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 2022  giugno 30 Giovedì calendario

Biografia di Mariastella Gelmini

Mariastella Gelmini, nata a Leno (Brescia) il 1° luglio 1973 (49 anni). Politico. Dirigente di Forza Italia, una tra le più importanti • «Maristella» • «Mary Star» • «Una delle amazzoni berlusconiane» • «Una signora dalla bellezza algida, il corpo snello, lo sguardo severo, un tantino nascosto dagli occhiali da preside severa» (Giampaolo Pansa, Libero 3/3/2013) • «Da sempre “donna forte” in Lombardia» (Paola Di Caro, CdS 15/5/2022) • «Non è appariscente e non ci tiene a esserlo» (Maria R. Calderoni, Liberazione 31/10/2009) • «Salvo gli inciampi cognitivi, un matrimonio finito male e qualche fanta-intercettazione, la sua avventura in pubblico è tutta d’acqua dolce» (Pino Corrias, Fatto 21/2/2021) • Eletta alla Camera dei deputati per la prima volta nel 2006, rieletta nel 2008, nel 2013 e nel 2018. Già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (dal 2008 al 2011, con il Berlusconi IV), propugnò una serie di riforme per elementari, medie e università (genericamente note come «riforma Gelmini»), che suscitarono un dibattito asprissimo • «Ha accettato tagli insopportabili alle scuole di ogni ordine e grado, ha ridotto drasticamente non solo le risorse, ma anche il numero degli insegnanti e delle ore di lezione» (Margherita Hack) • «Sta alla scuola come Attila sta all’erba» (Marco Travaglio) • «Non è un essere umano» (Andrea Camilleri) • Dal 2016 è consigliere comunale a Milano. Dal 2018 al 2021 è stata capogruppo di Forza Italia alla Camera. Dal 13 febbraio 2021 è Ministro per gli Affari Regionali e le autonomie (con Draghi) • Mai la minigonna, sempre occhiali da vista colorati, anche viola, più di 100 mila gregari su Twitter, scarsa confidenza ai giornalisti. Di sé ha detto: «Non sono una bellezza, ma nel complesso mi trovo gradevole».
Titoli di testa «L’appuntamento salta alla vigilia dell’incontro. Voce agitata al telefono: “Mia figlia sta male, 48 ore fa le hanno fatto il vaccino esavalente e ora ha la febbre a 38 e mezzo. Domani devo portarla dal pediatra, mi dispiace”. Passati altri due giorni, l’emergenza pare superata. Ma, dopo appena cinque minuti che la madre ha attaccato a parlare, la piccola Emma, 4 mesi compiuti il 10 agosto, “buona, dolcissima, tranquilla, cipi cipi cipi, vero tesoro?, un amore, mangia e dorme”, comincia a dare segni d’irrequietezza. Gli strilli lacerano la quiete ovattata del Park Hotel Imperial di Limone sul Garda e mettono a dura prova l’equilibrio tra le forze contrapposte dello yin e dello yang che i turisti, soprattutto tedeschi e inglesi, vengono a cercare nel centro benessere tao. La mamma, Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, si sorprende: “Ma guarda! Non fa mai così, è la prima volta che piange”. Però inquadra subito il problema con l’occhio dell’educatrice: “Giorgio, scusa, porta la sdraiètta”, ordina per telefono, con la “è” larga-che-più-larga-non-si-può dei bresciani. Il marito accorre premuroso dalla camera. In effetti la seggiolina reclinabile è il rimedio che ci voleva: Emma si tranquillizza. Era stufa di giacere nella carrozzina» (Stefano Lorenzetto, Giornale 22/8/2010).
