Anteprima, 15 giugno 2022
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Biografia di Abraham Yehoshua
Abraham Yehoshua (1936-2022). Scrittore israeliano. «Amava presentarsi come “quinta generazione nata a Gerusalemme”, a sottolineare il suo radicamento nella Terra degli antenati. Il padre, Yaakov, discendente di una famiglia originaria di Salonicco, era un orientalista, aveva molti rapporti con gli arabi palestinesi della città, verso la fine della vita scrisse un’opera di dodici volumi sulla comunità sefardita locale. La madre Malka Rosilio veniva da una famiglia di rabbini del Marocco, adorava la cultura, la lingua francese, l’Europa. Ecco, Yehoshua, qualche volta raccontava che l’idea di scrivere Il signor Mani, un romanzo che narra appunto cinque generazioni di ebrei sefarditi e il loro rapporto forte con Gerusalemme e con l’identità di famiglia, considerato il suo capolavoro, gli venne in mente durante i funerali del padre. […] Si è detto che nessuno come lui sapesse usare le parole in ebraico. La sua padronanza della lingua sfiorava la perfezione, così come l’architettura dei romanzi. Su incipit lavorava per settimane, qualche volta mesi, perché nelle prime pagine doveva esserci il Dna di tutta la storia. Fatto questo, i protagonisti conquistavano una certa autonomia rispetto all’autore. Diceva: “Sai, quello (e faceva il nome del protagonista inventato) mi ha sorpreso, ha fatto il contrario di quello che mi sarei aspettato”. Oppure: “Volevo farlo morire ma si è rifiutato”. E rideva» [Goldkorn, Rep]. «È stato assieme ad Amos Oz (scomparso nel 2018) e David Grossman il maggiore interprete della letteratura ebraica contemporanea. Professore di teatro e letterature comparate ad Harvard, Princeton e infine ad Haifa, esordisce nel ’77 con un romanzo divenuto presto di culto: L’amante, probabilmente l’opera di nota di Yehoshua, costruita come una profonda allegoria veterotestamentaria. Sullo sfondo della guerra di Yom Kippur, dietro alle polifoniche vicende di una famiglia di Haifa si cela l’indagine sulla verità di sé stessi, la scoperta dell’alterità (effigiata dal mondo palestinese) e il tormentato incontro di Dio con il suo popolo. Da Un divorzio tardivo (1982) a Il signor Mani (1990), da Il responsabile delle risorse umane (2004) a Fuoco amico (2007), Yehoshua mette al centro della sua scrittura, sempre esatta e partecipe, la fragilità delle relazioni, le insidie dell’amore sponsale, gli intrecci parentali ma anche l’irruzione della Storia nella vita ordinaria, il complesso equilibrio tra popoli che convivono in un’unica terra lacerata» [Biolchini e Fraccacreta, Sole]. «Dopo una vita ad Haifa, Yehoshua si era trasferito al ventunesimo piano di una torre che domina Tel Aviv; così, diceva sorridendo, poteva tenere d’occhio i suoi sette nipoti; la più grande, Tamar, era già nell’esercito, e lui ne era molto fiero. Yehoshua aveva fatto la guerra del Sinai nel 1956. [...] Era un uomo molto fisico, sensuale, empatico. All’università di Gerusalemme incontrò la sua Rivka e dopo sei mesi la sposò. Lei aveva 19 anni, lui 23. Sono stati insieme per 56 anni, fino alla morte di Rivka. Lui la amava ancora, tantissimo, e l’ha amata fino a ieri» [Cazzullo, CdS]. «I funerali di Abraham B. Yehoshua si svolgeranno oggi pomeriggio nel cimitero Ein Carmel, a sud della città di Haifa. Lo scrittore, che era nato il 9 dicembre 1936 a Gerusalemme, sarà sepolto in un kibbutz nel nord di Israele. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ricordato ieri che Yehoshua è “uno dei grandi scrittori e narratori dello Stato di Israele” le cui “creazioni indimenticabili continueranno ad accompagnarci per generazioni”» [Rep].