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 2022  maggio 09 Lunedì calendario

Biografia di Bono (Paul David Hewson)

Bono (Paul David Hewson), nato a Dublino (Irlanda) il 10 maggio 1960 (62 anni). Cantante. Degli U2.
Vita «Mia madre era protestante e mio padre cattolico: la loro relazione era praticamente illecita, all’epoca. Mia madre aveva deciso di educare me e mio fratello secondo i principi della Chiesa protestante e il mio vecchio fu d’accordo. La domenica ci portava in una piccola cappella della Chiesa d’Irlanda, e poi lui andava a Messa da solo. E quando uscivamo, era lì che ci aspettava. Dev’essere stato davvero un grande a mostrare una simile tolleranza» • «“Mio padre era un ottimo tenore che amava l’opera, ma non ha mai immaginato che la musica si potesse tramandare – come il suo mal di schiena e il suo caratteraccio – quindi non si è mai dato la pena di insegnare ai suoi figli a suonare uno strumento”. Bono è particolarmente infastidito dal ricordo di come suo padre respinse la possibilità di traslocare il pianoforte della nonna nella loro piccola casa di Ballymun, vicino a Dublino, sostenendo che non c’era posto. La madre di Bono morì quando questi aveva 14 anni, ed è stato un momento determinante della vita del futuro leader degli U2. Quel trauma lo ha spinto contemporaneamente in due direzioni: verso la sua profonda fede in Dio e verso il rock. Ma Bono ammette di non ricordare bene sua madre. Il rapporto familiare fondamentale l’aveva col padre. Bono crebbe (col fratello Norman) in una casa di uomini, avvolti dal lutto ed incapaci di condividere i propri sentimenti. Bono parla con grande affetto del padre, col quale ha avuto un rapporto così complesso, distante e struggente che una volta disse: “Se sei davvero ispirato, suoni per una persona sola: per una donna. O per tuo padre”. Bono si trovava al suo capezzale quando il padre morì, alle 16 del 21 agosto 2001, ma la sera stessa era sul palco ad Earls Court con gli U2, gettando il proprio cuore in pasto a 17 mila sconosciuti» (Neil McCormick) • «A 14 anni sfuggì per un soffio a un attentato il 17 maggio 1974, che causò la morte di 33 persone: tornando da scuola in bici, Bono tardò e per uno scarto di pochi minuti non si trovò nel negozio di dischi Talbot Street, accanto a cui scoppiò una delle quattro autobombe (fatto rievocato 40 anni dopo nel brano Raised by Wolves). L’inno pacifista Sunday bloody Sunday trova le radici qui» (Angela Calvini) • «Il 20 settembre del 1976 un giovanissimo Larry Mullen affigge nella bacheca della Mount Temple school di Dublino un annuncio: il batterista è alla ricerca di altri musicisti con i quali formare una band. E lui, Paul David Hewson, che non aveva mai preso in mano uno strumento né cantato nemmeno nel coro della chiesa, risponde all’appello. E lo fanno anche Adam Clayton e David Howell Evans, che passerà alla storia della musica con il soprannome di The Edge» (Gabriele Fazio) • «Dopo un’audizione e qualche prova, Bono e amici decidono di abbandonare le cover di canzoni a favore della scrittura di materiale originale e di formare una band chiamata Feedback, nome successivamente cambiato in U2. Scelta non condivisa da Richard Evans, che lascerà il gruppo per unirsi ai The Virgin Plumes» (Luca Dondoni) • «Il 10 maggio, nel 1978, il giorno in cui Bono festeggia il suo diciottesimo compleanno, scrive Out of control, la canzone che uscirà a settembre dell’anno dopo nel primo Ep degli U2 intitolato Three ma che sarà ripubblicata nell’ottobre 1980, come prima canzone del loro primo disco, Boy. Out of control diventerà il loro inno, il primo successo, aprirà i primi affollati concerti di fronte al pubblico irlandese. Con le parole di quella canzone si può dire che inizia ufficialmente la storia della band irlandese: “Lunedì mattina/ l’alba dei diciott’anni/ mi chiedo per quanto tempo ancora/” canta Bono. “Una mattina noiosa/ in cui ho svegliato il mondo con un grido/ loro erano così contenti/ io così triste”» (Carlo Moretti) • «Piccolo, le mani da muratore, non bello, forse persino goffo, che solo con gli anni ha imparato a usare la voce, ma che da sempre ha avuto una capacità di comunicare con il pubblico straordinaria e magnetica. Al punto che i primi tempi, mentre i concerti erano delle apoteosi, i dischi andavano così così. Se tutto questo fosse accaduto alla fine degli anni Sessanta, sarebbe rientrato nella norma, nel mood di un’epoca. Ma gli U2 nascono nel 1977, e il successo planetario arriva tra il 1982 e il 1985. In quegli anni non c’è nessun gruppo al mondo paragonabile a loro. Soprattutto non c’è nessuna band che sappia coniugare con quella efficacia un messaggio di giustizia e di pace, assieme a un messaggio cristiano. Se è vero che Bono fu nei primi tempi considerato un cantante quasi religioso, c’è da dire che la cosa durò poco tempo. Bono rimane un cantante cristiano, membro convinto di un gruppo di preghiera, fidanzato e poi sposato sin da quando era adolescente con la stessa ragazza. Lo stesso si può dire di quasi tutti gli altri componenti della band. Anche se ormai la carriera di Bono va