero iscritta al concorso a 16 anni: papà non mi lasciò andare. Così ci riprovai a 18 appena compiuti. Partii da Messina con il treno delle 8.30: in borsa avevo la focaccia di mamma e qualche mela. Non ho vinto ma sono arrivata in finale. Fui notata da un’agenzia di Milano. ‘Se per caso passi in città, fatti viva’, mi proposero. Capirai, mica era sotto casa: da giù allora ci volevano 24 ore”» (Giovanna Cavalli). «Quando sono andata via da Messina per lavorare nella moda, mio padre non mi ha parlato per anni». «Appena suo fratello Tanino vinse il concorso alle poste di Brescia, lei lo raggiunse per inseguire provini a Milano» (Lucia Castagna). «Mi trasferii a Brescia da mio fratello Gaetano, che mi trovò un posto da segretaria. Per arrotondare faceva il fotografo: mi compose lui il primo book, ma come modella non avevo speranze: troppo seno. Richiamai quell’agenzia di Milano». «La mia prima agenzia di moda mi cambiò il nome in Dejanira. Per loro era molto più chic essere straniera che siciliana». «Non andavo bene per fare la modella a causa del mio troppo seno, e i soliti falchi mi proponevano foto e film porno, perché pensavano che le mie forme fossero adatte… Ma, i compromessi, non li ho mai accettati: io non mi spoglio». Ben presto, comunque, «“ottenni il primo provino”. Per Indietro tutta!, un cult di Rai 2. “E fu un disastro. Mi presentai davanti a Renzo Arbore, Alfredo Cerruti, Arnaldo Santoro, Nino Frassica: capirai, mi presero in giro senza pietà. ‘Cosa sai fare?’. ‘Nulla’. Ero un’imbranata. Avevo il cuore in gola e le orecchie viola. Alla fine mi scelsero, forse per compassione: per fortuna ero fotogenica. […] Mi ritrovai in un grande, allegrissimo caos, dove tutto era improvvisato: per me era la prima volta in tv, non sapevo come muovermi, non capivo niente, però ero contenta così. Appena si accendeva la telecamera, le Ragazze Coccodè e le Cacao Meravigliao si contendevano l’inquadratura sgomitando, come la palla in un campo da rugby: volavano in aria nuvole di piume, per mantenere l’ordine hanno separato i camerini”. Tre anni dopo, il primo cinepanettone: Vacanze di Natale ’90, con Boldi e De Sica. “In cui mi ha doppiata Simona Izzo, perché avevo ancora un accento siciliano troppo forte. C’era Moira Orfei, che arrivava già truccata e pettinata, perfetta. ‘Senti qui che braccio, tocca quanto sono soda’, mi ripeteva mentre parlava al telefono con i domatori del circo”. Che girasse Il postino era quasi destino. “Mio padre faceva il postino, come poi mio fratello, mia sorella, mio cognato e mia nipote. In realtà anch’io avevo vinto il concorso e un contratto di tre mesi, ma ci ho rinunciato: ormai avevo preso la mia strada. Papà mi ha tenuto il muso per anni, fino al film con Massimo Troisi: in qualche modo avevo realizzato il suo sogno”. Ricordi dal set? “La pazienza infinita di Massimo con me, una semi-sconosciuta in un cast stellare. Per timidezza parlavo velocissima: avevo paura di rubare troppo tempo. Con me c’era Renato Scarpa, meraviglioso”. […] Fu Nathalie Caldonazzo, allora fidanzata di Troisi, a raccomandarla per la parte. “Ci eravamo conosciute a Fantastico 10, con Massimo Ranieri e Anna Oxa. Nathalie era bellissima: quando passava faceva rigirare pure le mattonelle. ‘Saresti perfetta’, insisteva. ‘Ci penso io’. E lo ha convinto. Lei e Massimo si amavano moltissimo, la sua morte fu il più grande dolore della sua vita”» (Cavalli). «Era soltanto una ragazza, appena ventenne, quando la Cucinotta conobbe per la prima volta il grande successo internazionale interpretando al fianco di Massimo Troisi la parte di Beatrice ne Il postino di Michael Radford, film che nel 1996 ottenne cinque candidature agli Oscar, vincendo quello per la migliore colonna sonora drammatica. Volò a Los Angeles per presenziare alla notte delle stelle e per l’occasione sfoggiò un meraviglioso abito lungo di Giorgio Armani. “Lo conservo nel mio guardaroba: come potrei mai distaccarmene?”» (Guido Andruetto). «I laureati, con Pieraccioni, 1995. “Il postino aveva appena vinto l’Oscar, in quel momento ero la star, gli altri mi guardavano quasi con soggezione. Con Leonardo c’erano tante scene in cui ci baciavamo, i paparazzi erano appostati ovunque, lui era adorabile, scoppiavo a ridere di continuo, specie con Ceccherini. Fu divertentissimo, anche se a volte mi rivedo in una scena e mi dico: ‘Mizzica, come l’ho recitata male!’”