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 2022  maggio 18 Mercoledì calendario

Intervista a Gigi Dall’Igna

Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, è forse il tecnico più invidiato della MotoGp. Le sue moto quest’anno hanno vinto quattro gare su sette, e hanno conquistato cinque podi, ma l’ultimo Gp l’ha vinto la Ducati di un team privato (Gresini) con Bastianini, mentre il pilota di punta della squadra ufficiale, Bagnaia, sciupava un’occasione d’oro cadendo a pochi giri dal termine.
È più deluso per l’errore di Pecco o più contento per la vittoria di Enea?
«Mi sarebbe piaciuto vederli arrivare entrambi al traguardo. Sarebbe stato un podio tutto Ducati, con Miller insieme a loro. E sicuramente Bagnaia, pur arrivando secondo, avrebbe accorciato il distacco in classifica da Quartararo. Comunque è stata una giornata bellissima per la Ducati».
Si può puntare al titolo con un team privato?
«Nella mia carriera è già successo. Per esempio quando Simoncelli vinse il titolo 250 nel 2008, cominciò la stagione con una Gilera satellite (un’Aprilia “travestita”, ndr). Enea ad ogni modo è stato un pilota Ducati fin dall’esordio nella MotoGp, e su di lui la nostra attenzione è stata sempre al massimo, ma senza l’accordo con il team Gresini avremmo faticato a trattenerlo. Ha una moto di prim’ordine, anche se non ufficiale, e tutto quello che potevamo fornirgli in tema di sviluppi è stato fatto. Tante volte la differenza tra una versione e un’altra è sottile. La differenza vera la fanno i piloti».
Visti i risultati, pensate di dare maggiore supporto a Bastianini?
«Nei test di Jerez gli abbiamo fatto provare la nuova carena, ma di comune accordo abbiamo deciso di aspettare gli sviluppi in programma a metà stagione. Decideremo insieme».
Nell’ipotesi di un suo inserimento nel team ufficiale dal 2023, non temete attriti con Bagnaia che ha detto di gradire Miller, il suo attuale compagno di squadra?
«Sono due piloti estremamente forti, ma solo uno alla fine vince. Certo, qualche ruggine può crearsi, ma sono due ragazzi molto intelligenti. Capiscono il limite. Non credo che si arriverebbe a uno scontro».
La Ducati è sempre stata un passo avanti nelle innovazione tecniche, ma dal 2023 vi bloccheranno l’abbassatore anteriore. È girato il vento?
«In passato ci hanno vietato le ali, ma poi abbiamo trovato un sistema diverso per ottenere carichi aerodinamici abbastanza importanti. Quando sviluppiamo qualcosa di nuovo, gli altri invece di mettersi al passo, cercano di bloccarci con i regolamenti. Non m’illudo, sarà ancora così. D’altra parte noi cercheremo sempre, nei limiti delle regole ammesse, di alzare l’asticella. Nessuna delle mie moto è mai stata trovata fuori norma».
La MotoGp è ancora economicamente sostenibile?
«Assolutamente sì. È vero, la Suzuki uscirà di scena nel 2023, ma restano tante altre Case. E tutte competono con dei costi che ritengo ragionevoli. Ma bisognerebbe cercare di coinvolgere più sponsor extra-settore».
Senza Valentino Rossi il Motomondiale è forse meno appetibile?
«Guardando ai 110 mila spettatori presenti a Le Mans non direi. Sicuramente l’assenza di Rossi è una perdita di prestigio, ma questo non significa che lo spettacolo attuale non sia di alto livello. E ci sono piloti giovani, come Bastianini, Bagnaia e Martin, per restare in Ducati, che non dico possano prendere il suo posto, ma potranno comunque far splendere questo campionato che secondo me resta bellissimo».