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 2022  luglio 31 Domenica calendario

Dal cedro al catrame, adesso le opere d’arte

«Dobbiamo ormai constatare la decadenza della flora naturale che non risponde più al nostro gusto. I fiori sono rimasti monotonamente immutabili attraverso i millenni». Si apre così il manifesto La flora futurista ed equivalenti plastici di odori artificiali, in cui Fedele Azari, nel 1924, teorizzava la nascita di opere d’arte olfattive. Un invito che oggi suona come previsione. L’arte, infatti, è diventata anche una questione di naso.
Più artisti si mettono alla prova, usando le essenze come strumento e oggetto delle loro creazioni, alla ricerca di nuovi modi per comunicare emozioni e coinvolgere chi guarda, anzi annusa. Il perché è facile da intuire: il profumo sollecita memoria e immaginario, rende ogni opera unica – dipende da chi la respira – e chiama l’osservatore a sentirsi partecipe della sua creazione. A Venezia, il museo di Palazzo Mocenigo, fino al 27 novembre, ospita la mostra Es-senze, a cura di Pier Paolo Pancotto, che riunisce dodici installazioni olfattive di altrettanti artisti internazionali, da Mircea Cantor a Giuseppe Penone, fino a Nico Vascellari, eseguite dal Novanta a oggi, senza trascurare il manifesto di Azari, omaggiato con fragranza ad hoc.
IL CAMBIAMENTO
Di stanza in stanza, ci si ritrova immersi in profumi diversi e nelle relative atmosfere. «Quello dell’olfatto è un campo che è stato timidamente esplorato, ancora poco noto – dice Pancotto – Questa è la prima mostra in Italia sul profumo nell’arte e tra le prime in Europa. È il segno che qualcosa sta cambiando. L’opera più radicale nell’iter è di Luca Vitone, Imperium: non si vede nulla, c’è solo l’essenza inizialmente dolce, che, con il tempo, si fa sgradevole».
Si va da Spazio di luce di Penone, «in legno di cedro, da cui si sprigiona un profumo, più o meno intenso a seconda della stagione», a Spirit di Vascellari, «che indaga il contesto sociale» con musica e fragranza. Non mancano odori cattivi. «Jason Dodge illustra lo spazio urbano. Carte raccolte in città emanano un odore di catrame e fiori di sambuco, che riflette la realtà, fatta di cose che ci piacciono e altre che non ci piacciono». Il tema è l’emozione. «In un’epoca in cui si tende a far prevalere l’intelletto sulla sensazione – commenta Pancotto – questo progetto va controcorrente, al visitatore è chiesto di abbandonarsi».
LA SEDUZIONE
E la sperimentazione avanza. Pennelli Cinghiale, nel suo museo, ha inaugurato il Pennello Olfattivo, reinvenzione in ceramica del modello serie 537 con odore di vernice, opera di Pol Polloniato e Luca Maffei. Il profumo seduce, conquista, ricorda. «L’olfatto è legato ad aspetti emotivi e cognitivi – spiega Anna Maria Giannini, docente di Psicologia all’ateneo romano La Sapienza – richiama lati primordiali. Negli animali è il senso più sviluppato». Anche le piante annusano: è il profumo di un frutto che cresce a guidare la maturazione degli altri. «L’odore – prosegue Giannini – risveglia la nostra memoria e si associa pure alle nuove sensazioni. Si sviluppa con l’età e si affina a seconda degli stimoli olfattivi del posto in cui si vive». Si fa anima dei luoghi.
Lo sa l’arte che lo indaga. E lo sa pure il mondo della profumeria, che delle essenze fa ritratto cittadino, da Alba sui Navigli di Trussardi, che celebra Milano con note di Spritz, a Éclat di Brioni, che racconta una giornata a Roma, da Cupola di Ferragamo, che omaggia Santa Maria del Fiore a Firenze, fino a London Poppy di Floral Street, dedicato a Londra. Per permettere a ognuno di sentirsi sempre a casa o, al contrario, di viaggiare senza muoversi. Il bello è a portata di naso. Basta chiudere gli occhi e fare un respiro profondo.