. Con Gigi Proietti nella fiction Avvocato Porta. “Con lui potevi anche restare muta: era talmente grande che ti sentivi superflua. All’inizio sembrava burbero, poi ti incantava con i suoi racconti, generoso, gentile: a me che sono così imbranata pareva un genio”. Nel frattempo era partita per Los Angeles, e ci è rimasta fino al 2005. “A dirla tutta, Hollywood è una scritta anonima su una collina spelacchiata, pure bruttarella, niente di che, per me che venivo da Roma, con il Vaticano e il Colosseo, però gli americani come organizzazione sono ineguagliabili e lì davvero funziona la meritocrazia: non gli importa chi sei e da dove vieni, se hai successo hai successo e tutti sono con te. Ho studiato e imparato tanto”. Rifiutò una parte ne L’avvocato del diavolo perché c’era da spogliarsi. “Ero tentata: un film con Al Pacino e Keanu Reeves, no, dico, Keanu Reeves, che quando lo vedi ammutolisci. Pensavo: e quando mi ricapita? Però nel copione c’era un nudo continuo, e io con questo seno gigante mi sarei sentita a disagio e avrei rovinato tutto”. […] Stava per rifiutare anche 007 – Il mondo non basta con Pierce Brosnan. “Ero su un set faticosissimo a San Francisco, si girava soltanto di notte, i miei colleghi erano cerebrali, pieni di turbe, mi sfinivano, in più dovevo studiare dizione: ero distrutta. E poi la produzione pretendeva un’esclusiva di sei mesi per due pagine di copione. La mia agente ha accettato al posto mio. ‘Questi sono i biglietti: parti domani per Londra’. […] È stata un’avventura pazzesca: dovevo correre e saltare dalle finestre sui tacchi 12, mai portati in vita mia, guidare un motoscafo. Quante aspirine ho preso per i dolori!”. […] Vanta un film con Woody Allen e Sharon Stone: Ho solo fatto a pezzi mia moglie. “Sharon, l’ho vista poco, perché il marito tradito, come dice il titolo, la fa fuori quasi subito: di lei resta solo una mano, che sarà poi al centro della storia. Woody Allen, lo conoscevo già, tramite sua sorella. Dal vivo è piccolino, ma, quando recita, ciao, non ce n’è più per nessuno, si accende, risplende, è il cinema”» (Cavalli). «Ha lavorato a Hollywood, quindi è diventata sceneggiatrice e produttrice, e nel 2011 ha debuttato come regista con il cortometraggio Il maestro. In seguito è stata protagonista di La moglie del sarto e Babbo Natale non viene da nord. Ha interpretato innumerevoli serie tv ed è apparsa in altrettanti programmi di intrattenimento» (Bruna Magi). Negli ultimi anni, qualche partecipazione cinematografica (Tutto liscio di Igor Maltagliati, 2019; American Night di Alessio Della Valle, 2021; Gli anni belli di Lorenzo D’Amico de Carvalho, 2022), la regia di un altro cortometraggio (Il compleanno di Alice, 2017), la conduzione di un programma di cucina (L’ingrediente perfetto, La7, dal 2021) e persino l’esordio teatrale, in Figlie di Eva di Michela Andreozzi, Vincenzo Alfieri e Grazia Giardiello. «Il buio in sala, il pubblico lì davanti che ti osserva, tu che se sbagli non puoi rifare il ciak: alle prime repliche di Figlie di Eva mi tremavano le gambe, lo ammetto. Ora salire sul palco con Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi mi piace da morire» (a Fiamma Tinelli). Prossimamente dovrebbe tornare sul grande schermo in «un film su Mameli, regia di Angelo Antonucci, dove