7 giugno 2022
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Biografia di George Pell
George Pell, nato a Ballarat (Australia) l’8 giugno 1941 (81 anni). Cardinale e arcivescovo cattolico australiano. Dal 24 febbraio 2019 prefetto emerito della Segreteria per l’economia. Già consigliere economico di Papa Francesco. «Una delle grandi figure della Chiesa. E non solo per il suo imponente fisico da rugbista. San Giovanni Paolo II lo scelse come pastore di Melbourne e poi di Sydney e poi gli impose la porpora. Benedetto XVI onorò la sua diocesi di un viaggio apostolico per la Giornata mondiale della Gioventù. Papa Francesco lo scelse per far parte del Consiglio di cardinali e poi lo chiamò a Roma come prefetto della Segreteria per l’economia. Ma proprio al termine del suo mandato dovette ritornare in Australia per affrontare un processo con l’accusa di aver abusato in sacrestia di due coristi. Condannato in prima e seconda istanza, venne poi assolto – all’unanimità – dai giudici della Corte suprema federale. Nel frattempo, aveva trascorso più di 400 giorni in carcere. Fatto unico per un cardinale in un paese democratico» (Gianni Cardinale).
Vita Figlio di George Arthur Pell, anglicano non praticante di origini inglesi e campione di pugilato dei pesi massimi, e di Margaret Lillian Burke, devota cattolica di origine irlandese. La sorella, Margaret, è una violinista della Melbourne Symphony Orchestra • Ordinato sacerdote nel dicembre del 1966, ha studiato teologia a Roma e conseguito un dottorato in filosofia della storia della Chiesa a Oxford. Nel maggio 1987 l’ordinazione episcopale, dopo l’elezione alla Chiesa titolare di Scala ed Ausiliare dell’Arcidiocesi di Melbourne avvenuta il 30 marzo 1987. Nel 1996, la nomina a settimo arcivescovo metropolita di Melbourne e nel 2001 quella ad arcivescovo metropolita di Sidney. Diversi i ruoli ricoperti in Vaticano nell’arco di oltre un ventennio: è stato relatore, nel 1990, alla settima assemblea generale del Sinodo dei Vescovi che si è tenuto a Roma sulla formazione dei sacerdoti; membro del Comitato dei Vescovi per la Giustizia, lo Sviluppo e la Pace dal 1987 al 1997; membro della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1990 al 2000; membro scelto da papa Francesco per lo studio di progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana, ecc. Elevato cardinale da papa Giovanni Paolo II nel 2003 • «Uomo di grande cultura, Pell è un tradizionalista: conservatore, è stato uno dei porporati che ha celebrato la Messa con rito tridentino dopo la riforma liturgica. Durante il sinodo dell’ottobre 2012 ha denunciato la difficoltà sempre maggiore di professare liberamente la religione cristiana in “diversi paesi europei e anglofoni”. Libertà minacciata “da tribunali, leggi e parlamenti” che alimentano un’intolleranza al cristianesimo che assume sempre più i tratti totalitari. È questa deriva, sostiene l’arcivescovo australiano, che caratterizza il liberalismo moderno, così diverso da quel “liberalismo tradizionale che vede l’individuo e la famiglia al centro di ogni cosa”» (Matteo Matzuzzi) • «Pubblicamente critico nei riguardi di Bergoglio, soprattutto all’indomani della pubblicazione dell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia (in riferimento alla quale ha supportato i Dubia, sottoscritti dai cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra, Meisner), si è reso noto in Australia come paladino dei valori tradizionali del cattolicesimo. Noto per le crociate contro la legalizzazione dell’eutanasia e del matrimonio tra persone dello stesso sesso, Pell si è sempre pronunciato criticamente contro l’ordinazione sacerdotale delle donne e l’abolizione del celibato cleriale […] Si è fatto anche notare per l’opposizione alle tesi ambientalistiche del cambiamento climatico (in pieno accordo col pensiero di Trump) non risparmiando attacchi all’enciclica bergogliana Laudato si’» (Francesco Lepore) • Nel 2013, da arcivescovo di Sydney, in un intervento all’australiano Seven Network, aveva criticato la scelta di Benedetto XVI di rinunciare al papato: «È stata una scelta destabilizzante» • È stato componente del Consiglio dei Cardinali (il C9 bergogliano) fino al 12 dicembre 2018 e prefetto della Segreteria per l’Economia fino al 24 febbraio 2019 (quando è scaduto il quinquennio di mandato) • Il Guardian ha scritto che in passato Pell era stato «il terzo uomo più potente del Vaticano» • Il «ranger», soprannome affibbiatogli da Francesco • Polemiche per le sue spese a Roma, dalla sua casa in piazza della Città Leonina con i sottolavelli da migliaia di euro alla tappezzeria di lusso e per la casa in