la Repubblica, 30 luglio 2022
Da New York a Milano Arriva il club esclusivo di chi inventa il futuro
Di fronte: via Montenapoleone, il meglio della moda e del business milanesi. Alle spalle: la Chiesa di San Carlo e corso Vittorio Emanuele, la storia e la cultura della città. In mezzo questo palazzo di 4mila metri quadri, su cinque piani, al civico 14 di corso Matteotti. Una C appoggiata sul fianco che è anche l’iniziale di Core: Milano, quella che si annuncia come una delle novità più interessanti della stagione che verrà (la promessa è che venga inaugurato, in una prima parte, a dicembre 2022). «Molto più di un classico membership club, Core: è una filosofia, un epicentro di idee con un ricco programma culturale, un luogo fisico e digitale di connessioni e incontri. Ed è, soprattutto, una comunità di innovatori, leader e game changer capaci di immaginare il futuro».
Trasformazione è la parola chiave. E Jennie Enterprise la scandisce più volte e lentamente, come tutte le altre che sceglie con cura durante il nostro incontro. Siamo insieme a pranzo, in un giorno d’estate in cui il cantiere va avanti nonostante la burocrazia e con una serie di aneddoti che meriterebbero un articolo a parte (nell’edificio c’era un convento, con suore e frati che in parte rimarranno), mentre il menu prevede pizza («Sonofluent in pizza», sorride, «la più buona l’ho mangiata a Matera») e anguria («Come si scrive, può farmi lo spelling ?). «Sto studiando la vostra lingua e ci tengo a fare un
deal :la prossima intervista la faremo in italiano», dice stringendoci la mano.
Jennie aveva appena 13 anni quando “inventò” la sua prima community: un gruppo di persone messe insieme per giocare a tennis a Shelter Island. «Sono sempre stata curiosa, l’idea di evoluzione era dentro di me. Sono cresciuta in America, in una grande famiglia allargata di origini italiane: figlia unica, ma mai sola. Ho imparato il senso del rispetto, della diversità, dell’ascolto. E proprio quello spirito di comunità e famiglia che è di fatto oggi il cuore di Core: e del mio lavoro».
A 18 anni la seconda impresa, a 20 la terza, quindi l’idea che portò al lancio di Core: a Manhattan nel 2005. «Quello di Milano sarà il primo flagship in Europa, dopo San Francisco e prima dei progetti che vedranno coinvolte Miami, Londra, Madrid, Parigi. È stato un socio di New York a suggerirci Milano, dicendo che dovevamo assolutamente aprire qui. Quindici giorni dopo io e Dangene (compagna nella vita e negli affari, ndr )eravamo su un aereo. Ed è stato un colpo di fulmine: arte, moda, design, voglia di vivere, cultura, food, accoglienza, spirito imprenditoriale,internazionalità. A Milano mancava solo Core: e ora è la nostra seconda casa, perché per buona parte dell’anno vivremo qui».
I fortunati soci (la quota al momento si aggira intorno ai 10mila euro, più una quota annuale, destinata ad aumentare a ridosso dell’apertura) rappresenteranno un mix di esclusività e inclusività, con attenzione alla parità di genere, alla presenza di stranieri e agli under30. Per diventare soci si può essere presentati da chi è già member, ma bisogna compilare un’ application e passare una selezione. In corso Matteotti troveranno teatro espeakeasy, libreria e galleria d’arte, pasticceria e ristoranti, terrazze e meeting room, culinary lab e otto suite. E il Dangene Institute, clinica rigenerativa dedicata alla longevità grazie alle tecnologie più all’avanguardia.