io sarò una mamma sfortunata. Con me Stefania Sandrelli» • «È attrice, regista, produttrice, imprenditrice. Ha puntato sulla Cina prima di altri. Come ci si trova? “Benissimo. Ho una società italo-cinese che si occupa di far conoscere il nostro Paese in Asia. Là sono assetati della nostra creatività: rappresentiamo il cinema, l’arte, la moda. Passo in Cina 3-4 mesi l’anno da 11 anni. Sono partita con la produzione di un film, poi sono rimasta. La mia sincerità fa la differenza”» (Cristina Lacava) • Al fianco di Alex Del Piero, e del passerotto, nelle ultime campagne pubblicitarie dell’acqua Uliveto • Impegnata in varie attività di beneficenza (tra l’altro, per i rifugiati, contro il tumore al seno, per i diritti delle donne) • Una figlia, Giulia (2001), dall’imprenditore e produttore Giulio Violati, sposato nel 1995. «La corteggiò con una certa faccia tosta. “Lo conobbi la sera di Capodanno, festa che detesto, a casa di Massimo Santoro, il figlio di Arnaldo, mio caro amico. Esordì con delle battutine infelici sul mestiere di attrice: cercava di fare il simpatico, lo mandai subito al diavolo. Due giorni dopo mi arrivò una telefonata: ‘Sei libera il 7 ottobre?’. Non lo avevo riconosciuto, credevo fosse una proposta di lavoro. ‘Perché, se sei libera, allora ci sposiamo’. Ho riattaccato”. Alla fine però ci è cascata. “Sì, mi faceva ridere. Ed è ancora così”» (Cavalli) • «Non ho rimpianti per aver lasciato Los Angeles: mio marito non voleva trasferirsi e l’ho seguito. È stata una scelta consapevole. Ho ricominciato a viaggiare anni dopo, quando mia figlia Giulia […] è cresciuta» • Cattolica, ma superstiziosa. «Da mia nonna Agatina, ci andavano davvero in tanti. Le comari facevano la fila per sottoporle i casi più strani. In Sicilia si diceva che lei fosse in grado di togliere il malocchio. E io, oggi, come potrei dire che non ci credo? L’ho visto con i miei occhi. È una cosa di famiglia» • In gioventù si faceva un complesso del seno grande (porta una quinta). «Ho sempre avuto il complesso: a 13 anni ero già così, che vergogna, non vedevo l’ora di ridurlo con un intervento. Poi ci ho rinunciato: forse non avrei avuto lo stesso successo, però non mi è mai sembrato bello, troppo ingombrante, per nasconderlo ingobbivo le spalle. E poi è dura farsi prendere sul serio: nessuno ti guarda negli occhi. “Ah, ma sei anche intelligente” è una frase che ho sentito spesso» • Con gli anni ha superato in buona parte la dislessia. «Da adulta, grazie alla recitazione ho imparato ad ascoltare il mio corpo, a curare la respirazione e a tenere il ritmo nella lettura ad alta voce. Inoltre ho maturato una maggiore sicurezza e consapevolezza dei miei mezzi e, di conseguenza, il disturbo si è stemperato» • «“Ho tenuto tutti i vestiti importanti della mia vita. Quelli di scena che ho indossato sui set dei tanti film e quelli da cerimonia che hanno accompagnato alcuni momenti magici della mia carriera. […] La mia casa si sviluppa praticamente tutta intorno al mio guardaroba – ammette con un candido sorriso –, e non poteva che essere così, vista la mia naturale propensione ad accumulare vestiti su vestiti. Ho tenuto da parte anche quelli che mi fece indossare mia mamma da bambina nel giorno del mio primo compleanno e della prima comunione. Mi piace l’idea che una collezione di abiti possa farmi ricordare tutte le vite che ho vissuto”. Un po’ le succede anche con le scarpe, che la Cucinotta predilige con i tacchi alti e vertiginosi. […] “Le scarpe sono la mia vera fissazione. Ho una grande vasca da bagno che ho completamente riempito fino all’orlo di scarpe. E, anche gli scaffali delle librerie in casa, li ho liberati dai libri che ho già letto e in mancanza di spazio li utilizzo come scarpiere. […] Vale anche per le borse, un’altra tentazione cui non riesco a resistere”. […] “Sono una donna