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 2022  luglio 29 Venerdì calendario

Biografia di Adriano Galliani

Adriano Galliani, nato a Monza il 30 luglio 1944 (78 anni). Dirigente calcistico. Politico. Senatore, eletto nel 2018 con Forza Italia. Dal 2018 vicepresidente e amministratore delegato del Monza, società acquistata da Silvio Berlusconi e riportata in Serie A nel 2022. Dal 2021 vicepresidente della Lega Serie B. Dal 1986 al 2017 amministratore delegato del Milan, di cui è stato anche vicepresidente (dal 2004 al 2006 e dal 2008 al 2017). Presidente della Lega Calcio dal 2002 al 2006, quando fu costretto alle dimissioni causa “Moggiopoli”, che gli costò anche un’inibizione. Iniziò come geometra al Comune di Monza, arrivò a essere consigliere d’amministrazione Mediaset. «Senza presunzione, non credo che ci sia nessuno che abbia la mia competenza».
Vita «Dopo avere provato a sfondare nel settore citofoni senza particolari risposte, e dopo avere gestito uno stabilimento balneare a Vieste sul Gargano, località raggiunta ogni fine settimana in Fiat 500, stando a malapena a galla, Galliani acquista la società Elettronica Industriale ipotecandosi l’appartamento. Produce “apparati di ricezione”. In buona sostanza, antenne. Ma ha capito che le televisioni nazionali cambieranno il mondo: la scintilla si accende guardando la Svizzera e Capodistria, che in quegli anni già trasmettono a colori mentre la Rai, secondo lui, “è un mortorio”. Veramente, la pulce nell’orecchio gliela infila suo padre, già segretario comunale a Lissone, che qualche anno prima aveva conosciuto uno svizzero, tale ingegner Barbuti, capace di spalancargli tutto un universo fatto di antenne, tralicci, ripetitori, concessioni, segnali, programmi in rete. Il futuro, probabilmente. Papà Galliani si mette in movimento e acquista montagne, proprio. Appalta cocuzzoli, attività che Adriano amplierà su scala industriale, vendendo i suoi apparati di ricezione e spostando la tivù svizzera fuori frequenza: chi voleva tornare a vederla, doveva acquistare i magici aggeggi dell’Elettronica Industriale. Un trucchetto un po’ da banditi. Infatti, commenta Galliani: “Non vorrei che sembrasse una storia troppo piratesca e fare la figura di uno di quei baronetti inglesi che erano stati corsari”» (Maurizio Crosetti) • «La mia storia con Berlusconi nasce il 1° novembre del 1979. Ho vissuto tre delle quattro vite di Silvio Berlusconi: la televisione, il calcio, la politica. Un giorno mi disse così: “Vogliamo portare il Milan in cima al mondo?”. In tre anni abbiamo vinto la Coppa Intercontinentale» (a Giuseppe Alberto Falci) • Il 1° novembre 1979 si presentò ad Arcore con un’idea: coprire in tempi rapidi, con le antenne, i ripetitori, tutto il territorio nazionale. «Avevo spiegato le stesse cose alla Rizzoli, alla Rusconi, alla Mondadori. Non capivano. A cena, fra il primo e secondo, Berlusconi mi disse: “Faccia lei il prezzo, io acquisto il cinquanta per cento delle azioni della sua azienda”. Lui voleva tre reti, come la Rai. Da quel giorno il mio incarico fu quello di diffondere il segnale tv: prima con Canale5, poi con Italia1 e Rete4» • Il 19 febbraio 1986 entrò nel Milan come amministratore delegato: negli anni sono arrivati otto scudetti (1988, 1992, 1993, 1994, 1996, 1999, 2004, 2011), due coppe dei Campioni (1989, 1990), tre Champions League (1994, 2003, 2007), due coppe Intercontinentali (1989, 1990), un Mondiale per club (2007), sei Super-coppe italiane, una Coppa Italia ecc • Le tre icone: «Baresi, Van Basten e Maldini». Cui ne aggiunse una: «Kakà è una leggenda, abbiamo avuto giocatori immensi come Baresi e Maldini, ma lui in tutti questi anni è entrato nel cuore dei tifosi in una maniera tutta sua. Siamo tutti innamorati di Kakà» • «Io ho paura delle pippe, non dei grandi giocatori. Tanti anni di calcio mi hanno insegnato che è più facile perdere con le pippe che con i grandi giocatori. Non dimentico che un Pallone