La Stampa, 2 agosto 2022
Il testamento di Del Vecchio (scritto a mano)
Non solo le quote della Delfin – la cassaforte che custodisce l’impero da 25 miliardi della famiglia –, suddivise tra i sei figli, la moglie Nicoletta Zampillo e il di lei figlio Rocco Basilico. Nelle quattro pagine del testamento pubblico redatto il 10 ottobre 2017 arricchito da tre postille olografe, ossia scritte a mano, Leonardo Del Vecchio destina le proprietà immobiliari (case, ville, i relativi oggetti d’arte) alla moglie, e non manca di passare un testimone – simbolico ma non per certo per valore – ai suoi più stretti collaboratori: l’ad di EssilorLuxottica e ora suo successore come presidente del gruppo e della Delfin, Francesco Milleri, e il fidato ad della stessa finanziaria, Romolo Bardin.
Nell’ultima delle tre pagine scritte a mano, l’imprenditore destina a Milleri 2.148.148 azioni di EssilorLuxottica, più o meno lo 0,5% del capitale che agli attuali valori di mercato corrisponde a un valore di circa 340 milioni di euro. A Bardin consegna invece 22.222 azioni, che suppergiù equivalgono a 3,5 milioni di euro. Un legato non casuale, quello di Del Vecchio ai due manager che ne sostituisce un altro, precedente e revocato nella prima postilla. In origine, con uno scritto del 7 ottobre 2019, l’imprenditore aveva destinato al solo Milleri 350 mila azioni di Essilux, come il fondatore amava chiamare il suo colosso. Era il momento della fusione con GrandVision e anche dell’armistizio, giunto dopo una serie di dispute sfociate in un arbitrato, con la parte francese di Essilor. Un passo importante a cui però, due anni dopo, è seguita la realizzazione del sogno dell’imprenditore, suggellata dalla nuova governance di Essilux a trazione Delfin e con Milleri alla guida. Per questo il 30 marzo del 2021, Del Vecchio accresce il legato come gesto di riconoscenza, e insieme quale passaggio di testimone che lega ancor più i manager al colosso creato dal Cavaliere di Agordo.
Nelle ultime volontà del fondatore di Luxottica, scomparso il 27 giugno a 87 anni, aperte di fronte al notaio Mario Notari dello Studio Znr e agli eredi il primo luglio e ieri pubblicate ci sono i dettagli dei beni privati. Nel documento, anticipato ieri dall’agenzia Ansa, si legge come, in sostituzione della legittima, alla moglie Nicoletta Zampillo siano state destinate, oltre al 12,5% della Delfin (come ai figli Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente) e «il diritto di usufrutto vitalizio» sul 12,5% che Del Vecchio lascia in nuda proprietà a Rocco Basilico, anche gli immobili. In particolare a lei va «l’intera partecipazione da me detenuta in piena proprietà della Frangipani Limited», titolare della «nostra villa in Antigua» e il cui «altro socio è Nicoletta». Per lei è previsto «il diritto ad ottenere, direttamente o indirettamente», la proprietà «della palazzina in Roma», nel pieno centro della Capitale, «con l’onere di di consentire a mia figlia Marisa, vita natural durante, l’utilizzo a titolo gratuito dell’appartamento che attualmente ella occupa in detta palazzina». C’è poi il buen retiro in Costa Azzurra, la “Villa Leonina” di Beaulieu-Sur-Mer, vicino Nizza, destinata sempre a Zampillo e che «attualmente è di proprietà della società Partimmo srl, interamente partecipata da Delfin», come pure lo è la casa di Roma. Inoltre Del Vecchio destina alla moglie «gli arredi, gli oggetti d’arte e i beni mobili in genere che siano contenuti nella nostra casa coniugale» a Milano, così come in Francia, nei Caraibi e a Roma.
A Milleri – che Del Vecchio ha nominato esecutore testamentario insieme con Bardin e Giovanni Giallombardo – Del Vecchio nella prima delle tre «schede» olografe lascia anche «la proprietà della mia partecipazione al capitale della società Acqua Mundi», costituita nel 2016 assieme al manager per riqualificare e rilanciare il parco delle Terme di Fontecchio a Città di Castello (Pg), città dove è nato Milleri. Nessun cenno, invece, nel documento sulle quote possedute da Delfin, ad esempio in Mediobanca e Generali. Ma qui la linea era già ben nota ai manager e sarà quella della continuità con il disegno che aveva in mente Del Vecchio.