Il Messaggero, 19 maggio 2022
Biografia di Teodolinda
Narra la leggenda che, in una radiosa giornata di primavera di molti secoli fa, nel lontano Medioevo, una bella dama a cavallo stesse vagando fra i boschi e i prati della Lombardia, sotto un cielo luminoso. La dama era alla ricerca di un luogo dove far costruire una chiesa, a onore e gloria della fede cattolica. A un certo punto, però, si era sentita sfinita, ed era scesa dal destriero. Si era quindi sdraiata sull’erba, sulle rive del fiume Lambro, e si era addormentata. Aveva allora sognato una candida colomba, che si era posata sulla terra lì vicino, di fronte al suo cavallo. Modo, Qui, le aveva detto il volatile. Etiam, Si, aveva replicato lei. E così, nel posto indicato dalla colomba, era stata edificata una meravigliosa chiesa, dedicata a san Giovanni Battista, su ordine della signora. Ovvero Teodolinda, sovrana dell’Italia longobarda. Tutto intorno, sarebbe nata una città. Il suo nome, a quanto pare, deriva proprio da quel dialogo onirico: modo-etiam, Modoetia, la futura Monza. E l’edificio sarebbe poi divenuto il duomo di Monza, dove avrebbero conservato la Corona Ferrea, fatta (a quanto si racconta) con un chiodo della croce di Gesù.
LA VITA
Teodolinda nasce in Baviera, probabilmente a Ratisbona - dove c’è la residenza principale de re bavari - intorno al 570 d.C. Suo padre è Garibaldo duca dei Bavari (Franco di origini), sua madre discende dai Letingi, la più importante dinastia longobarda. Il suo nome viene dal tedesco arcaico theud, cioè popolo, e lind, tiglio, ma anche scudo. E Teodolinda - o Theodellende, o Teodelinda - si dimostrerà davvero lo scudo del popolo. Bella, intelligente, colta, fascinosa, viene fatta sposare nel maggio 589 ad Autari, re dei Longobardi, che però scompare dopo un anno di matrimonio. Forse, è stato avvelenato. Qualche anno prima, il sovrano longobardo Alboino aveva fatto il suo ingresso in Italia, aprendo così la sfilza di guerre longobardo-bizantine, destinate a cambiare gli assetti della penisola.
Teodolinda, ventenne, diviene quindi la moglie di Agilulfo, duca di Torino, che è pagano e ariano. Si dice che sia stata lei a sceglierlo, su delega del popolo. E anche che gli abbia chiesto, vedendolo: «Perché mi baci la mano, quando hai diritto a baciarmi sulla bocca?». Da lui ha un figlio, Adaloardo, che viene battezzato e allevato secondo il cattolicesimo. Si tratta del primo sovrano longobardo cresciuto secondo la fede. L’artefice è proprio Teodolinda, che è a sua volta credente e molto legata a papa Gregorio I. Tanto che è la regista, il deus ex machina della conversione di molti pagani, franchi e longobardi, al cattolicesimo. Grazie alla sua opera, si potrebbe dire che il regno longobardo fu, per certi aspetti, il nucleo iniziale di un’idea, un’intuizione di Italia che si sarebbe concretizzata ben milleduecento anni dopo.
SORPRESE
In una fase come quella medioevale - e in particolare quella, in cui ci sono scontri continui fra popoli diversi sul territorio italiano - è notevole che una donna sia riuscita ad affermarsi, regnare ed essere molto amata dai suoi popoli. Bisogna però dire che il Medioevo è ricco di sorprese inaspettate; diverse sono le presenze femminili di grande qualità in vari settori.
Teodolinda esercita il potere con saggezza, e, quando muore il marito, regna in nome del figlio Adaloardo, minore. Sono gli anni fra il 616 e 624. Amante della bellezza e dell’arte, è una vera mecenate e trasforma Monza nella capitale estiva del regno longobardo. Oltre alla Basilica, dove ci sono molte reliquie e oggetti di grande pregio e valore, ha fatto erigere il palazzo reale e altri monumenti e costruzioni importanti. Sempre a Monza, molti secoli dopo, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria e suo figlio Ferdinando creeranno, grazie all’architetto Piermarini, la bellissima Villa Reale, o Reggia di Monza. Napoleone, poi, farà recintare il parco; nella villa abiterà anche Eugenio de Beauharnais, figlio di Giuseppina e viceré d’Italia. Milano, invece, è la capitale vera e propria del regno Longobardo.
Per tutta la vita, Teodolinda si occupa di diffondere il cattolicesimo. Agevola infatti la predicazione di Colombano di Bobbio, monaco irlandese, poi divenuto santo. Per lungo tempo erano stati i Bizantini a contendere ai Longobardi il potere in Italia, ma prima la terribile peste di Costantinopoli, poi le guerre con vari popoli avevano impedito loro di consolidare l’egemonia sulla penisola.
LA MEMORIA
Dopo 10 anni di regno il figlio di Teodolinda, Adaloardo, viene quindi esautorato da cabale di corte e allora lei sceglie di ritirarsi a sua volta. Dopo qualche tempo, il 22 gennaio 627, muore nella sua amata Monza, che conserverà di lei una memoria idilliaca. Verrà sepolta nel Duomo, nella Cappella poi detta di Teodolinda. Viene anche chiamata la Cappella Sistina del nord Italia per la sua bellezza. Ha infatti un meraviglioso ciclo pittorico gotico, realizzato a metà Quattrocento dai fratelli Zavattari e dalla loro bottega, che ospita ben 45 scene con la vita di Teodolinda. Benché non sia stata fatta santa, è in effetti onorata come tale.