d’oro come Papin era la riserva di Van Basten» (ad Alberto Costa) • «Sa come li definisco Berlusconi e Galliani? Sono come Marx e Lenin: uno è l’ispiratore della filosofia, l’altro l’uomo che realizza la rivoluzione» (Fedele Confalonieri a Franco Ordine) • «Galliani è il generale del pallone come Doris lo è delle banche, Confalonieri della tv, Adreani del marketing, Previti e Dell’Utri degli affari sotterranei, Gianni Letta della diplomazia» (Francesco Merlo) • Visse anche sotto scorta per qualche mese, dopo che nel 2007 denunciò alla Procura di Monza indebite pressioni prima della finale di Champions contro il Liverpool ad Atene • Nel 2007 i compensi al cda guidato da Galliani furono di 3,05 milioni. Col passare del tempo, arrivò a co-gestire, da plenipotenziario, un piccolo impero nel centro di Milano, enclave che L’Espresso definì «Gallianistan» • Il 18 gennaio 2013 fu eletto vicepresidente della Lega di Serie A, mentre alla fine dello stesso anno, dopo un periodo di ripetuti screzi con Barbara Berlusconi e un riassetto dei vertici del Milan, gli rimasero soltanto le cariche di vicepresidente vicario e amministratore delegato con delega all’area sportiva del Milan (contratto fino al 2018). Furono i giorni in cui si parlò anche di dimissioni con maxi-buonuscita (tra 25 e 50 milioni lordi, lo stipendio lordo annuo era di 2 milioni) o ingresso in politica, poi avvenuto nel 2018 • «Un perno insostituibile nel Milan. E, per me, una risorsa da cui imparare. Penso sia uno dei dirigenti sportivi più capaci, ha alle spalle un’esperienza trentennale e una storia di manager di successo: non dimentichiamoci che lui è l’uomo dei tralicci delle nostre Tv commerciali» (Barbara Berlusconi a Giovanni Audiffredi nel 2011) • «Barbara è saltata sulla sedia quando ha visto come si spendono a Milanello i risparmi di casa e quanti soldi girano tra due o tre procuratori (sempre gli stessi). […] “Se il mio posto è il cda dei rossoneri, almeno qui devo contare qualcosa”. […] “Spendono tanto e male” la tesi della primogenita di Veronica Lario, che ha chiesto a papà – come ha precisato l’agenzia di stampa – “un deciso cambio di rotta”» (Ettore Livini) • «Sono d’accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo», aveva commentato Galliani • La sua ultima partita da amministratore delegato del Milan è stato il 9 aprile 2017, dieci giorni prima che Fininvest cedesse la società all’imprenditore cinese Li Yonghong. «Ha ricordi particolari legati a quella gara? “No, ormai la cessione era nell’aria. Ma ho scolpita nella mente l’esultanza al gol di Zapata al 95’ nel derby, prima partita dell’era cinese. Ero in un ristorante in Brera e rovesciai piatti e bicchieri. Questo per dire che nonostante non ricopra più cariche all’interno del Milan la passione per i colori è rimasta immutata”» (a Monica Colombo) • Sull’acquisto del Monza da parte di Berlusconi nel 2018: «Avevamo venduto il Milan da poco, il calcio ci mancava parecchio e parlando del più e del meno con il presidente l’anno scorso balenammo l’ipotesi di acquistare un altro club. Avevamo già convenuto che l’unica squadra che avremmo potuto rilevare, senza cancellare il rapporto unico con il Milan, sarebbe stato il Monza. Berlusconi in questi mesi ha rifiutato diverse offerte per acquisire squadre, io ho declinato incarichi in più di una società. Il presidente abita a tre km dal Brianteo, io in quella città sono nato, cresciuto e ho iniziato la mia carriera dirigenziale. Noi ci sentiamo veramente come Ulisse che torna a Itaca» • «Io non ho particolari qualità: conosco i miei pregi e i miei difetti. Sbaglio come tutti, ovviamente. Ma cerco di farlo pochissimo. Sono concentrato tutto il tempo: ho obiettivi e faccio di tutto per realizzarli. Lavorare mi piace da morire» (a Beppe Di Corrado) • «Sono vecchio e saggio, ma allo stadio farò sempre scene da pazzo. Perché sono un tifoso e non lo dimentico» • Soprannome: “Zio Fester”, quello degli Addams.