Vita Famiglia di origini contadine. Figlia di Italo, agricoltore, e Wanda, maestra elementare. Terzogenita, arrivata molti anni dopo Giuseppe (n. 1953) e Cinzia (n. 1961). Racconta la sorella: «Non siamo, come tutti scrivono, gardesani. Siamo originari di Milzano, un piccolo comune della bassa bresciana. Qui nostro padre che abbiamo perso da anni, aveva un’azienda agricola. Qui, in una cascina, è nata Mariastella. A Milzano mio padre aveva fatto anche il sindaco. Sindaco dc, e da lui Mariastella ha preso la passione politica. Con lo stesso cuore, gli stessi sentimenti, la stessa determinazione» • Da piccola sogna di fare la ballerina, studia danza per sei anni. Infanzia tra le nebbie della bassa, all’orizzonte la luce malinconica del Lago di Garda. «Dove andava in vacanza? “Non ci andavo. Continuavo a frequentare la mia parrocchia di confine, a Gottolengo, dove don Giuseppe lasciava che maschi e femmine giocassero insieme a pallavolo e a basket. Un punto di ritrovo sano: catechismo, film, recite teatrali. Altro che i luoghi di aggregazione d’oggi, tipo i pub, dove più in là della birra non si va. Mio padre aveva scavato un laghetto artificiale, 30 metri per 15, accanto alla nostra cascina di Pavone Mella. Con i miei tre fratelli mi tuffavo lì”. Credevo che oltre a Cinzia ci fosse solo Giuseppe, suo fratello maggiore. “C’era anche Rodolfo. Perse la vita a 33 anni in un incidente a Pontevico. Nella nebbia si schiantò contro un camion che aveva invaso la carreggiata. Morì sul colpo”» (Lorenzetto) • Elementari dai preti. Medie al Luigi Sturzo di Gottolengo. Maturità classica a Brescia, all’istituto Cesare Arici, anche quello paritario. «Come andava a scuola? “Andavo bene”. Passava i compiti? “Qualche volta”.
Copiava? “Ci si dava una mano”» (Claudio Sabelli Fioretti, Stampa 1/12/2008). Racconta la professoressa Maria Nunziata Terzo, che l’ebbe per alunna alle medie: «Le ho insegnato per tre anni l’italiano e la poesia. Con me che ha imparato a fare bellissimi temi, e mi sosteneva quando dicevo in classe di rinunciare all’intercalare dialettale “pota”, e di usare i congiuntivi. Mariastella era la mia passione. Il giorno della Cresima mi ha regalato un vasetto di cristallo, lo conservo come una reliquia, lo guardo ogni giorno. Già da bambina era una donna forte. Era semplice, ma con dei valori. Era sempre concentrata, stretta nel suo grembiule nero. Aveva anche un lato dolce. In classe c’era un bambino down, e allora la scuola non era attrezzata. Lei lo aiutava, gli stava vicino» (a Franco Vanni, Rep 26/8/2008). Racconta il professor Gian Enrico Manzoni, suo insegnante di latino e greco del liceo: «Una ragazza tranquilla, anche troppo. All’inizio non fu facile per lei. Qualche difficoltà nelle mie materie l’ha avuta. Ma era tenace, era una che si impegnava. Ed è migliorata col tempo. Si è diplomata con 50 sessantesimi. Un voto di tutto rispetto» • Dopo il liceo, si iscrive a Giurisprudenza a Brescia specializzazione in diritto amministrativo. «Facevo la praticante nello studio dell’avvocato Alberto Scapaticci, a Brescia. Mi occupavo di cause civili. Liti fra coniugi. Al momento della separazione, ricordo d’aver visto una coppia contendersi persino le tazzine del caffè. Quando l’amore si trasforma in odio, qualsiasi pretesto diventa buono per scannarsi. Fu un’esperienza molto triste» (a Lorenzetto) • «Com’è arrivata in politica? “Per passione, a 21 anni. Abitavo a Desenzano. Era il 1994. Sentii il discorso della discesa in campo di Berlusconi e corsi a iscrivermi al club di Forza Italia del mio paese”» (Lorenzetto). Convinta, come Paolo VI, che «la politica è la più alta forma di carità», comincia facendo volontariato nelle sedi azzurre, due giorni a settimana. Prima battaglia: rovesciare la giunta di sinistra, la eleggono