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 2022  maggio 19 Giovedì calendario

La grande storia d’amore tra Morvillo e Falcone

È stato di recente pubblicato l’avvincente romanzo di Felice Cavallaro – giornalista e scrittore, profondo conoscitore del fenomeno mafioso – dal titolo “Francesca” che traccia il ritratto commovente di una donna che seguirà il suo uomo fino alla fine avvenuta a Capaci – ove, nella strage del 23 maggio 1992, trovarono la morte Francesca Morvillo e Giovanni Falcone – ben consapevole che l’amore per il grande magistrato, ritenuto dalla mafia il pericolo “numero uno”, l’avrebbe potuta portare, come poi avvenne, al drammatico epilogo.
Non a caso, Francesca Morvillo è stata insignita della medaglia d’oro al valore civile, perché rimasta costantemente accanto al consorte “sopportando gli stessi disagi e privazioni, sempre esortandolo nella dura lotta intrapresa contro la mafia”.
Il libro, nel raccontare in maniera coinvolgente la vita, i pericoli e l’amore tra Giovanni e Francesca, è anche una risposta alla rivelazione contenuta nel libro “La stanza n° 30” scritto dalla ex pm Ilda Boccassini secondo cui costei avrebbe avuto una importante relazione affettiva, extraconiugale con il famoso magistrato.
Da più parti si ritenne disdicevole tale rivelazione, perché infangava la memoria di Falcone e offendeva la dignità della moglie.
Durissimo il commento di Maria Falcone: “Sembra che si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti, poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più, non possono più esprimersi su episodi, veri o presunti che siano, e che, ne sono certa, avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda”.
Ora, l’autore ci rappresenta una realtà molto diversa: una grande storia d’amore (vissuta in una città dilaniata dalla mafia e infiltrata dalla massoneria), che ha indissolubilmente unito Francesca e Giovanni in vita fino alla tragica morte (annunciata).
Tanti i fatti descritti nel libro che ripercorrono e contrassegnano la storia d’amore. Basta citarne due.
Il primo si rinviene nel biglietto che Francesca scrive la notte dell’attentato all’Addaura, quando Falcone decide di restare solo nella villa sul mare ove hanno rischiato di essere uccisi.
E lei, sola nella casa di città, in via Notarbartolo, prende una delle stilografiche del suo uomo vergando una frase su di un foglio ritrovato dopo la strage di Capaci: “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca”.
Il secondo, si rinviene nel regalo di un cellulare di prima generazione che Falcone fa alla moglie la quale gli chiede “Ma come si usa?” e il marito risponde: “Si usa che adesso non mi scappi più, così ti trovo ovunque, dal Tribunale a Francoforte”. E lei: “Sei pazzo”, e Falcone risponde: “d’amore”.
E ancora la moglie: “Questo memorizza i numeri?”, “solo uno, il mio”, risponde il marito.
Esempi di una grande storia d’amore che illumina la indiscutibile e granitica GRANDEZZA morale di Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, esemplari come magistrati e come coniugi, uniti anche nella morte.