libera ed autonoma, […] ma non mi sono mai lasciata andare: mai un’occasione in cui mi sia successo di presentarmi in modo trasandato”» (Andruetto) • «Non ha mai stravolto la sua immagine: è sempre rimasta se stessa, con qualche anno in più… “Se cominci ad avere paura del tempo, è una guerra infinita: sprechi la tua esistenza a lottare non solo contro il passare degli anni, ma contro te stessa e la vita. Curarsi, mantenersi senza dover cancellare te stessa e i tuoi difetti è un modo per non annullare il proprio essere. La maggior parte dei chirurghi estetici ci trasformano in dei mostri, sono dei vampiri che si nutrono delle nostre debolezze. Io soffro di agofobia, mi devono tenere almeno in dieci se devo fare una puntura, ma mi sono affidata a un medico estetico, Paola, un’amica che mi spiega le cose, mi propone principi attivi antirughe come Q10, vitamina C, folina, percorsi alternativi per preservare il mio aspetto con intelligenza attraverso i laser, le biorivitalizzazioni: queste cose vanno bene, tutto il resto no”» (Paudice) • «Non sono vegetariana, ma mi nutro bene. Sono naturalmente bio da sempre. Vengo da una famiglia modesta, ci portavano il cibo dalla campagna. Più chilometro zero di così!» • «Ha imparato a cucinare da bambina. “Mia mamma ci teneva in cucina per farci stare buone, me e mia sorella Giovanna: non c’erano i videogiochi. E sul set spesso cucino per tutti. Con un amico costumista abbiamo preparato la parmigiana di melanzane per sessanta. A casa siamo sempre tanti, la porta è aperta: mi piace viziare le persone, il cibo è fonte di gioia”. Pezzi forti? “Pizza e pasta”» (Cavalli) • «Mia madre […] è il grande amore della mia vita, insieme a mia figlia Giulia. […] Mi ha messa al mondo a quarant’anni, e mia sorella quando ne aveva 43. Ha sfidato la vita e le leggi non scritte del Sud. La ringrazio per avermi sempre detto di non arrendermi mai» • «La Cucinotta incarna un mix unico di spiccata sensualità e di rassicurante ideale materno» (Mirella Serri). «Nelle scene di seduzione la Cucinotta rasenta la perfezione della materia inerte» (Grasso). «Non si riesce a inquadrarla nella dimensione di star a tutto tondo: è come se il tempo l’avesse ingabbiata nel ruolo della fidanzata di Troisi. Una dimensione lusinghiera, inarrivabile, ma rimasta a quel 1994 del trionfo, quasi per rendere un omaggio senza fine al grande attore scomparso. Premio di consolazione: anche questo può contribuire alla ricetta per non invecchiare» (Magi) • «Nel mondo dello spettacolo, chi sono le persone con cui sente un debito di riconoscenza? “Renzo Arbore e Massimo Troisi, senza dubbio. Renzo Arbore ha creduto in me, chiamandomi a Indietro tutta!. Massimo mi ha scoperta come attrice, mi ha dato l’occasione di essere quel che sono, di farmi conoscere in tutto il mondo. E mi ha regalato il consiglio più prezioso: ‘Sii vera. Se reciti, si vede’”» (Bogani) • «In molte credono di essersi meritate il successo da sole, ma non è così. La grande fortuna, la devi sempre agli altri, e non è mai per sempre: devi cominciare a capire che se finisce un progetto, e ne hai uno solo, poi finisce tutto, invece se hai iniziato un’altra cosa e la prima finisce puoi ricominciare. È lo stesso principio della distribuzione del rischio nel business. Non tutti arrivano a questa consapevolezza» • «Adesso voglio tutto: non c’è più prima l’amore, il fidanzato, il lavoro. Non scelgo. […] Se la vita mi dà la possibilità di fare tutto, io prendo tutto. So che sembro folle, ma me la vivo ogni secondo, la vita: faccio mille cose, non mi fermo mai, inizio già dalla mattina presto e vedo il terrore negli occhi di chi mi sta intorno» • «È stata dura, non c’è solo il colore rosa, però sono felice: se con la mente mi riaffaccio dalla finestra della mia cameretta di Messina, vedo tutto bellissimo. Sono stata fortunata».