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 2022  maggio 17 Martedì calendario

LA BREXIT CI RICORDA CHE LE NOSTRE UNIVERSITÀ NON CONTANO UN CAZZO - IL REGNO UNITO LANCERÀ UN VISTO SPECIALE PER GLI STUDENTI USCITI DAI MIGLIORI ATENEI DEL MONDO, MA NELL’ELENCO STILATO DAL GOVERNO BRITANNICO NON NE COMPARE NEANCHE UNO DEL NOSTRO PAESE: NON HANNO POSIZIONI SUFFICIENTEMENTE ALTE NEI RANKING MONDIALI - NON CI BASTERÀ USCIRE DALLA NORMALE DI PISA, DALLA BOCCONI O DAL POLITECNICO DI MILANO: ECCELLENZE RICONOSCIUTE, MA NON ABBASTANZA SECONDO LONDRA... -

Porte sbarrate a Londra per i laureati italiani. Dal 30 maggio la Gran Bretagna lancerà un visto speciale per gli studenti usciti dalle migliori università del mondo: ma nell’elenco stilato dal governo britannico non figura neppure un ateneo del nostro Paese.

Come è noto, dopo la Brexit è possibile entrare in Gran Bretagna – eccezion fatta per i turisti - solo se si ha già in tasca una offerta di lavoro e si soddisfano una serie di altri requisiti, a partire da un salario minimo equivalente a circa 30 mila euro l’anno.

Ma con l’obiettivo di attrarre giovani talenti, Londra ha ora varato il visto per «Individui ad Alto Potenziale», ossia i laureati negli ultimi cinque anni in prestigiose università. Questi High Potential Individual potranno ottenere un visto di due anni (o tre se in possesso di dottorato di ricerca) senza avere già un lavoro: ma la condizione è quella di provenire da una delle università elencate in una lista pubblicata dal governo di Londra.

Per stilarla, i britannici si sono basati su tre classifiche accademiche internazionali: quella del Times Higher Education, la QS World University Rankings e la Academic Ranking of World Universities.

Tuttavia, come si sa, in queste classifiche le università italiane non fanno una grande figura. E dunque nell’elenco dei 37 atenei ai cui studenti verrà concesso il nuovo visto speciale gli americani la fanno da padroni (con i soliti noti della Ivy League, da Harvard a Yale), mentre gli europei figurano con solo cinque atenei (i due Politecnici svizzeri, ossia quello di Losanna e quello di Zurigo, l’Università di Monaco in Germania, quella Scienze e Lettere di Parigi - che è l’ex Ecole Normale Superieure – e la Karolinska di Stoccolma).

Per gli italiani non basta uscire dalla Normale di Pisa, dalla Bocconi o dal Politecnico di Milano, eccellenze riconosciute: troppo scarsi, secondo i britannici. Ovviamente non è il passaporto che conta, ma l’università di provenienza: quindi i giovani italiani laureati in quelle università straniere del famigerato elenco potranno ottenere il nuovo visto speciale.

Per averlo, però, bisogna sborsare 715 sterline (circa 900 euro), cui vanno aggiunti circa 750 euro l’anno di contributo al servizio sanitario inglese e infine bisogna dimostrare di avere sul proprio conto bancario 1270 sterline (circa 1500 euro).

Durante quei due (o tre) anni di permanenza in Gran Bretagna si potrà cercare lavoro e passare quindi a un visto permanente. Il nuovo visto per laureati si inquadra nella strategia britannica post-Brexit per passare da un modello di immigrazione basato sull’importazione di manodopera europea a basso costo e a bassa qualifica (i baristi e i camerieri italiani, per intenderci) a un modello basato sull’attrazione di immigrati altamente qualificati da tutto il mondo.

Uno switch che sta già funzionando: mentre gli arrivi dalla Ue sono crollati, negli ultimi anni c’è stato il boom di ingressi di tecnici, ingegneri e simili dall’Asia e dall’Africa. Il risultato è che l’uscita dall’Europa non ha comportato la chiusura dei cancelli, ma anzi li ha spalancati a un diverso tipo di immigrazione: di cui ora faranno parte anche gli Individui ad Alto Potenziale. Italiani esclusi, purtroppo.