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 2022  luglio 29 Venerdì calendario

Dante in rete

Verso la fine del 2017 ho deciso di iniziare l’anno nuovo rileggendo laDivina Commedia al ritmo di un canto al giorno. Poco tempo prima mi ero fatto un conto su Twitter e non sapevo ancora bene come gestirlo. Mi è venuto in mente che sarebbe stato interessante fare un esperimento di lettura collettiva, una sorte di book club virtuale. Immaginavo un gruppo ristretto, addirittura esoterico. E quindi ho twittato: «Inizierò il 2018 leggendo la Divina Commedia un canto al giorno. C’è qualcuno che mi vogliaaccompagnare?».
Sorprendentemente, il tweet si è viralizzato. Il primo gennaio, in migliaia di persone in tutta l’America Latina, nell’America del Nord, in Europa (soprattutto in Spagna, ma anche in Italia) in Australia e perfino nel Giappone abbiamo salpato per il mondo dell’oltretomba.
Si sa che il fascino della Commedia è universale. Nelle parole di Ismail Kadare, ogni terra ha la sua storia con Dante. E così fu che più di cinquemila persone sono scese nell’Inferno accompagnate da Virgilio. Sui colli del Purgatorio, tanti si sono smarriti. Le altezze diafane del Paradiso sono state ancora più impegnative. Ciononostante, siamo arrivati circa in mille all’amor che muove il sole e le altre stelle.La coronazione di quest’avventura è stata inaspettata ed emozionante. Il comune di Ravenna mi invitò a leggere il canto finale davanti alla tomba del sommo poeta.
Tra i lettori che hanno composto questa comunità virtuale v’erano uomini e donne, giovani ed anziani, studenti, avvocati, casalinghe, professori, pensionati e disoccupati, attori, poeti, artisti e scrittori famosi ed ignoti, politici e giornalisti, un famoso chef, un giudice della Corte Suprema di Cassazione, una star di telenovela e di più. La grande maggioranza dei partecipanti non aveva mai letto Dante, ma c’erano anche dei grandi dantisti latinoamericani, come l’argentino Pablo Williams e il colombiano Humberto Ballesteros, che rispondevano pazientemente alle domande dei lettori. Il metodo era semplice. Ogni partecipante leggeva il canto del giorno per conto proprio, dopodiché commentava su Twitter o guardava i commentidegli altri utenti. L’hashtag #Dante2018 era la chiave che apriva lo spazio virtuale della conversazione. Si leggeva in traduzione e in originale, su cartaceo, su ebook e in Pdf. Un gruppo di artisti illustrava ogni canto. I lettori speso postavano delle foto con le loro edizioni dai posti più diversi: una spiaggia messicana, una terrazza ai piedi degli Andes, un bar a Buenos Aires, una scuola a Medellín, un aereo sopra i cieli spagnoli, la metropolitana di Santiago del Cile. Aurelio Asiain, poeta e traduttore messicano che vive a Osaka, in un saggio dove riflette sulla sua esperienza come lettore virtuale, ha scritto che l’aspetto più invitante del progetto è stato il compromesso di leggere un canto al giorno condividendo lo stesso calendario letterario con una folla fantasma di perfetti sconosciuti. Infatti, si può pensare l’abitudine della lettura come una forma di meditazione.
«Avevo il libro sullo scaffale da anni, non ho avuto mai il coraggio di aprirlo, pensavo fosse troppo difficile; adesso l’ho finito e me lo sono pure goduto grazie a questa lettura collettiva», twittò una signora da Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. Riflessioni di questo tipo diventarono molto usuali. Iniziative ulteriori (Omero, Virgilio, Eschilo, Boccaccio, Melville, Nietzsche, eccetera, eccetera) hanno confermato che per tanta gente la modalità funziona. L’esperienza dimostra altresì che la letteratura continua a essere un’attività comune. Siamo abituati a pensare la lettura come un hobby solitario. La letteratura invece è nata come un’avventura collettiva; uomini e donne raccontandosi delle storie, cantando e recitando dei versi intorno al fuoco. Tra tante altre cose, Internet è anche uno spazio dove si possono riunire enormi comunità di persone con degli interessi in comune intorno a un falò virtuale per condividere opinionied emozioni. L’esperienza delle letture collettive è peraltro una dimostrazione del fatto che i social, di solito considerati giustamente come delle armi di distrazione di massa, hanno anche la capacità di creare spazi di raccoglimento adatti alla riflessione e al dialogo. In particolare Twitter, i cui utenti sono contemporaneamente scrittori e lettori che dialogano e monologano, urlano, litigano e si fanno compagnia, sembra essere il posto più adatto per questo tipo di iniziative culturali. Il servizio di microblogging lanciato nel 2006 è genere e opera, mezzo e messaggio, testo e contesto, una macchina autopoietica incontenibile, un work-in-progress costante che si autorigenera ad ogni secondo. La sua polifonia incessante, un po’ orgiastica e schizofrenica, fa di Twitter un fenomeno linguistico, discorsivo e perfino letterario sui generis. Il mondo di Dante aveva dei limiti spazio-temporali, la Commedia finisce nel verso 146 del canto trentatreesimo del Paradiso. Il nostro universo invece è infinito. Twitter prosegue e prosegue eprosegue.