Il Messaggero, 18 maggio 2022
Andreas Seppi si è fermato dopo 66 Slam di fila
Andreas Seppi è stato il numero 18 del mondo, ha vinto 3 titoli ATP nel singolare più 1 nel doppio, guadagnando oltre 11 milioni di dollari. Sale alla ribalta perché la sua straordinaria striscia di 66 Slam consecutivi - la terza in assoluto, dopo i 79 di Feliciano Lopez e i 67 di Fernando Verdasco - si ferma nelle qualificazioni del Roland Garros per mano del 20enne Giulio Zeppieri. Curioso, un altro romano, il 24enne Gian Marco Moroni, ha stoppato Lopez.
Seppi, ha pagato i 38 anni?
«Un po’ l’età, sì, mi è mancata l’esplosività contro un avversario che ha meritato. Dopo Miami, mi sono fermato per la solita infiltrazione all’anca - è stato un bene perché proprio allora è arrivato il mio secondogenito, Hugo, che fa compagnia a Liv - così mi sono preparato solo 10 giorni sulla terra, negli USA, e 5 in Europa, prima di Parigi. Peccato, stavo giocando benino».
E così la striscia Slam si interrompe.
«Se penso quand’è iniziata, a Wimbledon 2005, e dove siamo adesso Sinceramente a 20 anni non ci pensavo, come tutti, quando cominci, anche se l’età del ritiro si è allungata di parecchio».
«Qual è il segreto del suo successo?
«Sono stato fortunato: non ho mai avuto un infortunio grave, e ho potuto giocare con continuità. Ci ho messo serietà nell’allenamento, nell’alimentazione, nella vita da atleta, ho sempre trattato bene il fisico».
I successi e sconfitte maggiori?
«Beh, battere Federer agli Australian Open nel 2015, dopo averci perso 10 volte su 10, è stato stupendo. Poi ho perso con Kyrgios ma ha vinto lui non ho fatto robe strane io. Nel 2012 sono stato due set a zero con Djokovic al Roland Garros. Forse però la partita che più rimpiango è quella con Chardy, a Melbourne 2013. Vinsi il primo set e poi persi in 4: potevo fare meglio ed arrivare ai quarti».
Magari qualche volta pur di non fermarsi ha giocato uno Slam senza essere pronto.
«Al Roland Garros 2015 non dovevo giocare, m’ero fatto male all’anca ma ci sarei andato anche zoppicando. Come farà Rafa quest’anno».
Cosa hanno soprattutto gli Slam più dei tornei dell’ATP Tour?
«Giocare tre set su cinque cambia tutto: all’improvviso, sin dal primo turno stai in campo il doppio del tempo cui sei abituato. Poi c’è il giorno di riposo fra un match e l’altro, che è proprio indispensabile per cercare di recuperare. Negli Slam è decisiva la forza mentale, credere di poter recuperare anche quando sei sotto di due set».
Che cosa ricorda di quel match contro Federer?
«Soprattutto quanto ero rimasto tranquillo per tutto il match. Non ero agitato quando sono andato avanti due set a zero, non lo ero quando ha vinto il terzo set e al quarto, e non lo ero nemmeno sul finire. Non sono mai riuscito a spiegarmelo: era facile che arrivasse un momento in cui potevo cag sotto. Invece zero tensione».
Gli Slam l’hanno migliorata come tennista?
«Sì, sicuramente. Quelle partite tirano fuori il giocatore e io spesso più si allungavano i match più giocavo meglio, lottavo, cercavo fino alla fine di trovare la soluzione».
Che record contro Denis Istomin: 4 match di fila negli Slam al quinto set!
«E un quinto poi... Strano davvero, eravamo molto vicini come livello, ci siamo incontrati 11 volte in tutto, 5 nei majors. Ricordo che dopo la maratona di 5 ore dell’Australia 2013 mi buttai nella fontana per quanto caldo avevo sentito. E’ uno dei ricordi più vivi di questi 66, fantastici, Slam».