presidente del Consiglio comunale. Lei: «La mia fu una scelta coraggiosa e trasgressiva. Tutti dicevano che Forza Italia era un partito di plastica. E mia madre era preoccupata da morire». Roberto Di Caro: «Nel calderone del partito nascente i bravini li iscrivono direttamente al vertice, anche se giovanissimi». Lei però spiega che la gavetta l’ha fatta tutta: «Ho fondato il club nella mia Desenzano, ho scarpinato a cercarmi gli elettori che mi hanno portato al Consiglio comunale, poi alla Provincia, poi alla Regione, la più votata nel mio collegio». «Quando avvenne il primo incontro con Berlusconi? “Nel maggio del 2005 ad Arcore, subito dopo il successo alle elezioni regionali. Avevo raccolto 17.000 preferenze uniche, superando pezzi grossi come Margherita Peroni e Franco Nicoli Cristiani che erano alla loro seconda o terza legislatura. Parlammo per una mezz’oretta. Berlusconi mi chiese: ‘Ma come hai fatto a prendere così tanti voti?’. Risposi: ho battuto il territorio, andando cascina per cascina. Di lì a pochi giorni mi nominò coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia. Una scelta eversiva. Anche incauta. Ma lui agisce così, d’istinto”. A me risulta che a presentarla al Cavaliere sia stato Giacomo Tiraboschi, il capo dei giardinieri di Villa San Martino. “Vero. Che è anche il produttore di Melaverde su Rete 4. Sa come conobbi Tiraboschi? Durante una puntata sulle limonaie del Garda che Edoardo Raspelli e Gabriella Carlucci vennero a girare proprio a Limone. Io partecipai come assessore provinciale all’agricoltura”» (Lorenzetto). «Da lì è un attimo sbocciare in Parlamento, nella celebre pattuglie delle devote – Carfagna, Santanchè, Prestigiacomo, Brambilla – titolari di un cospicuo potere nel sultanato di Arcore: “In Forza Italia – disse Mariastella – le quote rosa non servono. Il presidente tiene già tanto a noi”. Da allora i rotocalchi e gli invidiosi non l’hanno più persa di vista. Compare accanto al presidente nel celebre giorno del Predellino, 18 novembre 2007, piazza San Babila, mentre Silvio sbriga in tre minuti di comizio/congresso la nascita del Popolo delle Libertà. È sulla scalinata del Tribunale di Milano, l’11 marzo 2013, mentre canta l’Inno di Mameli con altri 150 deputati azzurri, per difendere il presidente da altre quote rosa che i giornali chiamano Olgettine, compresa la minorenne Ruby Rubacuori, e i giudici comunisti vogliono “ficcare il naso sotto le lenzuola del presidente”» (Corrias). «Ma davvero Silvio è così seduttivo come raccontano, con le donne? “Non è seduttivo solo con le donne. Dispiega un carisma speciale in tutti i rapporti interpersonali. Riesce a cogliere subito che cosa sei capace di fare e te lo fa fare. Un autentico rivoluzionario, privo di pregiudizi”» (Lorenzetto). «Non le sembra un po’ maschilista? “È un tifoso delle donne. Dice che sono caparbie e leali”.
Berlusconi… “Berlusconi è privo di pregiudizi, ha una fiducia enorme nel genere umano e nelle persone, sa motivarle, sa cogliere i talenti ed è molto liberale. È intelligente, pragmatico, generoso e leale. Ama l’Italia ed è un servitore dello Stato”. Colgo un pizzico di culto della personalità… “Berlusconi è un leader. Questo ci consente di non doverne cercare uno, come succede a sinistra. Ce lo abbiamo in carne ed ossa e ce lo teniamo stretto”.
Riesce a dirmi un difetto di Berlusconi? “È troppo buono”. Da lei non me lo aspettavo. Le ho chiesto un difetto. “È un po’ puntiglioso, ogni tanto con qualche simpatica vanità. È molto attento alla forma, è maniacale nel dettaglio”. Non sfugge un po’ troppo ai processi? “Le sue vicende con la giustizia sono una pagina dolorosa del Paese. La giustizia è un settore da riformare”. A causa dei processi al Presidente? “L’accanimento è sotto gli occhi di tutti”» (Sabelli Fioretti).
