il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2022
Quentin Tarantino e la cucina
Piatti sensazionali e splatter, fusion, farciti di suspense. Prelibatezze che non scuociono. Come i film di Quentin Tarantino, il regista più pantagruelico, solito fagocitare z-movies e manga, hard-boiled e western all’italiana, melodie stinte e poliziotteschi. Un maestro nell’arte del riuso di ingredienti dimenticati nelle dispense della memoria collettiva.
Svuotando, accumulando e rimescolando, Tarantino ha scalato vette di originalità deliziandoci con sapori inconfondibili. Il food è sempre stato tra gli elementi più stranianti delle sue sceneggiature: una parentesi di bizzarra ordinarietà che anticipa la tempesta. Pensiamo al Big Kahuna Burger (“la colonna portante di ogni colazione vitaminica”), addentato dal sicario-apostolo Samuel L. Jackson poco prima di far saltare le cervella al tizio. È una delle scene cult di Pulp Fiction: molti ristoranti reali lo inserirono, in seguito, in menu.
Pulp Kitchen – appena pubblicato da Trenta Editore – sforna una cospicua serie di ricette gastronomiche ispirate alla cinematografia tarantiniana. A proposito del leggendario doppio hamburger: sappiate che per prepararlo occorrono “300 grammi di carne macinata, un panino da hamburger, una cipolla, 2 fettine di ananas e altrettante di formaggio da fondere. Inoltre salsa teriyaki, zucchero per la glassatura di ananas e cipolle, ketchup, burro, sale e pepe”. E fatelo al sangue.
Ricordate quando Vincent Vega (John Travolta) fu costretto a portare a cena Mia Wallace (Uma Thurman), la moglie del boss? Se ne andarono al Jack Rabbit Slim’s, un locale in stile anni Cinquanta, tra bistecche, twist e tavoli-macchina. La fragile e irresistibile Mia ordinò un milkshake da 5 dollari. Ecco gli ingredienti, validi per due bicchieri: “Una banana matura, 250 ml di latte parzialmente scremato, 2 palline di gelato alla vaniglia, una fialetta di essenza di vaniglia, 2 ciliegine candite da mettere sopra la panna montata”. Queste ultime sono fondamentali, se non volete incappare in qualche pallottola vagante e nei servigi postumi di mister Wolf.
Il libro, scritto da Silvia Casini, Francesco Pasqua e Raffaella Fenoglio, non trascura nessuna pellicola del grande cineasta americano. Questo Pranzo è servito postmoderno parte da Le Iene, l’opera d’esordio di Quentin nel 1992. Episodio iniziale (un marchio di fabbrica) in un ristorante, seduti intorno a un tavolo. Gli uomini della banda discettano di musica Seventies e di Like a virgin di Madonna. Fumano, fanno colazione. Trent’anni esatti dopo rievochiamoli con una sapida “pizza alla Tarantino”. Per una teglia sono necessari “460 grammi di farina, 40 di farina di mais, 260 ml di acqua tiepida, 10 grammi di lievito di birra, un cucchiaino di sale, 60 ml di olio extravergine di oliva, 450 grammi di mozzarella, 450 di salsiccia, una latta da 1/2 kg di pomodori pelati, 2 spicchi di aglio e 4 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato, basilico fresco”. Memento: trattasi pur sempre di una pizza “di Chicago, decisamente diversa da quella napoletana”.
Jackie Brown rivive proustianamente in un “pollo al sugo con cipolle, fagioli in umido e riso saltato con pisellini”. Un toast “alla Bill”, un piatto di sushi di Hattori Hanzō e il plumcake ai fiocchi d’avena tostati e marshmallow ci ritrasportano nelle fantasmagorie dei Kill Bill volume 1 e 2.
L’hamburger Gringo Style e le uova strapazzate sono una sorta di epitome in odorama di Grindhouse. Per una persona, munitevi di “2 uova, 6 cucchiai di panna fresca o latte intero, una noce di burro, sale e pepe. Sbattete leggermente le uova, la panna liquida e un pizzico di sale e di pepe fino a ottenere un composto omogeneo. Scaldate una padella antiaderente per un minuto circa, poi aggiungete una noce di burro e fatelo sciogliere. Versate il composto di uova e lasciatelo fermo senza mescolare per 20 secondi. Mescolatelo con un cucchiaio di legno, sollevandolo e piegandolo dal fondo della padella. Lasciate riposare per altri 10 secondi, quindi mescolate e piegate di nuovo. Ripetete fino a quando le uova non saranno morbide e leggermente liquide in alcuni punti”.
E ancora il “sandwich alla Aldo” (Bastardi senza gloria), i fagioli col pane tostato e i gamberoni con pane imburrato e pannocchie bollite (Django unchained), lo stufato di Minnie (The hateful eight), il mug cake di grano saraceno, fiocchi d’avena e fichi chiari (C’era una volta a Hollywood).
Lasciate insomma in frigo i vostri cocomeri: al limite spappolateli e serviteli caldi. C’è altro da portare in spiaggia in questa torrida, torbida, adrenalinica estate.