proprio nella direzione che lui stesso sperava. Si legge nella biografia di Bono che quando cominciò il grande successo, i primi contratti con le case discografiche, i singoli che entravano in classifica in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, ci fu davvero il dubbio che forse era meglio che tutto finisse lì. Ogni concerto poteva essere l’ultimo. Era un problema di scelta di vita. I quattro ragazzi di Dublino, che nonostante il successo e il denaro avevano cercato di cambiare il meno possibile abitudini e stile di vita, sembravano mal sopportare l’idea di girare sotto scorta, e Bono, soprattutto dovette ben presto rinunciare a scendere dal palco dopo il concerto e mettersi a discutere con i fans sul contenuto delle sue canzoni. Furono momenti difficili che sfociavano spesso in prese di posizione del frontman degli U2 molto radicali e prive di mezze misure. Non fu mai un mistero che Bono detestasse lo star system e il mondo del rock. E negli anni le sue dichiarazioni furono sempre più dure in questo senso La svolta cominciò il 25 novembre 1984, quando il cantante dei Boomtown Rats, Bob Geldof, invitò 36 artisti del rock ai Sarm Studios di Londra, a Notting Hill, per registrare Do They It’s Christmas?. C’era Cliff Richard, c’era Sting e Annie Lennox, Phil Collins e George Michael, e naturalmente Bono. Si trattava di un singolo per beneficenza per far fronte alla carestia in Etiopia. Per 13 anni è stato il singolo più venduto di sempre in Gran Bretagna. E fu il primo atto dell’impegno sociale e benefico di Bono» (Roberto Cotroneo) • «Ciò che distingue la star irlandese dalle altre è che Bono utilizza la sua musica, il suo successo, come forse mai nessuno prima di lui, per un fine preciso, che è politico ancor prima di essere semplicemente benefico. Dal 1999 si impegna in una campagna a favore dell’Africa che possiamo tranquillamente definire senza precedenti: vuole l’azzeramento di quel debito che tiene per la gola il continente nero, nel 2002 accompagna il Segretario del Tesoro statunitense Paul O’Neill in viaggio attraverso quattro Stati africani e fonda la Data, che è l’acronimo di “Debt, Aids, Trade, Africa”, ovvero un’organizzazione non governativa il cui obiettivo è quello di far crescere la consapevolezza del problema del debito estero nei paesi in via di sviluppo, della diffusione del virus Hiv e delle leggi del mercato globale. In quegli anni Bono incontra, in forma privata e non solo per foto di rito e relativo ritorno pubblicitario, tutti i più grandi della terra, dal Papa Giovanni Paolo II al Presidente degli Stati Uniti George W. Bush, passando per Mandela. Bono duetta con Pavarotti nel brano Miss Sarajevo, una canzone di denuncia contro il conflitto armato scatenatosi in Bosnia ed Erzegovina. Mentre la pace e il progresso in Irlanda restano le sue battaglie principali. Dai tempi di Sunday Bloody Sunday, per dire basta al conflitto con il Nord fino all’impegno in prima linea nella campagna per il “si” al referendum che nel 2015 vuole rendere costituzionalmente legali le unioni omosessuali» (Gabriele Fazio) • «Vincitore di 22 Grammy Awards, scrive la maggior parte delle canzoni degli U2, spaziando dai primi testi di ispirazione religiosa in Boy e October, alle dichiarazioni politiche di The Joshua Tree, War e Achtung Baby, fino alle più recenti personali e autoironiche in How To Dismantle An Atomic Bomb. Nel 2005, insieme al resto degli U2, è iscritto nella Rock and Roll Hall of Fame mentre, tre anni più tardi, Rolling Stone lo inserisce nella classifica dei più grandi cantanti di tutti i tempi» (Luca Dondoni) • Nel gennaio 2022, in un’intervista al podcast Awards Chatter dell’Hollywood Reporter, ha detto che quando alla radio parte una canzone degli U2 si sente in imbarazzo, che la propria voce non gli piace («è molto tesa, sono diventato un cantante solo di recente») e che anche il nome della band non l’ha mai convinto. Il gruppo inizialmente doveva chiamarsi The Hype, ipotesi scartata per la scarsa originalità. Il designer Steve Averill aveva poi proposto una rosa di nomi. «Tra i suggerimenti, non è che U2 sia saltato fuori come quello che cercavamo davvero. Era quello che odiavamo di meno, lo abbiamo scelto, senza amarlo davvero all’inizi», ha detto il chitarrista The Edge, anche lui ospite del podcast. «Io non lo amo nemmeno oggi», ha aggiunto Bono • «Se proprio deve salvare qualcosa, Bono cita Vertigo, che per carità è un pezzone, e Miss Sarajevo che però, a essere puntigliosi, non è neanche un pezzo U2 bensì di un gruppo chiamato Passengers che nacque per gioco includendo i quattro U2 e Brian Eno per costruire vere o immaginarie colonne sonore. Un po’ pochino rispetto ai 45 anni di storia, agli oltre 200 milioni di dischi venduti, alle decine di canzoni che hanno coinvolto, travolto e stregato milioni di appassionati che ci hanno creduto, che hanno vissuto esperienze divine ai loro concerti, troppo poco per tutti quelli che hanno pensato che Joshua tree fosse uno dei dischi più belli mai pubblicati e che Achtung baby e One fossero frutto di illuminazioni superiori» (Gino Castaldo).
