Anteprima, 4 maggio 2022
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Biografia di Adele Andreis Casalegno
Adele Andreis Casalegno (1926-2022). Detta Dedi. Vedova del vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno, ucciso dalle Brigate Rosse il 16 novembre del 1977. «Figlia di una famiglia di banchieri finita in rovina, non aveva avuto un’infanzia felice. Cresciuta alla Crocetta, durante la guerra si ritrovò sfollata a Vicoforte. Donna brillante, energica, fu corteggiata da Giovanni Conso, destinato a diventare illustre giurista, ministro e presidente della Corte Costituzionale. Per un decennio insegnò nella scuola elementare delle suore Domenicane di fronte alla Gam. Tra i suoi allievi, Margherita Agnelli. Poi diventò assistente negli ambulatori della Mutua della Stipel, l’ex Sip […] In fuga da una delusione sentimentale, aveva scelto di trascorre una vacanza a Rodi, tra celebri rovine e insenature color smeraldo. Passeggiando sull’isola, per caso, aveva incontrato un altro torinese in vacanza, con un nome già noto nel 1956: giornalista de La Stampa, ex partigiano, ex insegnante di liceo, autore in quell’anno di articoli su leggendari amori reali di Casa Windsor e sulla crisi internazionale provocata dalla nazionalizzazione del canale di Suez. Non si sa se fu amore a prima vista, ma iniziarono a frequentarsi. Così, nel gennaio del 1963, Adele Andreis, per tutti Dedi, divenne la terza moglie di Carlo Casalegno. Era più giovane di lui di una decina di anni […] “Con le nozze” ricorda il figlio Andrea “mio padre la convinse a lasciare il lavoro, perché riteneva che non fosse opportuno. La pensava così. Personalmente non ero d’accordo” […] Quel giorno di novembre, lei era in casa. Aspettava il marito per pranzo. Terminata la consueta riunione di redazione, Casalegno raggiunse il palazzo di corso Re Umberto 54 intorno alle 14. Il commando delle Brigate Rosse lo attendeva nell’androne. Fu colpito in volto e alla gola da più proiettili sparati con una pistola Nagant. Condannato a morte per quello che scriveva: “Possono solo uccidere, ma politicamente sono già sconfitti”. Dedi scese a soccorrerlo, in attesa dell’ambulanza, la testa di lui sfigurata dai proiettili […] Nel 1985 era stata tra i fondatori dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo. Nel 1991 aveva scritto una lettera all’allora presidente Francesco Cossiga per affermare la sua contrarietà alla grazia a Renato Curcio. Partecipava a tutte le cerimonie in ricordo di Casalegno, e spesso raccontava di quei tredici giorni di agonia, trascorsi in ospedale, aspettando un miracolo che non arrivò. Il funerale si celebrò nella chiesa della Crocetta, dove si erano sposati» [Peggio, Sta]. Si è spenta lentamente, nella sua casa di Torino, in corso Re Umberto 25, dove si era trasferita dopo la morte del marito. Della loro precedente vita, 14 anni insieme, restano poche immagini: una foto di lei che balla sui tavoli di una taverna turca, la vacanza nella casa di campagna del primo ministro israeliano Ben Gurion, le gite al mare. Aveva 96 anni.