Scivoloni/1 Nel 2010 durante l’esame degli emendamenti del disegno di legge sull’Università, per distrazione votò con l’opposizione contro i suoi stessi emendamenti. Roberto Giachetti, in aula, glielo fece ironicamente notare.
Scivoloni/2 Da ministro sostenne, basandosi sulle classifiche Ocse, che gli insegnanti del Sud sono meno preparati di quelli del Nord e che avrebbero quindi bisogno di corsi di formazione appositi (vari studi hanno poi ipotizzato che molti insegnanti del Sud peggiorino il livello medio delle classi loro affidate perché concedono più facilmente degli insegnanti settentrionali voti alti e promozioni). Si scoprì allora che lei stessa, nel 2001, laureata in legge, andò a fare l’esame di abilitazione da avvocato a Reggio Calabria (dove era molto più facile) invece che a Brescia. «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l’esame per ottenere l’abilitazione alla professione. La sensazione era che (a Brescia) esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati ed altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l’esame. Per gli altri, nulla. C’era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto. Allora, ad esempio, anche le modalità in base alle quali veniva corretto il compito erano molto opinabili. E, allora, insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l’esame a Reggio Calabria».
Scivoloni/3 Nel 2011, dopo la scoperta – poi rivelatasi erronea – che i neutrini viaggiano più veloci della luce, il suo ministero pubblicò una nota per congratularsi con gli scienziati: «Alla costruzione del tunnel tra il Cern e il laboratorio del Gran Sasso attraverso il quale s’è svolto l’esperimento (quello dei neutrini alla velocità della luce) l’Italia ha contribuito con uno stanziamento di 45 milioni di euro». Il tunnel non esiste (sarebbe stato lungo 732 chilometri). Maurizio Crozza: «Pensate cos’è un neutrino, pensate che i neutrini attraversano la materia senza perdere la velocità che è più veloce della luce; invece la Gelmini attraversa la materia, tutte le materie, senza imparare niente; rimane scevra, infatti quando noi scienziati parliamo della Gelmini diciamo che è scevra». In seguito, il suo portavoce Massimo Zennaro, responsabile del controllo del testo, si è dimesso • «L’errore più grande che ha fatto? “Chi fa, sbaglia. Ne ho fatti tanti. Li rifarei tutti”» (Vittorio Zincone, Sette 9/11/2012).
Amori Primo amore: a 18 anni. «Lui aveva qualche anno di più. Vendeva fiori sul Lago di Garda, vicino a casa mia, a Sirmione. Incominciò a mandarmi fiori tutti i giorni, riempiendoci la casa per circa sette mesi. Meraviglioso… Ma a un certo punto l’ho chiamato, dicendogli di smettere» • Appena eletta alla Camera: fama di single incallita. Poi si parlò di una storia col deputato forzista Giuseppe Romele, 22 anni più vecchio, col quale è rimasta in rapporti di grande amicizia. «Sì, sono single, ma spero le cose cambieranno. No, nessun devastante dramma d’amore alle spalle» • Dal 2010 al 2015 è stata sposata con l’imprenditore bergamasco Giorgio Patelli, 15 anni più grande, con cui ha avuto una figlia, Emma (n 2010) • «Oggi è fidanzata? “Dagospia me li attribuisce ma non è vero niente”. Che peccato… “Guardi, ho elaborato il lutto della separazione e quando la sera torno nella mia casa vuota, mi monta dentro una serenità. La solitudine, se scelta e non subita, è stretta parente della felicità”. Avrà un sacco di pretendenti? “Con il lavoro che faccio sono sempre in mezzo agli uomini, in un clima spesso cameratesco e sono arrivata a conoscerli troppo bene perché scatti qualcosa”. Non è necessario risposarsi… “Il vostro direttore Feltri scherzando mi ha consigliato un fidanzato giovane e a tempo. Ma io sono rimasta all’antica”» (Pietro Senaldi, Libero 13/6/2016).
Religione Molto devota. Sempre a messa. Al collo, sotto al foulard, porta un piccolo crocifisso di legno.
Vizi Mai fumato, neanche una sigaretta.