Famiglia Dal 1982 è sposato con Alison Stewart, compagna di liceo. Hanno quattro figli: Jordan (1989), Memphis Eve (1991), Elijah Bob Patricius Guggi Q (1999) e John Abraham. (2001). La figlia Eve Hewson fa l’attrice e ha recitato tra l’altro per Paolo Sorrentino in This Must be The Place, per Steven Spielberg ne Il ponte delle spie e per Steven Soderbergh nella serie The Knick • «Ho vissuto un momento sorprendente con il mio vecchio quando venne in America per la prima volta. [...] Eravamo in Texas, e mi misi d’accordo con i ragazzi delle luci perché puntassero su di lui un riflettore durante i bis. Alla fine del concerto dissi: “Questo è l’uomo che mi ha dato la voce. Questo è Bob Hewson!’. Si accese il riflettore, 20 mila texani applaudirono e fischiarono entusiasti. E lui stava in piedi e agitava il pugno contro di me!. Dopo lo spettacolo, sentii dei passi alle mie spalle, mi guardai attorno, ed era mio padre. I suoi occhi erano umidi, e pensai: “Ci siamo. Questo è il momento che ho aspettato per tutta la vita. Mio padre sta per dirmi che mi vuole bene’. E venne lì, mi tese la mano, un tantino traballante, un tantino malsicuro – aveva bevuto un po’ – mi guardò negli occhi e disse: “Figlio mio, volevo dirti che... sei un grande professionista”» (Neil McCormick).
Malattie Porta sempre gli occhiali da sole perché soffre di miodesopsia, un glaucoma che porta a accumulo di pressione nel bulbo oculare che può danneggiare il nervo ottico.
Religione Cattolico. «Larry Mullen, cattolico, The Edge protestante, e Bono da ragazzi frequentano un gruppo legato al cristianesimo delle origini di nome Shalom: “Era bellissimo trascorrere un po’ di tempo a leggere a Bibbia e a scoprire il significato del cristianesimo come sistema religioso” ha raccontato Bono. “La cosa più importante nella Bibbia è prendersi cura dei poveri”, disse Bono aderendo alla coalizione Jubilee 2000, che chiedeva l’abolizione del debito dei 52 Paesi più poveri del mondo in occasione del grande Giubileo del 2000» (Angela Calvini).
Soldi Secondo il portale Celebrity Net Worth, al 2020 aveva un patrimonio personale di 700 milioni di dollari • Contestato perché ha trasferito la maggior parte delle proprie attività economiche dall’Irlanda all’Olanda per pagare meno tasse. Striscione visto durante un concerto: “Pay tax U2” (paga le tasse anche tu) • Nel 2009 aveva investito 77 milioni di dollari in azioni Facebook, poco prima della quotazione in Borsa dell’azienda fondata da Mark Zuckerberg.
Polemiche «Nell’ottobre del 2002 la rivista Rockstar aveva riportato alcune dichiarazioni di Bono sulla pace e sulla guerra. Era sempre lo stesso pacifista dopo quello che è accaduto l’11 settembre? La polemica rimbalzava sul Corriere della Sera. Bono rispondeva, un po’ a sorpresa sul quotidiano milanese, con una lettera in prima pagina molto chiara e spiazzante: “È vero che non sono un pacifista in senso letterale, così come ero negli anni Ottanta. Il mio cambiamento interiore si deve a un’incapacità personale di vivere la vita secondo le aspirazioni più alte e si deve anche, in verità, avendo oggi dei figli, alla responsabilità di proteggerli”. Ancora una volta chiaro, contraddittorio, sorprendente. Per nulla incline alle semplificazioni» (Roberto Cotroneo).