Via dei Coronari del suo fedelissimo Danny Casey, economo di fiducia a cui pagava un appartamento da 2.900 euro al mese e uno stipendio da 15.000 euro mensili • «Le note spese del cardinal Pell Papa Francesco non le ha certo scoperte dai libri Via Crucis di Gianluigi Nuzzi e Avarizia di Emiliano Fittipaldi che le quantificano in 501 mila euro in sei mesi. Un portavoce dell’ufficio di Pell ha respinto le “affermazioni false e fuorvianti” dei libri. Precisando che il dicastero si è tenuto al di sotto del budget 2014 e proposto una riduzione per il 2015. Poi la lista. Costi iniziali per mobili e computer più stipendi e oneri: 292.000 euro. Trasporto aereo del personale della segreteria in 9 mesi: meno di 4.000. “Considerevolmente inferiore” a quelli di molti altri. Paramenti e tovaglie d’altare per “consentire al personale di pregare insieme nella cappella dell’ufficio” 2.500. Altri 16.000 “in viaggi ed alloggi per consulenti”. Sull’appartamento Vaticano, si fa notare che è “stato riservato per un membro di alto livello del personale proveniente dall’estero”, ma resterà come opzione meno costosa di Domus o hotel» (Virginia Piccolillo) • «Tra spese pazze e numerosi brindisi a Borgo Pio, l’astro nascente delle finanze d’Oltretevere aveva creato non pochi malumori nei sacri palazzi: era diventato un “uomo dai troppi poteri”, come qualche tonaca lo aveva definito rivolgendosi al Pontefice. Basta con i Calvi e i Sindona, basta scandali, ammoniva invece nel 2014 Pell, l’uomo che avrebbe voluto fare il rottamatore delle finanze vaticane e alla fine, per altri e ben più gravi motivi, è finito quasi del tutto rottamato» (Francesco Marchese Ragona).
Guai giudiziari Nel giugno 2017 Pell è stato accusato di avere violentato due chierichetti di 13 anni in un locale della cattedrale di Melbourne nel 1996, quando era arcivescovo della diocesi della città australiana, e di avere molestato uno dei due anche l’anno successivo. In particolare, avrebbe stuprato oralmente uno dei due ragazzini, mettendogli il pene in bocca, al termine di una messa, nella sagrestia. Dei due ex chierichetti solo uno ha testimoniato al processo – ma la sua identità è stata tenuta segreta dagli investigatori – perché l’altro è morto per overdose nel 2014 • «Una stanza dietro l’altare, sul retro della cattedrale di San Patrizio a Melbourne. Fine anni ‘90, inizio 2000. È qui che si gioca la storia del cardinale George Pell e di un pezzo, importante, del Vaticano. Secondo il Magistrates Court, il tribunale australiano, in quella stanza Pell avrebbe abusato in più occasioni di minorenni. Alcuni dei quali, hanno testimoniato davanti alla polizia di Vittoria che da anni indaga sugli abusi nella Chiesa. Tanto da aver lanciato un numero verde per raccogliere le accuse nei confronti di Pell e di altri esponenti della chiesta australiana. “Sono innocente, aborrisco gli abusi e vado in Australia a difendermi” ha detto Pell, che ha chiesto e ottenuto dal Papa un periodo di congedo. Da tempo il nome di Pell era nell’occhio del ciclone. Prima dell’incolpazione ufficiale, il cardinale era stato convocato dai magistrati australiani ma, per motivi di salute, aveva fatto sapere che non si sarebbe potuto muovere tant’è che i poliziotti di Melbourne dovettero prima sentirlo in video conferenza e poi venire in Italia dove il cardinale rispose a tutte le domande. Le sue risposte, però, evidentemente non sono bastate visto che la polizia ha deciso comunque di metterlo sotto accusa. “Le incolpazioni sono diverse” ha detto il vicecommissario di polizia Shane Patton. Le nuove, come detto, riguardano principalmente quanto accaduto nella cattedrale di Saint Patrick. Tutto nasce dalle rivelazioni, fatte prima ai media e poi alla polizia, da alcuni ragazzi. E nello specifico da due di loro, studenti del collegio di San Kevin, che subito dopo lasciarono sia gli studi sia il coro. Uno è poi morto nel 2004 e, per circoscrivere le accuse, è stato determinante il racconto della madre del ragazzo» (Giuliano Foschini) • Pell è stato condannato in primo grado l’11 dicembre 2018 da un tribunale di Melbourne. È stato il prelato di più alto grado ad essere mai stato condannato per abusi sessuali su minorenni. Pell aveva fatto ricorso in appello, perdendolo, e il 2 agosto 2019 era stato condannato a scontare 3 anni e 8 mesi di carcere. Il 7 aprile 2020 l’Alta Corte australiana ha assolto Pell, dichiarando che esiste una «possibilità significativa» che «una persona innocente sia stata condannata», dato che le prove non permettono di stabilire la colpevolezza con certezza • Un secondo processo riguardava altre accuse secondo cui Pell avrebbe