Anteprima, 20 giugno 2022
Tags : Jean-Louis Trintignant
Biografia di Jean-Louis Trintignant
Jean-Louis Trintignant (1930-2022). Attore francese. «Ci sono almeno tre opzioni per ricordare Jean-Louis Trintignant: quando aveva 32 anni ma ne dimostrava dieci di meno e Dino Risi lo prese per accostarlo nella spider del Sorpasso a Gassman per fare lo studentello timido vittima del farfallone; quando nel ’67 Lelouch gli offrì la parte romantica per eccellenza nel melò romantico Un uomo, una donna accanto ad Anouk Aimée, globale processo di identificazione del dare-avere sentimentale di coppia (ma il sequel sarà un flop); quando nel ’71 Bernardo Bertolucci lo volle protagonista del Conformista in cui è Marcello Clerici che, arruolato nella polizia segreta fascista, deve uccidere per un’inconfessabile ambiguità un suo professore a Parigi» [Maurizio Porro, CdS]. «Jean-Louis viene da una famiglia ricca e illustre, anche se non priva di contraddizioni: suo padre Raoul era un uomo politico e un eroe della Resistenza, sua madre Claire era caduta in disgrazia dopo una relazione con un ufficiale tedesco nella Francia occupata. Anche successivamente la sua vita non è sempre felice: nel ’73 la moglie Nadine lo lascia dopo aver scoperto una sua storia con Romy Schneider, nel 2003 la figlia Marie muore tragicamente per le percosse ricevute dal suo compagno Bertrand Cantat, il cantante dei Noir Désir. Un’altra figlia di Jean-Louis e Nadine, Pauline, era morta a dieci mesi per asfissia nel sonno. Tristi storie dalle quali Trintignant non si è mai del tutto ripreso. Quando Risi lo sceglie come co-protagonista per Il sorpasso, è già un attore importante in Francia e in Italia. È apparso accanto a Brigitte Bardot in un film non bello ma epocale, Piace a troppi (1956) di Roger Vadim, e nel nostro paese è stato scelto da Valerio Zurlini per un ruolo in Estate violenta (1959). Alcuni dei suoi film più belli sono girati in Italia, in un’epoca in cui si coproduce molto sull’asse Roma-Parigi. In Il conformista di Bernardo Bertolucci (1970) la sua maschera spesso attonita è perfetta per il personaggio del titolo, docente di Filosofia e spia fascista che si reca a Parigi per uccidere il suo vecchio maestro esule; in Colpire al cuore di Gianni Amelio (1983) è superbo in un ruolo quasi speculare, un professore universitario sospettato dal figlio di connivenza con il terrorismo. Né vanno dimenticate esperienze più “leggere” o decisamente pop, come La morte ha fatto l’uovo di Giulio Questi (1968), accanto a Gina Lollobrigida, o il western Il grande silenzio di Sergio Corbucci (1968). Ma ricordiamo anche Col cuore in gola di Tinto Brass (1967), Così dolce… così perversa di Umberto Lenzi (1969), Metti una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi (1969), La donna della domenica di Luigi Comencini (1975) e un bel sodalizio con Ettore Scola in La terrazza (1980), Passione d’amore (1981) e Il mondo nuovo (1982). Nel frattempo, nella natìa Francia, Trintignant è un attore di punta, capace di soddisfare sia i veterani del cinema classico, sia i coetanei della Nouvelle Vague. Collabora con Éric Rohmer e con François Truffaut, con solidi professionisti come Yves Boisset, Pierre Granier-Deferre, Michel Deville, Claude Berri, e gira persino un paio di film con Alain Robbe-Grillet, lo scrittore teorico del nuoveau roman. Non disdegna avventure internazionali come lo splendido Z – L’orgia del potere di Costa-Gavras, dove interpreta il giudice istruttore che indaga sull’omicidio del militante di sinistra greco Grigoris Lambrakis. Dopo la morte della figlia, Trintignant si chiude in un doloroso riserbo, ma torna inaspettatamente al cinema in un film magnifico, Amour dell’austriaco Michael Haneke (2012): accanto a un’altra veterana, Emmanuelle Riva, dà vita a una tenerissima coppia di anziani coniugi la cui vita è devastata dalla demenza senile di lei. Qualcosa di simile accade in I migliori anni della nostra vita (2019), dove Claude Lelouch spinge Trintignant e Anouk Aimée a riprendere i rispettivi ruoli di Un uomo, una donna: stavolta è l’uomo ad aver perso la memoria, che però riaffiora dopo l’incontro con l’amore di un tempo. È rimasto l’ultimo ruolo» [Crespi, Rep].