il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2022
Paola Taverna: «Starò altri 10 anni nel M5s»
Giura di non essere distrutta, e neppure delusa: “La delusione è l’ultimo dei sentimenti che provo”. Eppure lei è Paola Taverna, vicepresidente vicaria del Movimento, insomma la numero due di Giuseppe Conte, non ricandidabile in nome della regola dei due mandati. “Mi dispiace non portare avanti in prima persona quanto ho già fatto in questi anni, ma adesso sono pronta a mettere a disposizione la mia esperienza a partire dalla campagna elettorale, sono carica”.
Beppe Grillo ha sacrificato i parlamentari al secondo mandato per imporsi su Conte. Giusto?
C’è stato un confronto tra loro, e io sono certa che sia stato corretto e leale. La decisione è stata condivisa, lo ha detto anche Conte. Le nostre regole andavano portate avanti.
L’ex premier voleva le deroghe.
Guardi, noi sapevamo tutti che alla fine la regola sarebbe rimasta. E mi creda, visto l’attuale scenario politico è meglio così.
Che scenario vede?
C’è tanta gente che si muove nei partiti, a destra come nella presunta sinistra, ma sembrano figure sbiadite. Cercano solo potere.
Anche voi 5Stelle cercherete ruoli e voti.
Sì, ma noi non siamo un comitato elettorale personale, come tanti che vedo in questi giorni.
Sulle alleanze che farete? Conte parlando con il Fatto è parso chiudere.
Il quadro è ancora in evoluzione, ma a oggi direi proprio che correremo da soli. Se il mosaico complessivo è questo, non possiamo che agire così.
E lei invece, che farà? L’hanno esclusa, dopo dieci anni.
Glielo ripeto, sono carica, pronta a dare una mano in campagna elettorale. Dopo dieci anni passati nelle istituzioni grazie al M5S, ne passerò altri dieci accanto al Movimento.
Le daranno nuovi ruoli nel partito? E magari la ricandideranno in Regione o in Europa?
Ora c’è da pensare alla campagna elettorale. Alla gente non interessa nulla di questo, oggi non è un tema.
Però alla vostra base interessa come verranno decise le candidature. Pare che Grillo stia aprendo a qualche deroga sulle Parlamentarie, autorizzando i capilista bloccati e le candidature fuori del collegio di residenza. Le risulta?
Se ne sta discutendo, e credo che si arriverà a una soluzione rispettosa dello Statuto.
Servirebbero anche le pluricandidature, così Conte potrebbe fare da traino in più collegi…
Conte è sicuramente la nostra punta di diamante. E qualunque scelta dovrà puntare a ottenere il massimo consenso.
Ma come farete ora, da soli e senza il Pd?
Dobbiamo riuscire a raggiungere quelle persone che si sono allontanate dalla politica e che avevamo già riportato a votare e a interessarsi. È stata una legislatura faticosa, con tanti problemi. Ma possiamo e dobbiamo puntare sui nostri temi. Abbiamo i nostri nove punti su cui impostare la campagna elettorale, e la nostra agenda sociale, che non è certo l’agenda Draghi.
Dovete prendere almeno il dieci per cento, o sarebbe la catastrofe, no?
Non ho mai parlato di percentuali da quando sono nel Movimento, e comunque i sondaggi con noi non ci hanno mai preso, né in positivo né in negativo. Sono convinta che possiamo ancora restituire speranza ai cittadini.
Ma il calo nei sondaggi e nelle votazioni di questi anni qualcosa vorrà dire.
Sul calo ha influito anche la scissione. Non tutti lavoravamo per gli stessi obiettivi, e all’esterno si percepiva: c’era una immagine diversa da quella che volevamo. Come potevamo essere competitivi se ormai è evidente che altri remavano contro la linea dei 5Stelle?
Per Grillo i tanti fuoriusciti sono zombie: condivide?
Io ho negli occhi solo i volti di coloro che sono rimasti nel Movimento.
Una tale emorragia è lo specchio di una cattiva gestione politica?
Ognuno ha guardato alla propria storia, e le strade intraprese sono sotto gli occhi di tutti: c’è chi ha fatto scelte di mero carattere personale.
Alessandro Di Battista è una risorsa o un problema?
Alessandro è stato e sarà sempre un amico, un compagno di viaggio. Ma non so ancora quali siano le sue intenzioni.