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 2022  giugno 10 Venerdì calendario

Biografia di Jean Alesi (Giovanni Roberto Alesi)

Jean Alesi (Giovanni Roberto Alesi), nato ad Avignone (Francia) l’11 giugno 1964 (58 anni). Pilota automobilistico • «Francese con sangue siciliano» (Nestore Morosini, CdS 10/9/1994) • Capelli scuri da uomo del Sud, erre grattata come un transalpino • «Volubile e energico» • «Veloce in pista e scaltro nelle pubbliche relazioni» (Ivan Capelli) • In Formula 1 dal 1989 al 2001, gareggiò con Tyrell (1989-90), Ferrari (1991-95), Benetton (1995-97), Sauber (1998-99), Prost (2000-01) e Jordan (2001). Due volte al quarto posto nel Mondiale piloti (nel 1996 e nel 1997). Poi disputò il campionato DTM, le Speedcar Series e, le Le Mans Series e la 500 miglia di Indianapolis. Si è ritirato dalle competizioni nel 2013 • «Alesi sembra uscito dalle righe di Nuvolari, poesia di Roberto Roversi, messa in musica da Lucio Dalla: “Basso di statura, bruno di colore”. Come il Mantovano volante, il pilota francese al volante “fa quello che vuole, dentro il fuoco di cento saette”» (Luciano Ferraro, CdS 30/5/2014) • Benché, in dodici anni in F1, abbia disputato 202 gran premi, e sia arrivato sul podio 32 volte, è riuscito a vincerne solo uno, a Montréal, l’11 giugno 1995, il giorno del suo 31° compleanno. Nonostante questo, divenne uno dei corridori più amati dai tifosi. «E già, perché a differenza di altre scuderie in Ferrari per entrare nella leggenda non è sempre stato necessario vincere qualcosa di importante. La prova più clamorosa di tutto questo è l’epopea di Villeneuve, ma anche di Alesi, Mansell e tanti altri che pur avendo un albo d’oro con la Rossa piuttosto risicato sono stati amatissimi dai tifosi di mezzo mondo» (Vincenzo Borgomeo, Rep 24/8/2007) • Lui, quando gli chiedevano il segreto di tanto successo, rispondeva: «Io so cosa si aspetta la gente da me e cerco sempre di darglielo».
Titoli di testa «Avvicinandolo nel box della Tyrrell, mentre si allontanava l’ultima troupe dei cineoperatori, gli abbiamo teso la mano per salutarlo e complimentarci e lui, sorridendo, ha allungato la sinistra. Al nostro sguardo interrogativo, ha offerto la destra mostrando il palmo piagato: due grosse vesciche appena scoppiate. Che cosa le è successo? “È stato il cambio”, ha risposto in un buon italiano» (c.g., CdS 13/3/1990).
Vita Figlio di Francesco e Marcella Alesi. «Mio padre è arrivato ad Avignone da Alcamo, in Sicilia. Era il 1959, lui aprì un’officina. Cinque anni dopo sono nato io. In paese mi hanno sempre chiamato “il figlio del carrozziere”» (Luciano Ferraro, CdS 30/5/2014) • «Il paesaggio dove cresce Jean Alesi è quello dolce della Provenza. Vendene, poco fuori Avignone. È un momento di accumulazione, di piccolo risparmio su libretti postali e soldi mandati a casa col vaglia. Franco lavora a padrone, fa il verniciatore, ma ogni mese passa alla posta. Tanto che nel ‘72 aprono le Carrosserie Alesi, impresa familiare, oggi 35 operai che si chiamano tutti Farrisi e Di Gregorio, Meloni e Patellaro. Quando a 15 anni accetta di iscriversi all’avviamento professionale, nella vita di Jean c’è già un go-kart per bambini, usato nell’officina di famiglia, fra le macchie di vernice, l’olio, i giornali vecchi usati per proteggere i vetri, e pochissima voglia di studiare. A 16 anni esordisce nelle categorie Kart, e vince. La giornata passa in mezzo al grasso, alle valvole, alle prove di motore. Nei paesi dell’est provarono a far sposare i campioni di ginnastica per vedere se nascevano altri campioni. Per Alesi il risultato è culturale, i racconti di papà, il lavoro di ogni giorno, il puzzo di benzina. Nascita di una motivazione. C’era anche il talento naturale, lo coltivava d’estate. Sugli sci d’acqua non lo teneva