Corriere della Sera, 31 luglio 2022
Il calcio dei ricchi
Campioni e milioni. L’irresistibile show del calcio inglese è partito ieri col primo trofeo stagionale, il mitico Community Shield che somiglia tanto a un sottovaso d’argento delle nonne, giunto quest’anno all’edizione numero cento: ad alzarlo al cielo grigio di Leicester – di solito si gioca a Wembley, ma lo stadio-monumento londinese stavolta era occupato per la finale dell’Europeo femminile di oggi – è stato il Liverpool di Klopp, che ha superato il City di Guardiola 3-1 in coda a un match che ha rimarcato una volta di più la distanza fra la Premier League e il resto dei mortali, noi per primi.
Ritmi altissimi, pochissima tattica, agonismo forsennato, ma soprattutto giocatori eccezionali, i migliori: il calcio inglese era e resta di un altro pianeta. La sensazione che la crisi globale abbia addirittura ampliato la forbice è avvalorata anche dalla fortuna investita sul calciomercato in queste prime settimane dalle squadre di Premier, pari a 1,2 miliardi di euro, più del doppio della serie A e addirittura quattro volte la Liga spagnola. Una capacità di spesa che si sostiene grazie all’immenso fiume di denaro proveniente dai diritti televisivi, con gli inglesi che incassano ogni anno 4,126 miliardi di euro contro i nostri 1,127. Il Norwich ultimo in classifica e retrocesso in Championship ha guadagnato 116 milioni: l’Inter 84. Un confronto che dice tutto.
Il Community è stato solo il primo assaggio di una stagione che secondo gran parte dei commentatori confermerà il dualismo al vertice fra Liverpool e Man City che ha segnato il campionato scorso, conquistato dai Citizens con un punto solo di vantaggio sui Reds. Entrambe si sono rinforzate: Guardiola con Haaland dal Dortmund, un colossale affare da 330 milioni, mentre Klopp ha preso per 100 Darwin Nunez dal Benfica. Pep ha avuto il centravanti classico che voleva, ma la sconfitta di ieri è la prova del fatto che servirà ancora un po’ di rodaggio per inserirlo efficacemente nei collaudati meccanismi del suo City. Il tempo stringe: la Premier inizia già venerdì con l’anticipo fra Crystal Palace e Arsenal.
Nei pronostici, subito dietro a Reds e City, c’è un quartetto composto proprio dai Gunners di Gabriel Jesus con Chelsea, Tottenham e Manchester United. Partiamo da questi ultimi, ancora alle prese con la grana Cristiano Ronaldo: il neo coach Ten Hag punterà anche sulla voglia di riscatto dell’ex interista Eriksen. Anche il Chelsea di Tuchel pare ancora piuttosto indietro nella costruzione: via Lukaku, che ha ceduto alla nostalgia per Milano, è arrivato Sterling. Ambizioso è l’aggettivo giusto per il Tottenham di Conte, che sogna in grande: 11 giocatori nuovi.
Non c’è solo lui a rappresentarci: Scamacca è appena passato dal Sassuolo al West Ham per 42 milioni – troppi per la serie A – e lo stesso potrebbe accadere al giovane Casadei, stellina 19enne della Primavera dell’Inter, nel mirino del Chelsea, che lo vuole a tutti i costi. Sui soldi c’è poco da fare, contro il calcio dei ricchi la sfida è impari, non possiamo competere. La riflessione infatti è un’altra: all’estero a 19 anni ti considerano pronto, da noi no. Perché?