Curiosità Passa sempre il Capodanno in Brasile •
Canzone preferita: I migliori anni della nostra vita («Sono un sorcino, anche se non si direbbe») • Ristoranti milanesi preferiti: La risacca – dove festeggiò l’ultimo matrimonio – e Da Giannino: «Lui è ospite fisso e artefice della fortuna di Lorenzo Tonetti, ex cameriere nei locali dell’Ippodromo, ora factotum dello stesso Galliani e amico dei padrini del tifo milanese. Che affollano le sale del Giannino, di cui Tonetti è uno dei titolari, pressoché quotidianamente. E con loro, arrivano anche imprenditori calabresi in odore di mafia» (Davide Milosa). Tra i camerieri anche Giuseppe Riso, poi diventato procuratore sportivo appena trentenne. Di un altro ristorante, il “Mangia e ridi” di Mariella Bocciardo, la prima moglie di Paolo Berlusconi, fu anche tra i soci, con Paolo Romani • Una passione per le cravatte gialle, ne ha centinaia: «Non è scaramanzia, è un fattore cromatico. Non ho grande fantasia: indosso sempre giacca blu, camicia bianca, pantalone grigio scuro, scarpa marrone scuro, cravatta gialla» (a Giuseppe De Bellis).
Tifo Ha confessato che prima di conoscere Berlusconi tifava Juventus: «Be’, in Brianza una certa passione bianconera è diffusa…».
Malattie Nel marzo del 2021 è stato ricoverato dieci giorni in terapia intensiva al San Raffaele di Milano per Covid. «I dieci giorni più lunghi della mia vita. Ho perso dieci chili. Non vedevo nulla, avevo davanti a me solo un muro. Il reparto di terapia intensiva non ha finestre, non ha un bagno, solo i letti. Ho temuto di morire. Per di più, soffro di claustrofobia. Mi dà ansia l’ascensore. Figurarsi non vedere la luce per dieci giorni» (a Giuseppe Alberto Falci).
Religione Devoto della Madonna • «Il presidente Aveva letto la mia intervista a “Maria con te”, in cui dichiaravo che senza l’aiuto della Madonna sarei sprofondato in un abisso e che La ringraziavo per il sostegno. Ho rischiato di morire e nel pericolo mi sono rivolto a Lei ogni giorno. Silvio Berlusconi mi ha sorpreso donandomi un quadro che ritrae una Madonna con Bambino. Fantastico» (a Monica Colombo nel 2021, dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva per il Covid).
Amori Tre mogli, tra cui la conduttrice tv Daniela Rosati, adesso è sposato con la modella marocchina Malika El Hazzazi; tre figli, tutti avuti dalla prima moglie: Micol, in omaggio alla Micol del Giardino dei Finzi Contini, «che non erano i terzini esterni del Monza» (Siegmund Ginzberg), Gianluca, Fabrizio. Un nipote, Alessandro, figlio di Gianluca e della ex compagna Camille Cordeiro Charao, della quale si disse partecipò alle cene eleganti organizzate da Tarantini per l’allora premier Berlusconi.