nessuno, era il migliore, ogni acrobazia era buona per lui raccontano i compagni delle vacanze sulla Marina di Alcamo. L’estate vive di altri colori e sapori: i cannoli alla crema e la pasta con le sarde, il vino bianco di Alcamo che col caldo è buono nel bicchiere appannato dal ghiaccio. Dice oggi che se gli riuscirà di farsi un aereo se ne porterà in gran quantità a casa. Il ragazzo cresce furbo, lo sguardo veloce e vivo, non un gigante. Un corpo mediterraneo, peloso, nero di capelli, nostalgico del passato, ma con l’occhio aperto su quello che gli succede attorno; la tradizione non lo ferma: ha una ragazza fissa di 26 anni, Laurence, che lo segue dovunque, dormono insieme, ma lui, ufficialmente, vive a casa. L’anno che decide è il 1989 […] vince il mondiale di Formula 3000, esordisce in F1 per la defezione di Michele Alboreto nel team Tyrrell. Qui prende corpo il suo destino. Il contratto con la Tyrrell prevede uno stipendio di 5 milioni al mese e il rimborso dei viaggi lunghi. Per le trasferte corte deve pensarci lui, che se le fa pagare dall’ente nazionale produttore delle polveri da sparo. Viaggia e vede il mondo. I soldi da ceto medio che erano bastati alla generazione di suo padre per sentirsi arrivata, gli appaiono argent de poche. Ora che Jean li paragona con l’aereo privato, le tenute a perdita d’occhio, i miliardi (all’anno) che fanno il reddito medio del pilota della F1. Una leggera ebbrezza lo coglie al suo ingresso nel gran mondo. L’estate scorsa l’avvocato Agnelli dice di lui: “Quel ragazzo ha messo troppe firme”. L’entusiasmo dei potenti per lui si è raffreddato all’improvviso, dopo che i piazzamenti nel mondiale l’avevano candidato ferrarista. Alesi ha firmato con la Williams-Renault per una cifra alta, ma non altissima. Poi quando arriva l’offerta da Maranello, scrive il suo nome sotto un precontratto. Frank Williams dice che sarà più probabile che lui si alzi dalla seggiola a rotelle piuttosto che Alesi finisca in Ferrari. È un bel guaio, perchè questo sbagliar firme fa male più di quella franchezza, stonata nel mondo del bon ton, che gli fa dire la verità laddove l’ipocrisia pagherebbe di più. Un difetto che a Maranello gli hanno già corretto, pare sorrida anche ai giornalisti sconosciuti» (Vittorio Zambardino, Rep 16/11/1990).
Amori/1 Prima moglie: Laurence, una ragazza di Avignone, che conosceva da sempre. Cerimonia di nozze nella basilica di Saint Michel de Frigolet. Lui arrivò in Ferrari, lei in Rolls Royce anni 60. Arrivarono parenti dalla Sicilia, e sportivi vari, da Alain Prost e Patrick Tambay ai calciatori Lombardo e Mannini. La luna di miele durò pochissimo perché lui era impegnato in pista. «Alla nascita di una figlia, Charlotte, l’unione era già spezzata e il divorzio inevitabile» (Cristiano Chiavegato, Sta 9/8/1996).
Amori/2 Seconda moglie: Kumiko Goto. «Alesi, reduce da una disavventura matrimoniale […] era stato mandato in Giappone per una serie di conferenze stampa promozionali per i suoi sponsor. Laggiù conobbe appunto Kumiko, una fanciulla dai tratti delicati, minuta, gentile. E famosa: una delle attrici della tivù e fotomodelle più pagate del Paese del Sol Levante. Un’eroina popolare, considerata molto brava, interprete richiestissima anche di film d’amore. Fu un colpo di fulmine. Da allora i due innamorati, compatibilmente ai loro impegni professionali, hanno vissuto insieme» (Chiavegato). Tre figli: Helena, Giuliano (n. 1999, anche lui pilota) e John.
Denari «Non ho mai buttato via i soldi. Sin da quando ero bambino ho avuto davanti agli occhi i sacrifici che ha fatto mio padre per garantirsi e garantirci un certo livello di benessere» • Per finanziare la carriera di suo figlio Giuliano in Formula 2 ha venduto la sua Ferrari F40 (gli servivano 1,8 milioni di dollari, ne ricavò 1,2).
