Corriere della Sera, 17 maggio 2022
Matteo Lorenzo Guglielmo Palandri Raggi, 18 anni, è il campione di versioni latine
Ha tre nomi, doppio cognome, una famiglia di geologi alle spalle e un altissimo senso del dovere che non lo abbandona mai, eppure quando è stato premiato non ci credeva: Matteo Lorenzo Guglielmo Palandri Raggi è il vincitore del Certamen ciceronianum, la più importante competizione europea per studenti latinisti. «Ascoltando i nomi dei premiati ci ero rimasto anche un po’ male: il mio non c’era... non credevo di poter arrivare primo. È stata un’emozione fortissima», racconta lo studente al quinto anno del liceo classico Parentucelli di Sarzana (La Spezia), 18 anni compiuti il 17 marzo, che ad Arpino (Frosinone) ha battuto ragazzi e ragazze provenienti da 7 nazioni europee e anche dalla Corea del Sud.
«Non ero soddisfatto della mia versione – racconta – perché confrontandola con la traduzione ufficiale ho notato molte imprecisioni, poi mi ero limitato a due pagine di commento». E invece la sua lettura era solo quella, «troppo severa», inculcata da anni di studio e rigore: «È vero, a volte mi trovo ad andare a letto ad orari improbabili per studiare: i professori vanno molto avanti con il programma. Però est modus in rebus (esiste una misura nelle cose): vado in piscina tre volte a settimana, esco con gli amici: la verità è che sono lento, dovrei velocizzarmi un po’», sorride.
Ma guai a dirgli che potrebbe essere l’influenza di quelle che chiamano «lingue morte»: «Per carità, greco e latino sono lingue classiche: stimolano la creatività, la capacità di riflessione e ragionamento, aprono la mente, sviluppano il libero pensiero». E pensare che quando era piccolo amava matematica e scienze: «Poi ho avuto quella che chiamerei una specie di conversione, e sono passato alle materie umanistiche. E ora mi ritrovo che sogno di fare il filologo, o di insegnare all’università». Sembra un mostro sacro, uno che nel tempo libero legge i libri greci tradotti da Quasimodo o la Medea di Euripide, e che ricorda come viaggio più bello della vita quello a Napoli per una gara di latino: e invece Matteo è sicuro che chiunque possa farcela. «Non mi stupisco che una studentessa del tecnico abbia vinto le Olimpiadi di italiano: bastano passione e impegno. Le cose belle sono difficili, dice un antico detto greco. E i classici vanno attualizzati». Infatti lui scambia citazioni e battute in latino con gli amici che «condividono il mio interesse: con gli altri no, mi sentirei saccente».
Però non si tira indietro se c’è da dare qualche consiglio a chi sta per affrontare la maturità: «Individuare prima i verbi, distinguere quelli principali dai coordinati o subordinati, per ogni proposizione individuare oltre al verbo il soggetto, qualora sia espresso. Usare in maniera razionale il vocabolario e cercare di capire il significato di un termine già dal contesto della frase. Considerare l’opera e l’autore: può aiutare nella comprensione del testo. Infine, attenzione alle frasi fatte sul dizionario: assicurarsi che siano dello stesso autore». E dopo l’esame? Matteo pensa già a Creta, probabile meta del viaggio post diploma. E sogna di vivere in Val Pusteria, in Alto Adige: «Amo le montagne. Insieme ai miei tre amici del cuore e ai miei libri sono le cose da cui non mi separerei mai».