abusato di alcuni ragazzini negli anni Settanta quando era sacerdote a Ballarat (1976- 1980), ma è stato archiviato nel 2019 per mancanza di prove. Anche in questo caso Pell si era dichiarato innocente • «Leggendo le carte della Royal Commission che indaga sui preti pedofili, i documenti riservati della vecchia diocesi della porpora, i bilanci della chiesa australiana e alcune lettere firmate dal prelato e dai suoi avvocati, non sembra che Bergoglio abbia puntato sull’uomo giusto. […] Anche perché troppe volte, di fronte a crimini sessuali di sacerdoti, Pell negò alle vittime giustizia e compassione pur riconoscendo la veridicità delle loro denunce. Come scrive la commissione d’inchiesta, “mancò di agire equamente da un punto di vista cristiano”. È certo che Pell cercò di minimizzare le violenze e di proteggere in ogni modo la cassaforte della sua diocesi dalle richieste di risarcimento dei sopravvissuti. I documenti dei giudici dell’organismo voluto dal governo australiano sono un pugno nello stomaco. Partiamo dal caso della famiglia Foster. Davanti alla tragedia dei genitori Anthony e Christine, le cui figlie Emma e Katie sono state violentate da bambine dal preside della loro scuola cattolica don Kevin O’ Donnell, Pell ha prima tentato di evitare ogni incontro faccia a faccia (“se incontro la famiglia Foster poi dovrò incontrare anche le altre. Il mio tempo è molto limitato. Perché sono diversi dagli altri casi?”, si chiede nel 1996 in una lettera spedita ai suoi avvocati), poi ha provato a chiudere la faccenda con un risarcimento di appena 50 mila dollari australiani, pari a 30 mila euro. La signora Foster ha raccontato ai giudici che durante il primo incontro a casa loro, Pell - di fronte alle rimostranze del marito che accusava l’allora arcivescovo di voler proteggere il portafoglio della Chiesa - rispose secco: “Se non ti va bene quello che siamo facendo, portaci in tribunale”. […] Ma il cardinale promosso da Francesco ha altri scheletri nell’armadio: ha protetto l’orco seriale Gerald Risdale, né ha voluto ascoltare un ragazzo che lo avvertì come un sacerdote, Edward Dowlan, avesse abusato di alcuni ragazzini di un collegio cattolico di Ballarat, la città natale del cardinale (“Mi disse: ‘Non essere ridicolo’, uscendo dalla stanza senza degnarmi di altre attenzioni” mette a verbale il testimone Timothy Green, “la sua reazione mi ha dato l’impressione che lui conoscesse fratello Dowlan, ma che non potesse o volesse fare nulla a riguardo”). Non è tutto. Pell avrebbe anche tentato di corrompere una vittima (“mi chiese cosa volessi per tenermi tranquillo”, racconta il nipote abusato di padre Risdale. “Chiamai sconvolto mia sorella dicendogli: Il bastardo ha cercato di corrompermi”), e ha mentito per iscritto almeno su un altro caso di pedofilia, in modo da evitare di pagare risarcimenti alla vittima» (Emiliano Fittipaldi) • Ha raccontato la sua vicenda giudiziaria nel libro Diario di prigionia, edito in Italia da Cantagalli nel 2021 (nuovi capitoli del Diario sono in pubblicazione in lingua inglese) • «“È raro che un cardinale venga imprigionato e quindi ho pensato che un diario sarebbe stato interessante per i lettori. E poi scrivere in prigione è una buona terapia. In tanti lo hanno fatto, cominciando da san Paolo”. Aveva mai immaginato di dover affrontare un processo del genere e di dover passare più di 400 giorni in prigione? “No, non lo immaginavo. Erano accuse francamente incredibili. Fare cose così brutte in una sacrestia dopo una Messa solenne con centinaia di fedeli. Inconcepibile, per chi frequenta abitualmente le chiese. Forse alla mia condanna in prima e seconda istanza ha contribuito il fatto che giudici e giurati non hanno mai partecipato a una Messa cattolica e credono davvero che le chiese e anche le sacrestie siano dei luoghi bui e disabitati in cui si può commettere ogni abominio…”. Perché queste accuse così infamanti? Che idea si è fatto in proposito? “Credo di essere stato preso di mira per la mia difesa della tradizionale visione giudeo-cristiana su famiglia, vita, sessualità. Il fattore decisivo comunque è stata la crisi degli abusi. Purtroppo, in Australia ci sono stati molti casi, molte vittime, molte sofferenze. In tanti si sono genuinamente scandalizzati per questo e per come i vescovi hanno affrontato la questione. C’era e c’è tanta furia contro la Chiesa. Dopo la prima condanna mi hanno riferito di aver sentito questo tipo di commento: è possibile, forse probabile che lui sia innocente, ma la Chiesa cattolica ha fatto tante cose malvagie ed è giusto che qualcuno di loro soffra. Purtroppo, è toccato a me”» (a Gianni Cardinale).