ItaliaOggi, 18 maggio 2022
Periscopio
Un diplomatico d’origine veneziana, Mocenigo, plenipotenziario di Pietroburgo in Toscana, scrisse a Caterina II alla fine d’un dispaccio: «J’ai le bonheur d’être jusq’a la mort attaché à la grande potence de Votre Majesté». In francese potence sta per «forca». Pëtr Andrevic Vjazemskij, Briciole della vita.
Mentre le nazioni dell’ex campo socialista, crollato il Muro di Berlino, sono tornate in Europa, loro collocazione geopolitica naturale, la Russia è rimasta dov’era, tra le satrapie orientali, e rimane ciò che è sempre stata, sotto zar e zarine come sotto i bolscevichi: una minaccia per le società libere. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Incapaci di distinguere il dito dalla luna, molti dottor Stranamore del postcomunismo italiano scambiano il grido di battaglia del nazionalismo russo per l’appello di un nuovo fronte antifascista, e Vladimir Putin, politico ultraconservatore, punto di riferimento e generoso finanziatore di fascisti e sovranisti di mezzo mondo, per la reincarnazione di Lenin. Francesco Cundari, Linkiesta.
Ned Price, portavoce del dipartimento di stato americano, ha detto che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di inserire la Russia nella lista degli stati che sponsorizzano il terrorismo. Paola Peduzzi, il Foglio.
Alcune ricerche storiche hanno scavato sul ruolo giocato da Putin prima della caduta del Muro di Berlino, quando era agente del Kgb nella Germania dell’est. Un ruolo tutt’altro che secondario, come Putin minimizza da sempre, bensì di primo piano nel dare sostegno logistico con armi e rifugi ai terroristi tedeschi della Raf (Rote Armee Fraktion) e nell’indicare obiettivi da colpire nella Germania Ovest, forse anche con omicidi mirati di politici e manager. Tino Oldani, ItaliaOggi.
Vivere in un regime totalitario è un’esperienza orwelliana; vivere in sé è un’esperienza kafkiana. Così, dal momento che la condizione umana è quella che è, si può prevedere che in futuro seguiteremo a leggere Kafka, ma è auspicabile che l’evoluzione politica e il corso degli eventi riescano a fare di Orwell uno scrittore superato, riletto solo per soddisfare una curiosità storica. Simon Leys, Orwell, o l’orrore della politica.
La democrazia è una forma di governo in cui ogni quattro anni viene cambiato il tiranno. Lenin.
È tempo di ripensare la democrazia, sulla base di una diagnosi amara, ma realistica. Massimo Cacciari (Giulia Cazzaniga, La Verità).
Sembra Vito Petrocelli, il senatore filorusso appena revocato da presidente della Commissione esteri, ma è Beppe Grillo. L’Italia? «È in una condizione di vassallaggio» rispetto a Usa e Nato. La guerra in Ucraina? Anche «Belgrado è stata bombardata dall’alleanza occidentale». La Crimea? «Può essere paragonata all’occupazione di Gerusalemme, annessa da Israele». Lorenzo De Cicco, la Repubblica.
Aver aperto un contenzioso sulla politica estera e sul sistema delle alleanze internazionali rappresenta l’errore fatale di Conte. Forse c’è un limite di cultura politica, in ogni caso è strano che nessuno dei suoi consiglieri lo abbia messo sull’avviso. La politica estera è per eccellenza un tema che tende a unire, non a dividere. […] L’idea di sfruttare la crisi internazionale alla stregua di una bega domestica non rafforza i Cinquestelle. Al contrario, li rende marginali. Stefano Folli, la Repubblica.
Un leader mondiale [Joe Biden] che doveva avvicinare Putin al tavolo gli ha dato del criminale di guerra, gli ha detto che doveva andare via dal governo russo e finire in galera; il segretario della Nato, Stoltenberg, ha detto che mai più l’Ucraina sarà sotto la Russia. Capite che con queste premesse il signor Putin è ben lontano dal sedersi a un tavolo. Silvio Berlusconi (Paola Di Caro, Corsera).
[Nasce a] Torino il «Comitato di Liberazione Nazionale». La benedizione arriva da un docente universitario, Ugo Mattei, e da Jessica Costanzo, deputata eletta con i Cinquestelle. Un’insegnante di scuola media arrivata da Monza grida: «È nostro dovere morale convergere nel Cnl perché la Costituzione è stata stuprata e ognuno di noi cittadini è stato stuprato». Agenzia Italia.
Vogliamo la sospensione delle adunate annuali degli alpini per almeno due anni. Petizione lanciata su Change.org da Micol Schiavon.
Dopo la strage di Piazza Fontana, l’assassinio del commissario Calabresi [il 6 giugno del 1970] fu il primo delitto politico della storia repubblicana. Negli anni successivi al 1972 sarebbero caduti decine di poliziotti, carabinieri, magistrati, dirigenti d’azienda, giornalisti, professori universitari, guardie carcerarie, financo operai che rifiutarono l’omertà. Ma Luigi Calabresi fu la prima vittima di un attacco mirato, contro un obiettivo preciso. Aldo Cazzullo, Corriere della Sera.
Di questi nemici del popolo vogliamo la morte. Siamo stati troppo teneri. Calabresi si permette di continuare a vivere tranquillamente. [Ma] è responsabile dell’assassinio di Pinelli e dovrà pagarla cara. Il proletariato emetterà il verdetto, lo comunicherà e lo renderà esecutivo. L’eliminazione di un poliziotto non libererà gli sfruttati; ma è una tappa fondamentale dell’assalto del proletariato contro lo Stato assassino. Brani da Lotta continua, 1970 (il Fatto quotidiano).
Tutti i binari morti hanno un tratto comune: furono tutti opera d’un gruppo d’uomini desiderosi di rifare il mondo secondo i propri disegni superiori. Tutti […] pubblicarono violenti manifesti proclamando principi nuovi e universali per ricreare ex novo la musica o l’arte o l’architettura. […] Alla radice di questi programmi c’era la stessa spinta maniacale a fare piazza pulita di tutto. E dietro questo impulso c’era sempre un gruppo d’intellettuali che credeva che il mondo fosse in attesa della loro venuta per essere messo finalmente a nuovo. Lee Harris, La civiltà e i suoi nemici.
L’uomo è nato per soffrire, e ci riesce benissimo. Roberto Gervaso.