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 2022  luglio 31 Domenica calendario

A Kherson uccisi 100 russi

La controffensiva ucraina è quasi realtà, forse questione di pochi giorni, «l’esercito ucraino si sta riversando contro i russi, e questo è solo l’inizio». Parole di Yurij Sobolevsky, vicegovernatore in esilio della regione di Kherson, nel sud del Paese occupato all’inizio dell’invasione. In un appello su Telegram Sobolevsky ha chiesto ai residenti: «State lontani dai depositidi munizioni», e magari andatevene subito. Gli ucraini perciò sono ottimisti, il comando meridionale dell’esercito ha comunicato che venerdì in quell’area sono stati uccisi cento russi, e distrutti sette carri armati, più due depositi di munizioni.
Si combatte, anche se la parte russa sembra in fase di riorganizzazione, e quasi di pausa. Ma fino a un certo punto, visto che ieri è di nuovo stata bombardata Mykolaiv, città baluardo di Odessa, e un civile è morto; lo stesso è successo a Kharkiv, città e area target fin dall’inizio della guerra, dove ieri non hanno contato i morti – per una volta – ma il crollo di una scuola, dove probabilmente erano accampati militari. Quindi, i civili devono stare lontani dalle scuole, da depositi di munizioni, caserme, fabbriche, aeroporti e dai ponti, da qualunque cosa possa diventare un bersaglio per i due eserciti.
Già si progetta una grande evacuazione in vista dell’inverno, che sembra lontanissimo ma non lo è. La vicepremier ucraina Vereshchuk ha annunciato il piano per traslocare su base volontaria 200mila persone dalla parte del Donetsk controllata dagli ucraini. Non ci sarà energia elettrica, «i bambini non possono reggere il pericolo mortale di un inverno senza luce e riscaldamento», e si parla di 52mila bambini circa. Non sembra una previsione di abbandono del campo ai russi, sembra solo un realistico progetto per mettere in salvo più vite umane. Un futuro di guerra, quindi. Neanche la controffensiva più potente può risolvere il conflitto a breve, questo lo capiscono tutti.
Poi, c’è la questione dell’attacco alla prigione di Olenivka, dove sono morti almeno 50 detenuti ucraini, quasi tutti del Battaglione Azov. Russia e Ucraina si rimpallano la responsabilità. Per il presidente Zelensky «ci sono prove sufficienti per dire che si è trattato di un crimine di guerra pianificato. Un’altra conferma che la Russia è uno Stato terrorista». Così come per il video in cui si vede l’evirazione di un prigioniero ucraino. L’Onu ha invitato «tutte le parti in conflitto» a evitare le torture, ma sono parole al vento.