la Repubblica, 31 luglio 2022
Il caro prezzo delle vacanze (e delle bistecche)
«Carissima Grande Mela. E non è una lettera d’amore...». Al fresco, si fa per dire, degli alberi che incorniciano il Great Lawn di Central Park, Marta e Filippo Greco, italiani di 39 e 42 anni, improvvisano un picnic con i loro bimbi di 9 e 8 anni. «Sapevamo che il viaggio ci sarebbe costato, ma non così tanto. Avevamo prenotato 3 mesi fa, non immaginavamo la parità euro-dollaro che si è “pappata” il 15 per cento del nostro potere d’acquisto», nota lui, architetto di Catania. «La casa su Airbnb, per fortuna, l’avevamo pagata prima. Ma in 4 una cena in pizzeria si porta via 200 dollari. Per carità siamo felici di essere qui: per colpa della pandemia l’ultimo viaggio risale a tre anni fa, i bambini neanche lo ricordano. Ma a fine giornata hai speso una follia. Ecco perché almeno a pranzo i panini ce li facciamo da noi».
Bentornati a New York. Dove le vacanze, quest’anno sono più care che mai. A partire dagli alloggi.
Sì perché se stando ai dati del Trivago Hotel Price Index, il prezzo medio di una stanza d’hotel in America è aumentato del 33% nelle grandi città le spese sono triplicate.
Se a San Francisco la media è 287 dollari – su del 68,5 per cento rispetto al 2022 – a New York bisogna sborsarne 393: il 92,1 per cento in più. Un bel salto rispetto ad altre città nel mondo: in Europa, secondo una lista diBloomberg, a Vienna si dorme con 128 euro, su del 25,6 per cento, mentre da noi in Italia la media è 120, su del 21,4. A Marrakech, in Marocco,servono 114 euro: “appena” l’8 per cento in più rispetto al 2022. Mentre nella un tempo carissima Tokyo – col Giappone alle prese con una nuova impennata di Covid – “bastano” 101 euro, il 2,1 in più. New York, d’altronde – a patto di arrivarci, coi volirincarati del 124% per colpa degli aumenti del carburante – non è inavvicinabile solo per gli europei, che pure fanno i conti col cambio sfavorevole, ma anche per i suoi stessi abitanti. L’inflazione all’11,3% ha fatto lievitare del 18 i prezzi alimentari:costringendo pure i salumieri a raddoppiare i prezzi. Così perfino il Breakfast Sandwich, l’economico panino con le uova strapazzate popolare fra gli operai è balzato da 2.50 a 4.50 dollari. Figuriamoci la bistecca: costava 72 dollari nel 2021. Ora arriva a 115 (bevande e mance escluse). Un rialzo dei prezzi in menù a prescindere dal tipo di ristorante che, nota ilNew York Post «è di circa il 20%, ben più dell’8,6 stimato dal Bureau of Labor Statistics». Seconda città più cara al mondo dove vivere subito dopo Hong Kong grazie ai prezzi degli affitti su del 30% coi proprietari intenzionati a rifarsi dei prezzi bloccati durante la pandemia – la Grande Mela è ottava (appena due posizioni sopra la Puglia) nella Holiday Money Report 2022 stilata, basandosi sui prezzi di certi beni di consumo, dal Post Office britannico. Per loro è Reykjavik, Islanda, la città dove si spende di più al mondo, d’altronde già da tempo fra le più esose d’Europa. Seguita da Bridgetown nel paradiso fiscale delle Barbados e Jumeirah, la spiaggia di Dubai. Ma coi prezzi in ascesa ovunque, dalla un tempo abbordabile Grecia fino a Parigi che resta meta più ambita, dove andare con pochi soldi in tasca? Post Office suggerisce Marmaris, Turchia. Insieme alla costa bulgara di quel Mar Nero, che, certo, qualche centinaio di chilometri più in là è teatro di guerra. E poi la splendida Algarve nel sud del Portogallo. Al decimo spunta pure Orlando, Florida, sede del Magic Kingdom Disney: ultima meta delle vacanze ancora a portata di tasca in America.