la Repubblica, 18 maggio 2022
Ultime sul caso flatulenze in Rai
ROMA – «Abbiamo abbandonato la stanza occupata dal collega per il cattivo odore e ci siamo sistemati in quella riservata ai dirigenti della redazione». Ecco la protesta dei colleghi contro il giornalista del Tg1 accusato di emettere flatulenze in redazione. La contestazione ha coinvolto non solo Dania Mondini, ma anche i cronisti Giuseppe Malara e Marco Valerio Lo Prete. Questo è ciò che racconta la stessa cronista in un passaggio della denuncia depositata in tribunale a Roma il 23 novembre 2018. Il mezzobusto del principale tiggì della Rai, si affida al criminologo Claudio Loidice per ripercorre la persecuzione che ritiene di aver subito dai suoi diretti superiori, Filippo Gaudenzi, Andrea Montanari, Piero Damosso, Costanza Crescimbeni e Marco Betello. Mondini sostiene di essere stata demansionata e quindi costretta a condividere una stanza con un redattore che aveva problemi di igiene personale, molestava le donne e avrebbe avuto rapporticon un ?dranghetista, il boss Paolo Romeo. Dopo che la procura ordinaria aveva chiesto l’archiviazione, la procura generale ha avocato a sé il caso: ora si indaga per stalking.
La novità, a leggere la denuncia, è che Mondini non è stata la sola a lamentarsi. Un altro giornalista ha bussato alla porta dei vertici Rai per il caso dei cattivi odori. Questo è ciò che riferisce la mezzobusto: «Lo Prete ha manifestato il suo disappunto al vice direttore Francesco Primotzich che gli ha suggerito di dire al redattore di lavarsi». È l’11 giugno del 2018, la questione è ormai un problema all’interno del Tg1, tant’è che viene indetta una riunione di redazione. Partecipano 15 giornalisti, tranne quello accusato di flatulenze. Questo, secondo Mondini, il risultato dell’incontro: «La direzione pretende che i redattori ordinari restino in stanza con quella persona che non si lava ed emette maleodoranti rumori corporei, dimenticando anche gli episodi di alcuni anni addietro quando lo stesso aveva costruito un dossier di cento pagine sulle abitudini dei colleghi». Ma non è tutto. Mondini riferisceche Betello avrebbe detto: «Chi non sta nella stanza con il collega non lavora più». Sempre secondo la mezzobusto, quattro giorni prima Gaudenzi avrebbe affermato che i «redattori che non stanno nella stanza con lui, come ha deciso il direttore, devono essere presi a calci in culo».
I giorni passano e la situazionenon migliora, anzi. Mondini sostiene di subire pressioni indebite. Poi il fattaccio. È il 4 luglio, «un’assistente di programma si avvicina al giornalista e quest’ultimo si lascia andare a rumorose, ripetute e maleodoranti emissioni corporee». L’episodio, spiega Mondini, viene raccontato dagli stessi assistenti di programma aivertici. Dirigenti che, secondo il resoconto, avevano tranquillizzato la redazione dicendo che il cronista avrebbe fatto più attenzione alle flatulenze e all’igiene personale. «Adesso dicono che si lava e non fa più nulla!», il commento amaro di una dipendente vittima del cronista. «Damosso, Crescimbeni e Betello che hanno ben sentito le proteste hanno fatto finta di nulla e non hanno risposto», spiega sempre la mezzobusto.
Adesso anche la Commissione Parlamentare Antimafia, con il presidente Nicola Morra, ha chiesto di sospendere in via precauzionaleil cronista.