Corriere della Sera, 30 luglio 2022
Arrivano le canta(attrici)
Adesso è Elodie a guidare la schiera delle cantanti attrici. È lei, al suo esordio al cinema, la protagonista di Ti mangio il cuore, una storia dura, amara, attesa alla Mostra del cinema di Venezia (nelle sale dal 22 settembre per 01).
La scelta del bianco e nero in un gangster movie, amore, criminalità e vendetta nella provincia del Sud d’Italia, nell’entroterra aspro della Puglia. Elodie, tutta forza e istinto, è la moglie del boss di una delle due famiglie rivali, una sorta di West Side Story in una terra arcaica da far west dove il sangue si lava col sangue; un amore proibito che riaccende un’antica faida e al centro lei, bella, contesa e oltraggiata, che si oppone a un destino già scritto: «Un’esperienza che significa abbattere un muro e darmi la possibilità di scoprire un mondo inesplorato, crescere, continuare ad imparare». «Una storia contemporanea, eppure così profondamente primordiale», dice il regista Pippo Mezzapesa. A Venezia ci sarà anche Michele Bravi come attore in Amanda di Carolina Cavalli.
Cantando & recitando con le stelle. La «playlist» è infinita. Lady Gaga con A Star is born ci ricorda che i cantanti possono essere grandi attori. A Venezia era intimidita, si presentò in castigato abito bianco, come una sposa, e disse: «Ho sempre voluto fare l’attrice, ci vuole una persona che ti creda perché le cose accadano»; talento confermato dall’«immedesimazione» in Patrizia Reggiani nel film di Ridley Scott sulle tribolazioni della famiglia Gucci.
In Italia (Medea di Pasolini con Maria Callas fa caso a sé), questo matrimonio di cinema & musica esplose con i musicarelli degli Anni ’60, da Raffaella Carrà a Rita Pavone, da Modugno a Morandi, liquidati a sottogenere,lavori d’occasione. Chi ci prese gusto a recitare è Massimo Ranieri, nato Giovanni Calone, nobilitato da Strehler che, con Brecht, gli aprì la porta della cultura: e furono Rose rosse per lui, figlio povero di Napoli. Nello stesso terreno del Piccolo di Milano scese in campo Ornella Vanoni.
Ora c’è un trio femminile al debutto. A parte Elodie, Giorgia è nel film di Rocco Papaleo Scordato e a fine riprese la regina degli acuti ha scherzato: «Speriamo che non t’ho rovinato il film»; Emma Marrone al quinto film tornerà nella serie Sky A casa tutti bene di Gabriele Muccino (che la lanciò già in Gli anni più belli). E a breve tornerà in un film Loredana Bertè con i suoi capelli blu per un cameo nella commedia Ancora più bello di Claudio Norza.
L’esperienza sul set
La voce di «Margarita»: «È come scoprire un mondo inesplorato, crescere e imparare»
Il salto è un fenomeno soprattutto Usa. Justin Timberlake ha recitato in The Social Network, dove racconta la creazione di Facebook, in realtà è dal 2000 che bazzica i set, lo ha voluto anche Woody Allen in La ruota delle meraviglie. Ma in questo «crossover» sono le donne a dominare. I «fari» sono Barbra Streisand e Liza Minnelli. Madonna è apparsa in ben 21 film, Cher in 14; Whitney Houston fece se stessa in The Bodyguard, Beyoncé è una Dreamgirls, Rihanna era in Ocean’s 8.
Caso (forse unico) quello di Jennifer Lopez (ha appena preso il cognome del marito, dunque Jennifer Affleck): nel 2001 uscì col suo secondo cd J.Lo e con il film Prima o poi mi sposo: salirono entrambi al numero 1 delle rispettive classifiche. Nicole Kidman dopo M oulin Rouge! fu reclutata da Robbie Williams per duettare in Somethin’ Stupid; l’ex baby star della Disney Selena Gomez unisce i set al pop. Nel 2000, a Cannes, l’introversa popstar islandese Bjork, migliore attrice per Dancer in the Dark di Lars von Trier che volutamente lo girò con mano traballante, esclamò: «È stata una parentesi che mi ha fatto soffrire». Il cinema è laterale anche per Kylie Minogue, ma nel 2012 fece una doppietta: dall’incontro col regista guru Leos Carax (in Holy Motors canta in un albergo spoglio), a tatuatrice sbandata in Jack and Diane.
E poi ci sono le attrici rocker: Claudia Gerini, o Scarlett Johansson dalla sensuale voce roca: ha messo su la band The Singles con altre quattro donne (ha avuto l’inconveniente di dover cambiare nome poiché appartiene già a una band di Los Angeles).
Zigzagando nell’opera, ultimi esempi alla mente sono Katia Ricciarelli che debuttò al cinema con Pupi Avati, il quale ne ridusse gli acuti col suo «marchio» di recitazione sottovoce. E Ambrogio Maestri che Ozpetek volle in un gruppo di fantasmi: il baritono larger than life Falstaff del nostro tempo, con i suoi 150 chili di talento, fu, come il titolo del film, una Magnifica presenza. Musica & cinema, sarà ancora una lunga storia.