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 2022  agosto 01 Lunedì calendario

Veronica Raimo vince il Viareggio

Viareggio (lucca) Ha vinto un romanzo di formazione capace di interpretare questi tempi, pandemici e di guerra. E, soprattutto, ha vinto il racconto di una scrittrice nel quale introspezione, ironia, ossessione e psicopatologie della vita quotidiana sono descritte con una prosa avvolgente e immediata, proprio come in una sceneggiatura.
È stata la stella di Veronica Raimo con Niente di vero (Einaudi) a brillare nella notte del Premio Viareggio-Rèpaci, una 93ª edizione rinnovata per data, location, assegnazione dei premi ed eventi correlati.
Ieri sera, dai pontili della pur suggestiva ma un po’ angusta darsena viareggina dell’edizione dello scorso anno, si è passati al grande palco della piazza Maria Luisa, davanti allo storico Grand Hotel Principe di Piemonte, che quest’anno celebra il suo centesimo compleanno, e al vicino e storico bar Galliano che di anni ne compie 99. Anche loro impregnati di storia e letteratura.
Ed è in questa agorà, accarezzata dal liberty della passeggiata e a due passi dal mare, che il nome dell’ultimo dei tre vincitori del premio letterario (quello per la narrativa: per la saggistica i riconoscimenti sono stati assegnati a Silvia Ronchey e per la poesia a Claudio Damiani) è stato svelato con l’immancabile suspense.
«Veronica Raimo è una scrittrice piena di talento e coraggio già vincitrice del Premio Strega giovani e il suo romanzo è il fenomeno editoriale di quest’anno – ha spiegato Paolo Mieli, presidente del Viareggio-Rèpaci —. Una vittoria significativa, così come di grande spessore sono stati tutti gli altri autori».
Raimo è stata scelta non senza difficoltà dalla giuria tra gli altri due finalisti: Vanni Santoni con la La verità su tutto (Mondadori) che esplora l’universo dei sensi di colpa ed Elena Stancanelli con la sua opera che ha come protagonista Raul Gardini, Il tuffatore (La nave di Teseo).
L’archivio storico
Nasce all’interno della biblioteca comunale: 1.400 opere per 93 anni di vita del premio
Non sono mancati gli applausi ai vincitori delle altre sezioni saliti sul palco per ritirare i premi delle sezioni dedicate a saggistica e poesia: Silvia Ronchey con L’ultima immagine edito da Rizzoli e Claudio Damiani autore della raccolta Prima di nascere, uscita per Fazi. L’ultima immagine racchiude l’estremo pensiero di James Hillman, uno dei più grandi filosofi contemporanei e tra i maggiori esponenti della psicoanalisi di matrice junghiana. Un vero e proprio testamento culturale, etico e politico affidato ai colloqui con Ronchey.
Prima di nascere è invece il viaggio del poeta Damiani, che ha come inizio una domanda dell’autore da bambino: dov’era prima di nascere, dove avrebbe potuto poggiare i piedi? Perché, racconta, «mi sembrava incredibile non essere esistito prima/ e mi sembrava incredibile pure di essere esistito».
Riconoscimenti anche al vincitore del premio internazionale Wlodek Goldkorn e alla opinionista politica Silvia Sciorilli Borrelli vincitrice del premio giornalistico. Mentre Pietro Castellitto, figlio dell’attore Sergio e di Margaret Mazzantini, è stato premiato per l’opera prima Gli Iperborei (Bompiani). Paolo Mieli ha ricordato il coraggioso articolo scritto da Sciorilli Borrelli in risposta al suo giornale, il «Financial Times», che aveva auspicato che Draghi rimanesse premier e non fosse eletto capo dello Stato. «Mentre lei spiegò che invece sarebbe stato meglio avere Draghi al Colle perché prima o poi come premier sarebbe stato destituito», ha detto Mieli.
Il premio Giuria di Viareggio è andato a tutti i finalisti e tra questi, oltre ai due già citati della narrativa, ci sono Carlo Carabba con La prima parte (Marsilio), Silvia Bre con Le campane (Einaudi), Enrico Terrinoni con Su tutti i vivi e i morti. Joyce a Roma (Feltrinelli) e Vincenzo Trione con Artivismo (Einaudi). Menzione speciale ad Agnese Pini, direttrice dei quotidiani di Editoriale Nazionale.
Infine, una buonissima notizia: è nato il nuovo archivio del Premio Viareggio–Rèpaci. Si trova all’interno della biblioteca comunale Guglielmo Marconi ed è composto da oltre 1.400 opere librarie, testimonianza dei 93 anni dalla nascita del Viareggio. Uno strumento per tutti coloro che vorranno approfondire la storia di un premio e del suo ideatore Leonida Rèpaci. La serata finale è stata condotta dalla giornalista Monica Giandotti, con Paolo Mieli (che ieri dal palco ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime della strage di Viareggio del 2009: un omaggio, ha detto pur tra le contestazioni di alcuni presenti e familiari delle vittime, che il premio ripeterà ogni anno) e dal vicepresidente di giuria Leonardo Colombati.