Curiosità Alta 1,68 m • Da buona bresciana, appassionata di caccia • Tinto Brass la trova molto sexy • La sua acconciatura, un tempo affidata a Roberto D’Antonio, coiffeur, tra le altre, di Daniela Santanchè e Lilli Gruber, oggi, invece, a un parrucchiere di Brescia, vicino a casa • Ordinata, schematica, puntuale, precisa • Incapace di litigare («La litigiosità non serve, io sono per la pace») • Sport preferito: la pallavolo • Film preferito: Top Gun • Libro preferito: Promessi Sposi • A Milano abita in Porta Romana e compra il pane al forno di via Orti. Suoi ristoranti preferiti a Milano: Fresco&Cimmino in via Foscolo, La Risacca per il pesce, Nobu per il sushi. Pasticceria milanese preferita: Vergani • Un debole per la marmellata di Andrini, azienda bio di Gottolengo («La uso anche per le torte che faccio la domenica») • Vino preferito: Franciacorta • Molto legata a Gianni Letta («Saggio come pochi, utile come pochissimi, dolce come nessuno. Riassume in una sola persona il sindaco, il parroco, il farmacista e il maresciallo dei carabinieri che un tempo avevano a cuore le sorti di ciascun paese d’Italia») • Nel 2000 fu sfiduciata da presidente del Consiglio comunale di Desenzano del Garda per inoperosità • Quando era ministro affidò un programma contro l’obesità nelle scuole al dottor Luca Bernardo, candidato a sindaco di Milano dal centrodestra nel 2021 • Fu lei, nel 2012, scontrandosi con i leghisti, a imporre Giulio Gallera come assessore alla Sanità nella regione Lombardia • Alla fine della pandemia di Covid del 2020-21 fu vaccinata con Pfizer • Autrice del libro di fiabe Quando diventerai grande (Mondadori 2011) • «Come si chiama il cavallo a pois di Pippi Calzelunghe? “Zietto”. Quanto costa un pacco di pasta? “Quella fresca quattro euro”. Conosce i confini della Libia? “Non voglio sottopormi a queste domande”. Mi dica almeno l’articolo 4 della Costituzione. “È quello sul diritto al lavoro. Oggi in Italia non è molto rispettato, così come il 3, quello sull’uguaglianza”» (Zincone) • «Rifarebbe anche quel comunicato stampa in cui si vantava di aver contribuito alla costruzione del tunnel dei neutrini tra Ginevra e il Gran Sasso? “Ancora con questa storia? Lì c’è stata una delusione umana. Chi ha scritto il comunicato si sarebbe dovuto prendere le sue responsabilità”. Si chiama “responsabilità politica”. L’esame per diventare avvocato svolto a Reggio Calabria invece che a Brescia, lo rifarebbe? “Sono sbagli che si fanno a vent’anni”» (Zincone) • Sua sorella Cinzia è diventata maestra, come la madre, ed è iscritta alla Cgil («Ma andiamo molto d’accordo») • Suo fratello Giuseppe, commerciante, è vicesindaco a Milzano • Fan di Vasco Rossi e Adriano Celentano («Ma solo quando canta, non quando parla») • «Nel tempo libero che cosa le piace fare? “Non dare interviste. Abbiamo finito?”» (Lorenzetto).
Titoli di coda «Noi sudditi di poca fede credevamo che il suo sorriso andasse spegnendosi ogni sera nel cielo catodico dei tg, mentre recitava, a metà con l’elettrica Anna Maria Bernini, il fervente mantra dell’identico nulla: “Anche oggi il presidente Berlusconi ha avuto ragione”. Persuasi che quel suo lampo d’occhi lacustri, di denti candidi e di tailleur fucsia, fosse un bagliore al crepuscolo. Non sapevamo che quella permanenza serale della sua cangiante permanente, era l’alba di una nuova stagione lungamente attesa. Quella dei competenti dell’Era Draghi. Eccola, dunque. Mariastella Gelmini è tornata con il suo centesimo paio di occhiali. Sarà di nuovo ministro. E anche stavolta ci darà delle soddisfazioni» (Corrias).