Anteprima, 4 maggio 2022
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Biografia di Ron Galella
Ron Galella (1931-2022). Fotografo statunitense. Considerato il primo e più famoso paparazzo. Nato a New York da padre originario di Muro Lucano (Basilicata), si era diplomato in fotogiornalismo all’Art Center College of Design di Los Angeles. «Come fa? Pazienta, aspetta, aspetta ancora, e poi fa andare la macchina fotografica. Nemmeno guarda nell’obiettivo, dice la leggenda che nei decenni si è accumulata su di lui. Gli importa solo di catturare qualcosa che non si vede, che le star di ogni campo – attori, cantanti, sportivi, politici – non vorrebbero si vedesse. […] Non tutti sono propensi all’invasione di campo di Ron. E volano botte, dove non va a pezzi solo la macchina fotografica ma anche qualche osso. Nel 1973 Marlon Brando gli frantuma la mascella. Imparata la lezione, quando sa che l’attore è in circolazione si mette a indossare un casco da rugby. Negli anni Ottanta è Sean Penn – in coppia con Madonna che si nasconde per la vergogna – a giocare al punching ball con la sua faccia. Bette Davis, Cher, Diane Keaton, Woody Allen (una frazione dei nomi che Ron Galella ha inseguito e atteso che uscissero o entrassero di casa, da un locale, da un’auto), frappongono mani e borsette tra sé e l’obiettivo, ma non c’è niente da fare. Anche perché Ron scatta a raffica. Spesso da lontano, poco importa di chi si frappone davanti e dietro la celebrity. Anzi, queste sagome e dettagli, questi errori, mettono ancora più in risalto l’unicità dei personaggi. Sicché le foto migliori sono sempre quelle che si insinuano dietro i vetri delle macchine e tra le persone. Dove c’è poca luce, o dove la rapidità dello scatto – mista alla velocità della fuga di chi vuole sfuggire a Ron – rende la grana del fermo-immagine e la centratura errata del soggetto un processo fantasmatico. Il caso della serie di foto su Jackie Kennedy, l’ossessione di Galella, soprattutto negli anni newyorchesi di entrambi. Un inseguimento quotidiano che nel 1972 gli costa l’ingiunzione di mantenere una distanza di 15 metri dall’ex first lady. Nonostante ciò, la fotografa sempre e ripetutamente, lasciando di lei – la donna con lo Chanel rosa macchiato di sangue del marito assassinato – l’impressione di una donna esile e dinamica, solitaria, introversa, per cui è vitale muoversi» [Vitali, CdS]. Morto nel sonno nella sua casa di New York.