Petardi Nel dicembre 2021 fu fermato dalla polizia francese. Tutti i giornali scrissero che aveva lanciato un petardo contro il cognato. «Alesi, che cosa ha combinato? “Mi sembra tutto sproporzionato, c’è stato un grosso malinteso: per esempio l’ex fidanzato di mia sorella è diventato ‘mio cognato’. Era solo uno scherzo, non mi sarei mai immaginato che un petardo potesse provocare tutto questo”. Arrestato per un fuoco artificiale, ci spiega come sono andate le cose? “Avevo comprato questo petardo in Italia, in una stazione di servizio vicino a Ventimiglia: eravamo in macchina con amici e abbiamo detto: ‘proviamolo’. Così l’ho buttato lì (a Villeneuve-lès-Avignon, ndr), davanti allo studio di questo architetto, ma non mi aspettavo che potesse fare un botto del genere. E che potesse fare quei danni”. Non ce l’aveva con l’ex compagno di sua sorella? “Macché, siamo sempre stati in ottimi rapporti, con mia sorella si sono lasciati da due anni e ormai non parliamo più di lui. Sono stato io a presentarmi il giorno dopo alla polizia per chiarire. Ho subito detto che avrei ripagato tutto, il vetro rotto, i danni. Che c’ero io su quella macchina, e non mio fratello”. Ma allora perché lanciarlo proprio lì? “Una casualità, passavamo di lì e ho detto: ‘proviamo a lanciarlo qui’”. Le piacciono i fuochi artificiali? “Sì, quando festeggiamo di solito li usiamo. È una vecchia tradizione”. Quanto l’hanno trattenuta in commissariato? “Ventiquattr’ore. Prima ero stato chiuso dentro a una stanza su ordine del magistrato, poi i poliziotti mi hanno “liberato”, non capivano perché ci fosse tanto accanimento nei miei confronti. E nel commissariato abbiamo passato una serata fantastica prima di essere rilasciato, e tornare a casa”. Davvero? “Sì, a parlare di Formula 1, erano appassionati”» (Daniele Dallera e Daniele Sparisci, CdS 23/12/2021).
Curiosità Piatto preferito: il risotto al salto • Nel 2018 ha fontato la Jean Alesi eSports Academy per formare campioni di videogiochi • Negli anni difficili dopo l’incidente di Michael Schumacher, ha trattato il figlio Mick come se fosse suo • Durante la pandemia di Covid, era molto ostile ai no-vax. «Appena ne sento uno, mi arrabbio» • I suoi genitori e i suoi fratelli vivono a trenta chilometri dalla centrale nucleare di Marcoule. «A Marcoule la centrale ormai fa parte del panorama: esiste da moltissimi anni, siamo tutti abituati a vedere quelle due torri» • Nonostante tutto, non è contrario al nucleare • Nel 1995 lui e Gerhard Berger molestarono in diretta televisiva la giornalista Claudia Peroni, che stava cercando di intervistarli (all’epoca, nessuno trovò niente da obiettare) • Nel 1994 ha comprato nove ettari di vigne e, ora che non corre più, si dedica a produrre vino • Ha acquistato il 10% della Montegrappa, storico marchio di Bassano specializzato in penne di alta gamma • «Non rivedo mai i gran premi in Tv, altrimenti mi spavento» • «A me quando sento la parola psicologia viene il nervoso. Se per correre uno deve farsi visitare mentalmente, allora è meglio che cambi mestiere» • «La moto è un hobby pericoloso per chi non c’è mai stato» • «Dicono che quest’anno le macchine saranno più veloci. Ma chi se ne accorge davanti alla tv? Alla gente interessano i sorpassi e temo che non aumenteranno» • «Le piacerebbe scendere in pista oggi? “No. Ognuno cresce con la tecnologia della propria età e quella attuale a base di elettronica non ha niente a che vedere con me”» (Stefano Mancini, Sta 17/5/2016) • Nel 2018, a Maranello, assistendo al test del figlio Giuliano, esordiente in Formula 1, gli è sembrò di rivedere sé stesso. «Un’emozione. Come ascoltare Verdi alla Scala». Rimase un attimo in disparte, preso dalla commozione.
Titoli di coda «Dove passerà l’ultimo dell’anno? “In Costa Azzurra”. A festeggiare con i petardi? “Per carità. Non me li nominate più. Ho chiuso con i petardi!”. Francese ma con l’Italia nel cuore... “Il sindaco di Alcamo, paese di origine della mia famiglia, mi ha dato la cittadinanza onoraria dicendomi: ‘Qui puoi fare ciò che vuoi’”. Ci tolga una curiosità. Sua sorella si è arrabbiata dopo tutto questo caos? “Si è messa a ridere. E mi ha detto: ‘Ma io ora come faccio a trovare un fidanzato?’”» (Dallera Sparisci).